Molesta 4 ragazzine sulle giostre, la scusa del richiedente asilo: “Non ricordo niente”
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# Pesaro, predatore ubriaco palpeggia 4 minorenni sul Tagadà: “Non ricordo” balbetta l’immigrato – la sua amnesia alcolica è l’ennesima beffa alle nostre figlie terrorizzate!
Un abominio che fa ribollire il sangue nelle vene: un trentenne straniero, richiedente asilo – uno di quei “benvenuti” che l’Italia accoglie con tappeto rosso e sussidi – si ubriaca perso al luna park di Pesaro, sale sul Tagadà e palpeggia senza pudore quattro ragazzine di 15 e 16 anni, toccandole collo, cosce, sedere e seno come se fossero prede in un suk mediorientale. L’articolo choc su *Corriere Adriatico* del 14 novembre 2025 ricostruisce l’incubo di fine luglio in viale Trieste: la giostra ruota a velocità folle, lui si infila tra le vittime, si sposta apposta durante le pause per raggiungere le altre, e semina terrore sotto le luci stroboscopiche. Le bambine, scosse e umiliate, corrono dai genitori e dai carabinieri che lo beccano sul posto, ancora lì a rincorrerle come un lupo affamato. Arrestato per violenza sessuale aggravata su minorenni, ieri l’incidente probatorio in tribunale: le piccole, protette da un paravento per non incrociare gli occhi del mostro, cristallizzano il loro orrore come prova inconfutabile.
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E lui? Seduto in aula, difeso dall’avvocato Massimiliano Tonucci, piagnucola: “Mi dispiace tanto, ma non ricordo niente per via dell’ubriachezza”. Un’amnesia comoda come un coltello a serramanico! Come se l’alcol dissolvesse la colpa di mani lerce su corpi innocenti. Il legale osa persino minimizzare: “Succedeva sul Tagadà, a tutta velocità, quindi zero volontà sessuale – al massimo una violenza lieve”. Lieve? Un immigrato che palpeggia adolescenti è “lieve” per questi giocolieri del diritto? Il giudice ha trasmesso gli atti al PM per il capo d’imputazione definitivo, e il processo slitta in un limbo che puzza di impunità. Intanto, lui gira libero, pronto per il prossimo giro di giostra – o di vittime.
Basta con queste favole tossiche! Questo non è un episodio isolato, è il marchio di fabbrica dell’immigrazione extraeuropea: predatori alcolizzati che arrivano con permessi umanitari, si ubriacano con il nostro welfare e ci rubano l’innocenza delle nostre figlie. Quanti “richiedenti asilo” devono ancora palpeggiare, stuprare e terrorizzare prima che apriamo gli occhi? L’Italia è un luna park per mostri: ubriachi che non “ricordano”, culture aliene dove la donna è preda, e un sistema giudiziario che li coccola con riti alternativi e assoluzioni fantasiose. Le ragazzine di Pesaro – pesaresi, italiane, il nostro futuro – meritano giustizia, non scuse da sbronzo importato.
È ora di urlare “stop”! Azzeriamo l’immigrazione regolare extraeuropea: stop a visti, asili, ricongiungimenti che moltiplicano questi lupi. Rimpatri immediati per ogni immigrato che alza un dito su una minorenne – ubriaco o no, “amnesia” o no. Investiamo nelle nostre famiglie, nelle nostre strade sicure, non in chi ci avvelena il sangue. Il Tagadà di Pesaro non sia l’altare di un altro sacrificio: chiudiamo le frontiere, per le nostre bambine, per l’Italia che non si arrende!



Benissimo, allora posso spaccare a calci il culo del baluba “per sbaglio” dichiarando di essere inciampato… 😏