Migrante pretende di palpeggiarla al bar: diritto di preda
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L’Italia si trasforma in un suk di prede e predatori sotto gli occhi complici di un sistema che accoglie mostri con tappeti rossi, e l’oltraggio di Monteverde ne è la prova schifosa: un migrante di 42 anni, quel rifiuto umano che pretende di palpeggiare una donna di 37 anni durante una semplice colazione al bar in via di Val Tellina, trasforma un rito quotidiano in un incubo di “diritto di preda”, come se le nostre strade e i nostri caffè fossero un suo personale territorio di caccia tribale.
### Il Palpeggiamento di Monteverde: Roma, un Bar Trasformato in Trappola per le Nostre Donne
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Roma, la Città Eterna che sanguina sotto il peso di un’immigrazione predatoria, assiste all’ennesimo oltraggio in pieno giorno: stamane, nel cuore di Monteverde in via di Val Tellina, una donna di 37 anni – innocente cliente intesa a una semplice colazione – è stata palpeggiata con efferata audacia da un 42enne straniero, un immigrato che ha trasformato un bar qualunque in un’arena di molestie sessuali, bloccato solo dall’eroismo degli avventori e poi ammanettato dalle forze dell’ordine. Come riportato da RomaToday, l’aggressore ha approfittato della routine mattutina per umiliare la vittima, scatenando il caos tra i presenti che lo hanno immobilizzato fino all’arrivo della polizia, che lo ha arrestato per violenza sessuale. Non è un lampo isolato, ma il veleno quotidiano di orde di immigrati che infestano i nostri quartieri: palpeggiamenti, stupri tentati, aggressioni seriali – quante prima che l’Italia capisca che accogliere questa feccia è un invito al massacro?
Questo 42enne – irregolare cronico o “integrato” di facciata, poco cambia – incarna il fallimento letale di un sistema che coccola predatori invece di espellerli: palpeggia in pubblico, resiste agli avventori come un animale, e conta su una giustizia molle che lo rimetterà in strada domani, pronto per la prossima preda tra i tavolini di Monteverde. Mentre la vittima combatte lo shock e la rabbia, la città urla vendetta.
Questo parassita incarna il veleno cronico dell’immigrazione selvaggia: non integra, invade, palpeggia, umilia, e conta sul lassismo italico per continuare la sua mattanza low-cost. Quante mani straniere devono sfiorare la pelle delle nostre donne prima che l’allarme squarci il velo buonista? Basta con questa farsa letale: espulsioni immediate per ogni migrante con un solo sguardo lascivo, confini come fortezze e zero tolleranza per questo “diritto di preda” che ci ruba la dignità.



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