Toscana: Giani nomina senegalese pro-Pal vice presidente e albanese sottosegretario
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Quando votate PD votate per la vostra sostituzione con gli immigrati.
# Allarme in Toscana: la “Sostituzione” Avanza con Nomine Shock – Una 23enne Senegalese Vicepresidente e un Albanese Sottosegretario. E le Dichiarazioni di Diop sul 7 Ottobre Fanno Rabbrividire
**Firenze, 12 novembre 2025** – È un terremoto politico che scuote le fondamenta della Toscana, terra di Dante, Michelangelo e della tradizione contadina che ha forgiato l’Italia intera. Eugenio Giani, rieletto presidente della Regione, ha sferrato un colpo basso all’identità toscana nominando una ventitreenne di origini senegalesi, Mia Bintou Diop, come vicepresidente della Giunta regionale. Non basta: per completare il quadro, Bernard Dika, 27enne di origini albanesi, è stato nominato primo Sottosegretario alla Presidenza. Due notizie che gridano “sostituzione”, un piano subdolo che vede gli italiani scalzati da posizioni di potere da chi è arrivato da lontano, spesso con background culturali lontanissimi dal nostro. È l’inizio della fine per la Toscana italiana?
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Immaginate: una studentessa di Scienze Politiche, nata a Livorno da madre italiana e padre senegalese – figura nota nella comunità immigrata – balza al secondo posto della piramide regionale dopo appena un mandato da consigliera comunale. Mia Diop, classe 2002, creator digitale e “schleiniana” convinta, rappresenta per i suoi sostenitori “il futuro”. Un affronto. A 23 anni, con un CV che include post su Instagram e un liceo classico, dovrebbe gestire sanità, economia e politiche sociali di una regione che conta 3,7 milioni di anime? Giani la esalta come “simbolo di rinnovamento”, è in realtà il simbolo della sostituzione etnica. I nostri giovani disoccupati, i pensionati che arrancano con le bollette, le famiglie toscane che vedono svanire il sogno di una casa propria?
E non è un caso isolato. Bernard Dika, il “golden boy” del PD pistoiese, figlio di un immigrato arrivato in gommone dall’Albania, passa da portavoce di Giani a sottosegretario con un balzo che sa di favoritismo etnico. A 27 anni, con 14mila voti alle regionali, Dika incarna lo stesso copione: “enfant prodige” per i media progressisti, ma per la Toscana profonda è l’ennesimo segnale di un’élite che premia chi “arriva” invece di chi ha radici qui da generazioni. Giani, con il suo “campo largo”, ha confezionato una giunta ibrida – M5S, renziani, sinistrati – ma il vero asse è quello dell’integrazione forzata: otto assessori, una presidente del Consiglio (Stefania Saccardi) e questi due “primati” under 30 di origine straniera. “Tra Diop e Dika in due hanno una età media di 25 anni”, gongola Giani. E noi? Abbiamo una media anagrafica di disperazione per i nostri 40enni precari!
Ma il vero campanello d’allarme suona quando si scava nel passato di Mia Diop. Pochi giorni dopo l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023 – quel massacro di innocenti israeliani che ha sconvolto il mondo – la giovane livornese pubblica una storia su Instagram che gela il sangue: “Sempre dalla stessa parte”. Intesa, ovvio, come solidarietà incondizionata alla causa palestinese, in un momento in cui il terrore islamista gridava vendetta. Solo dopo, sotto le critiche del PD livornese che la bollava come “inopportuna”, aggiunge: “Condanno Hamas, no alle strumentalizzazioni”. Troppo poco, troppo tardi. Questo post non è un lapsus: è la spia di un mondo ideologico che vede l’Occidente – la nostra Toscana inclusa – come oppressore, pronto a giustificare l’orrore pur di cavalcare lo slogan anti-israeliano. E ora questa stessa persona, con le mani che “tremano” per l’emozione (come confessa sui social), avrà voce in capitolo su politiche estere, immigrazione e sicurezza regionale? È follia pura! La destra polemizza, e a ragione: questa nomina non è rinnovamento, è un rischio per la nostra coesione sociale.
Queste nomine non sono casuali: sono il frutto di un’ideologia “woke” che permea il PD toscano, dove l’identità italiana è sacrificata sull’altare del multiculturalismo forzato. La Toscana, culla del Rinascimento, rischia di diventare un esperimento sociale: affitti impossibili per i nativi, lavori precari per i “bianchi”, mentre i nuovi arrivati scalano le gerarchie con il benestare di Giani. Il padre di Diop esulta: “Ispirerà tanti giovani”. Quali giovani? Quelli che arrivano via mare, o i nostri che emigrano all’estero? E Dika, con la sua storia di “dita sporche d’inchiostro per il permesso di soggiorno”, diventa il poster boy della sostituzione etnica.
Si legge sui social: “Toscani, svegliamoci! Questa “sostituzione” non è un complotto da complottisti: è realtà, documentata nelle nomine di oggi. Esigiamo trasparenza, meritocrazia, difesa delle nostre radici. Giani ha tradito lo spirito della Toscana per un like su Instagram? La storia ci giudicherà, ma noi non possiamo aspettare. Indignamoci, allarmiamoci, agiamo prima che sia troppo tardi. La nostra regione non è un laboratorio globale: è casa nostra. Difendiamola!”.



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