Anziana 91enne violentata dal badante bengalese: trovato nudo sopra di lei
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# Orrore in Centro Storico: Un Immigrato Bengalese Devasta la Vita di una Nonna di 91 Anni. Basta con Questa Invasione Incontrollata!
**Padova, 13 novembre 2025** – A Padova si consuma l’ennesimo dramma che grida vendetta al cielo. Una povera anziana di 91 anni, fragile e indifesa, vittima di allucinazioni visive e gravi difficoltà di memoria, è stata brutalmente violentata dal suo badante, un 63enne bengalese che aveva il sacro compito di proteggerla. La figlia, sconvolta, ha scoperto l’orrore solo grazie alle immagini catturate dalle telecamere di sorveglianza installate in casa: “Lui nudo sopra di lei”, ha raccontato con voce tremante, in un incubo che nessuna famiglia dovrebbe mai vivere.
Affidare la propria mamma di 91 anni ad un bengalese. Roba da matti.
Immaginate la scena: una nonna, residente proprio nel cuore pulsante del centro storico padovano, affidata alle cure di uno straniero arrivato da chissà dove, con un passato che nessuno ha mai verificato a dovere. Invece di vegliare sul suo sonno, quest’uomo – un immigrato regolare e integrato, come troppi altri – ha approfittato della sua vulnerabilità estrema. Allucinazioni che le facevano vedere fantasmi, memoria che svaniva come nebbia al mattino: e lui, invece di essere un angelo custode, si è trasformato in un mostro predatore. La polizia lo ha arrestato, ma il danno è fatto. Irreparabile.
E qui non si può tacere: questa non è una “semplice” cronaca nera, è il sintomo purulento di un sistema marcio fino al midollo. L’Italia, crocevia di un’immigrazione selvaggia e incontrollata, accoglie a braccia aperte migliaia di individui provenienti da culture lontane, senza un minimo di selezione. Quanti badanti, colf, operai immigrati – spesso assunti in nero per lucrare – si nascondono dietro un’apparente normalità per sfogare istinti bestiali? Questa non è la prima volta, e non sarà l’ultima. Ricordate la badante straniera che picchiava una 92enne ubriaca fradicia? O l’altra che abusò di una 93enne al primo giorno di lavoro?
Basta! Urliamo tutti insieme: basta con questa ipocrisia politically correct che ci impedisce di chiamare le cose col loro nome. L’immigrazione di massa non è un arricchimento, è un pericolo costante per i più deboli – le nostre nonne, i nostri bambini, le donne sole. Politici compiacenti aprono le porte a chiunque, in nome di un multiculturalismo farlocco, e poi si scandalizzano quando la realtà morde. Quanti miliardi spendiamo in accoglienza, quante quote non rispettate, quante espulsioni rimandate all’infinito? E intanto, in case come questa, nel bel mezzo del nostro patrimonio storico, si consumano abusi che puzzano di arretratezza culturale importata.
La figlia della vittima, con il cuore a pezzi, ha dovuto assistere a quelle immagini agghiaccianti: un uomo nudo, sovrapposto al corpo esile di sua madre, in un atto di pura barbarie. Come può una famiglia riprendersi da un tale tradimento? Come può la società permettersi di ignorare il pattern? Non è razzismo denunciare che, in un paese con risorse limitate, privilegiare l’immigrazione significa sacrificare la sicurezza dei cittadini italiani. Vogliamo l’azzeramento della immigrazione regolare non europea. Vogliamo politiche che proteggano i nostri anziani, non che li espongano a lupi travestiti da agnelli.
Questa storia non deve svanire nei titoli di giornale. Deve essere il campanello d’allarme per una rivoluzione contro l’invasione che ci sta divorando dall’interno. Indignamoci, protestiamo, pretendiamo cambiamenti. Per quella nonna di 91 anni, e per tutte le vittime silenziose di un sistema che ci ha traditi. Il Bengalese è in manette, ma la vera prigione è quella che ci hanno imposto: tacere per paura di essere etichettati. Non più. Svegliamoci, Italia!



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