Nigeriano le uccide il figlio e poi la massacra per strada a Bergamo
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Romano di Lombardia, 9 novembre 2025 – La quiete della Bergamasca è stata squarciata dal sangue di una donna innocente, vittima di un pestaggio brutale che trasforma le nostre strade in teatri di orrori africani. Pochi minuti dopo la mezzanotte del 3 novembre, in piazza Garibaldi, un 36enne nigeriano ha ridotto in fin di vita la sua compagna coetanea e connazionale, bersagliandola con pugni e calci feroci fino a farla crollare priva di sensi sull’asfalto. Trasportata d’urgenza in codice rosso all’ospedale di Brescia, la vittima lotta contro un trauma cranico grave, lesioni devastanti e il fantasma di abusi passati: solo a gennaio, un’aggressione simile le aveva strappato un figlio non ancora nato con un aborto spontaneo. I carabinieri, allertati da testimoni atterriti, hanno ammanettato il carnefice con capi d’accusa schiaccianti – maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e violenza sessuale continuata – mentre i vicini, esausti da mesi di urla strazianti, vetri infranti e silenzi carichi di terrore, dipingono il quadro di un incubo quotidiano filtrato dalle porte di un appartamento “integrato”. Questo non è un dramma privato: è il veleno di un’immigrazione non europea che infetta le nostre comunità con violenza endemica e impunita. VERIFICA NOTIZIA
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Basta con l’illusione dell’integrazione: è ora di azzerare completamente l’immigrazione regolare non europea, che apre le porte a flussi tossici come questo, e di abrogare senza pietà i ricongiungimenti familiari, quei meccanismi perversi che importano intere famiglie di potenziali aguzzini, amplificando abusi e traumi sulle spalle dei contribuenti italiani. Casi come questo – eco di pestaggi a Milano su donne incinte o coltellate in occupazioni abusive – dimostrano che la Nigeria e simili non esportano manodopera, ma caos e barbarie, con recidive che costano vite e risorse. Chiediamo politiche draconiane: stop totale ai permessi di soggiorno extraeuropei, espulsione immediata per ogni irregolare o violento, e la cancellazione dei ricongiungimenti che legano mani e piedi alla sicurezza nazionale. Le donne italiane e straniere non possono più pagare il prezzo di un’ospitalità suicida. Azzeriamo l’immigrazione regolare non europea e abroghiamo i ricongiungimenti familiari: per un’Italia sovrana e protetta, finalmente libera dal terrore importato!



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