Paura in corso Novara, i maranza di Don Alì prendono a mazzate l’auto di Mediaset

Torino, la nostra Torino operaia e resiliente, affonda nel fango di un’immigrazione di seconda generazione che genera non talenti ma mostri, e l’11 novembre ne è l’ennesima, sanguinosa conferma: in corso Novara, al civico 78, una gang legata a Don Ali – il 24enne marocchino autoproclamato “re dei maranza”, nato in Marocco ma forgiato nei ghetti di Torino con sussidi italiani e lassismo cronico – ha assaltato una troupe di Rete 4 per “Dritto e Rovescio”, con un incappucciato armato di mazza chiodata che ha sfondato il parabrezza della loro auto, lasciando la giornalista Erika Antonelli illesa per un soffio mentre i cronisti filmano un servizio sulle baby-gang. I Carabinieri del Nucleo Radiomobile sono piombati sul posto, ma l’aggressore è svanito come un fantasma, eco di un branco che ride della legge e attacca chiunque osi indagare il loro regno di terrore – un raid punitivo per scoraggiare inchieste, come quel diverbio acceso con Luigi Pelazza de “Le Iene” la settimana scorsa. Non è un fulmine, ma il veleno di un sistema che tollera Don Ali nonostante un curriculum di violenza virale: pistole puntate a professori a Borgo Vittoria, risse che umiliano educatori, e denunce che lui deride sghignazzando.

Ricordate l’orrore del 21 ottobre? Don Ali, con il suo branco di teppisti meticci, ha accerchiato il maestro elementare Gianni all’uscita della scuola di Barriera di Milano, filmando una spedizione punitiva per accuse false di “abusi sui bambini”, urlando minacce di morte a lui e alla figlia di tre anni che piangeva terrorizzata: “La prossima volta non saranno parole, ma fatti”, ha ringhiato il “re”. Eppure, questo parassita marocchino – “pieno di denunce ma libero, Polizia e Carabinieri non valgono un ca**o”, come provoca lui stesso in un video del 10 novembre ripreso da VoxNews – continua a imperversare, idolatrato su TikTok come giustiziere islamico mentre avvelena i nostri quartieri.

Basta con questa farsa. Espulsioni immediate e forzate per Don Ali e ogni maranza di seconda generazione del suo branco, azzeramento totale dell’immigrazione extraeuropea e confini chiusi – altrimenti, Torino non sarà più sabauda, ma un suk di mazze chiodate dove i nostri figli temono i tram più dei mostri, e il ghigno di Don Ali l’inno di una patria tradita e invasa.

Paura in corso Novara, i maranza di Don Alì prendono a mazzate l’auto di Mediaset ultima modifica: 2025-11-12T00:08:48+00:00 da V