Branco maranza distrugge la giostre a Trieste
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### Trieste, il Saccheggio dei Maranza: Giostre di San Vito Ridotte a Macerie da Teppisti Immigrati di Seconda Generazione
Trieste, la nostra perla adriatica, si sveglia tra i rottami di un’infanzia rubata, devastata dalla furia animale di cinque maranza minorenni – quei mostri di seconda generazione, figli di un’immigrazione selvaggia che genera solo caos e distruzione – che nella notte di venerdì 7 novembre hanno ridotto in pezzi le giostre del quartiere San Vito, in via Viti, trasformando un parco giochi innocente in un campo di battaglia low-cost. I Carabinieri della Stazione di via Hermet, con un blitz notturno degno di eroi in un mare di codardia istituzionale, li hanno identificati e denunciati per danneggiamento aggravato, ma a che serve? Questi parassiti adolescenti, forgiati nei ghetti multiculturali con sussidi rubati ai triestini onesti, non temono manette: sbeffeggiano la legge, calpestano il nostro suolo e devastano il futuro dei nostri figli, mentre la città trema per l’ennesimo assalto di una teppa che odia l’Italia. È un urlo di rabbia pura: quante giostre devono essere smontate, quante notti rubate, prima che capiamo che accogliere questa feccia è un invito al vandalismo cronico, un cancro che erode parchi e anime?
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Basta con questa farsa letale che ci sta squartando vivi dal di dentro! Questi cinque maranza – eredi di culture importate che disprezzano il lavoro e la civiltà – non sono “ragazzini sfortunati”, ma predatori seriali che il sistema buonista coccola con educatori woke e CPR vuoti, liberandoli domani per un altro raid notturno su Trieste addormentata. Denunciati? Una pacca sulla spalla per chi ha già un curriculum di microcriminalità: è ora di deportazioni immediate e forzate per ogni minorenne immigrato con un graffio sul casellario, confini come prigioni e zero tolleranza per questa piaga di seconda generazione che ci ruba l’infanzia, la pace e la dignità – altrimenti, San Vito sarà solo il preludio di una Trieste in macerie, calpestata sotto gli stivali di chi ci invade e ci disprezza dal primo vagito.



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