Un altro ragazzino italiano pestato a scuola: 12 maranza contro 1

Modena, la nostra Modena operosa, si inginocchia al terrore di una seconda generazione immigrata che trasforma le scuole in arene di sangue, e l’Istituto Corni ne è l’emblema grottesco: martedì 9 novembre 2025, un innocente 14enne – solo, diretto all’autobus dopo le lezioni – è stato strattonato per la giacca da un bullo un anno più grande, caduto e poi sommerso da un branco di una dozzina di complici che lo hanno preso a calci e pugni per lunghissimi minuti, urlando “Ammazzalo! Non farlo scappare!” mentre riprendevano il massacro con i cellulari, video che ora circolano come trofei di una teppa meticcia. La madre, Caterina, trema di rabbia e terrore: “È stato preso a pugni e calci, per fortuna sono intervenuti i carabinieri; adesso mio figlio è sotto choc, ha paura a uscire, teme che tornino a ‘chiudere’ il discorso”. Non è un lampo isolato, ma l’eco furioso dell’aggressione del 16 ottobre – quella denunciata da VoxNews il 21 ottobre come “l’ultimo episodio” in una giungla quotidiana – dove un altro 14enne italiano fu pestato a sangue nei bagni dell’ultimo piano da quattro maranza nordafricani, ferite al volto che richiesero chirurgia al Policlinico, furti negli zaini, minacce razziste e un clima di omertà che lascia i predatori impuniti. Qui, il pretesto è un urto di spalla in corridoio – “Come ti permetti, l’hai fatto apposta” – ma è solo la scusa per una banda che spadroneggia, prendendo di mira i più fragili con insulti, soprusi e estorsioni, come quelle sigarette pretese nei bagni o i cinque euro giornalieri che un padre disperato dà al figlio per “evitare aggressioni”, come confessato: “È una giungla, maranza che rubano e gettano portafogli a terra”.

Questi maranza di seconda generazione non sono “ragazzini sfortunati”, ma branchi organizzati che portano avanti l’odio tribale, imponendo terrore ai prof italiani con offese e botte, e ai nostri ragazzi con pestaggi seriali che si estendono ad autobus e piazze, come urla il genitore modenese: “Ho paura ogni volta che mio figlio va a scuola, ogni volta che sale su un autobus; gli studenti di origine straniera fanno gruppo, non interagiscono, serve integrazione vera o espulsioni”. Ma quale ‘integrazione’, serve la remigrazione.

La scuola chiude i bagni, la madre denuncia e corre tra carabinieri e ospedale, ma il branco fugge alla vista delle divise e torna domani, protetto da un silenzio complice di autorità woke che privilegiano “diritti” sulle nostre vite. Svegliamoci.

Un altro ragazzino italiano pestato a scuola: 12 maranza contro 1 ultima modifica: 2025-11-09T16:38:05+00:00 da V