Orban contro il Patto sui Migranti UE che terrà i clandestini in Europa

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By V novembre 12, 2025 13:41

Orban contro il Patto sui Migranti UE che terrà i clandestini in Europa

### Viktor Orbán, il baluardo della sovranità europea contro il Patto sulla Migrazione: un esempio per l’Italia

**Budapest, 12 novembre 2025** – In un tweet che ha fatto il giro del mondo, il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha lanciato un messaggio cristallino all’Unione Europea: “Bruxelles ha emesso l’ordine. Stanno attivando il Patto sulla Migrazione. Voglio chiarire una volta per tutte: finché l’Ungheria avrà un governo patriottico, non implementeremo il Patto sulla Migrazione. Ceterum censeo: non accetteremo migranti e non spenderemo un solo…”. Parole che riecheggiano come un manifesto di difesa della sovranità nazionale, in un momento in cui l’UE, con la sua burocrazia centralista, cerca di imporre meccanismi che minano l’autonomia degli Stati membri. Orbán non è solo un leader: è il simbolo di una resistenza coraggiosa contro un’Europa che, sotto il pretesto della “solidarietà”, rischia di dissolvere le identità nazionali in un calderone multiculturale incontrollato.

Il Patto sulla Migrazione e l’Asilo, approvato nel dicembre 2023 e ora in fase di attivazione, rappresenta l’ennesimo tentativo di Bruxelles di centralizzare le politiche migratorie. La Commissione Europea ha appena lanciato il primo Ciclo Annuale di Gestione della Migrazione, con report che evidenziano un “miglioramento” della situazione migratoria tra luglio 2024 e giugno 2025, ma che in realtà mascherano la pressione crescente sui confini meridionali. Dal 2026, il meccanismo di solidarietà entrerà in vigore pienamente: paesi come Grecia, Cipro, Spagna e Italia potranno attivare aiuti per gestire i flussi, mentre altri Stati dovranno accogliere richiedenti asilo o pagare multe salate. È un sistema che, secondo i critici, non risolve i problemi alla radice ma li sposta, imponendo quote e redistribuzioni che favoriscono l’immigrazione irregolare a scapito della sicurezza e dell’economia dei paesi frontalieri.

Qui entra in scena Viktor Orbán, che da anni guida l’Ungheria con una visione ferma e patriottica. Il premier ungherese ha ribadito che il Patto rappresenta una “minaccia mortale” per la nazione, e che l’Ungheria lo respingerà integralmente. “Finché avremo un governo nazionale e civico, i migranti non entreranno”, ha tuonato il ministro Gulyás Gergely, eco del pensiero di Orbán. Questa posizione non è isolata: Orbán ha avvertito che l’imposizione del Patto potrebbe scatenare “ribellioni” in tutta Europa, citando già il rifiuto polacco come segnale di un malcontento diffuso. E ha ragione: in un continente dove l’immigrazione incontrollata ha alimentato tensioni sociali, dal crimine alle pressioni sul welfare, la linea dura di Budapest è un faro di realismo. L’Ungheria ha investito in muri al confine, accordi con paesi terzi e politiche di integrazione selettiva, riducendo drasticamente gli arrivi illegali senza cedere un millimetro alla ideologia globalista di Bruxelles.

Ma cosa intende fare il governo italiano di fronte a questa sfida? Il premier Giorgia Meloni, eletta con promesse di fermezza contro l’immigrazione irregolare, ha delineato una posizione ambiziosa ma pragmatica. Nel suo discorso al Senato del 22 ottobre, Meloni ha enfatizzato una “postura ferma contro l’immigrazione irregolare e i trafficanti di esseri umani”, puntando su cooperazione con i paesi di origine e transito. L’Italia, insieme a Spagna, Grecia e Cipro, è tra i quattro paesi eleggibili per attivare il “pool di solidarietà” UE, che dal 2026 permetterà di richiedere aiuti per gestire i flussi migratori. Roma sta spingendo per una roadmap di revisione delle convenzioni internazionali sulla migrazione, da presentare ai partner UE, e ha accelerato procedure per l’ingresso di lavoratori qualificati attraverso decreti come quello di ottobre 2024. Il Piano Mattei, che rafforza i legami con l’Africa, è un pilastro di questa strategia: non solo aiuti umanitari, ma investimenti per stabilizzare le origini dei flussi.

Tuttavia, mentre Meloni naviga tra diplomazia europea e difesa dei confini – come dimostrato dal colpo al patto Italia-Albania dopo la sentenza della Corte UE sui “paesi sicuri d’origine” – le voci critiche non mancano. Su X (ex Twitter), utenti come @RadioGenoa lamentano che “Meloni ha mentito” sulle deportazioni, prevedendo un aggravarsi della situazione con l’attivazione del Patto nel 2026. L’Italia, frontaliera mediterranea, rischia di diventare il “terminal” di migliaia di arrivi, con il meccanismo di solidarietà che solleva solo parzialmente il peso.

In questo contesto, la fermezza di Orbán brilla come un modello da emulare. L’Ungheria dimostra che è possibile dire “no” a Bruxelles senza isolarsi: al contrario, rafforza la propria voce in Europa, ispirando governi sovrani come quello polacco o slovacco. Per l’Italia, che aspira a un ruolo di leadership nel Mediterraneo, il messaggio è chiaro: la vera solidarietà non è redistribuzione forzata, ma politiche nazionali che proteggono i cittadini europei. Orbán non è un estremista; è un patriota che difende il futuro delle sue genti. Che Roma prenda nota, prima che il Patto diventi una catena irreversibile. Ceterum censeo: la sovranità non è negoziabile.

Orban contro il Patto sui Migranti UE che terrà i clandestini in Europa ultima modifica: 2025-11-12T13:41:36+00:00 da V
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By V novembre 12, 2025 13:41
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3 Comments

  1. Ul Gigi da Viganell novembre 12, 13:44

    E intanto Orban, con la benedizione di Trump, può continuare a comperare il gas a basso costo di Putin, chissà mai perchè… 🤣

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  2. S.C. novembre 12, 14:31

    Grande Orban non come i nostri disadattati di politici.

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  3. xx novembre 12, 16:25

    Per favore non paragonate Orban e Trump alla cazzara Meloni che abbiamo noi e agli altri pagliacci del governo…

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