La sinistra pro-borseggiatori gioisce per il pestaggio di Cicalone
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### L’odio ideologico che giustifica la violenza: contro chi esulta per il pestaggio di Cicalone
**Roma, 14 novembre 2025** – In una città come Roma, dove il degrado urbano e l’insicurezza quotidiana sono pane per i denti di chiunque abbia il coraggio di parlarne, l’aggressione subita da Simone Cicalone – noto come il “Cicalone” dei video-denuncia contro borseggiatori e microcriminalità – ha scatenato un’onda di indignazione. Ma tra i commenti su X, emerge un fenomeno vergognoso: utenti e persino qualche firma giornalistica che, in nome di un’ideologia “pro-zingari” e “pro-immigrati”, non solo minimizzano l’episodio, ma arrivano a gioirne apertamente. “Ben gli sta”, “se lo meritava”, “è un fascista razzista”: frasi che, invece di condannare un pestaggio brutale – con Cicalone e due guardie giurate a terra, colpiti da un gruppo di aggressori – celebrano la violenza come forma di “giustizia popolare”.
Non è solo un’aberrazione morale: è un pericoloso corto circuito ideologico. Cicalone, ex pugile romano con un canale YouTube da centinaia di migliaia di follower, ha sempre denunciato furti e degrado nelle metro di Termini e Ottaviano, spesso puntando il dito contro bande organizzate di ladri, inclusi gruppi di origine rom. I suoi video, veri e propri atti di vigilanza civica, hanno esposto vulnerabilità che le istituzioni ignorano da anni. Ma per chi vede in lui un “simbolo” dell’intolleranza, l’aggressione diventa occasione per sfogare risentimenti: non importa se un uomo è stato mandato in ospedale con prognosi di 15 giorni, con il viso tumefatto e l’orgoglio ferito. L’importante è che sia “di destra”, che “monetizzi la paura”. Come se questo autorizzasse calci e pugni in una stazione affollata.
Prendiamo il caso del post di @CorvinoSantino, che ha condiviso il video degli aggressori – descritti con il termine “zingari” – per sensibilizzare sul pericolo: un clip cruda, che mostra volti coperti da cappucci e un’atmosfera di terrore quotidiano. Questo contributo, al contrario, ha scatenato reazioni opposte su X: commenti che difendono i responsabili non per compassione, ma per un’ideologia che scambia la solidarietà con i deboli per un cieco partigianato. “La storia di Cicalone ci insegna un po’ di cose […] Il 90% di chi gode per il suo pestaggio lo fa per una questione economica”, scrive @WazzaInter, denunciando l’invidia meschina che si nasconde dietro l’esultanza. E ancora: “Chi gioisce per le botte è come chi le ha date. Vi fareste rubare la moglie pur di difendere la vostra ideologia”, tuona @valter1927_roma, in un post che ha raccolto centinaia di like e condivisioni, rivelando quanto sia diffusa questa deriva.
Ma non si tratta solo di anonimi tastieristi. Qualche giornalista o influencer “progressista” ha cavalcato l’onda, insinuando che Cicalone “provocasse” l’attacco con i suoi video “xenofobi”. @jacopoasr1927, ad esempio, critica chi giustifica i violenti con “eh sono abbandonati dallo stato”, ma sottolinea come il degrado non dipenda solo dalle istituzioni: un monito che vale per tutti, inclusi coloro che, per partito preso, trasformano un’aggressione in un “atto di rivalsa”. E @nox2793 va dritto al punto: “Sul pestaggio […] leggi addirittura persone felici di quanto accaduto. Meritate di essere derubati, picchiati o altro e poi vediamo come la pensate”. Parole che colpiscono nel segno, perché rivelano l’ipocrisia: chi esulta oggi per un pestaggio, domani potrebbe invocare lo stesso “buonismo” per se stesso, quando la violenza busserà alla sua porta.
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Questa retorica pro-zingari e pro-immigrati, diventa apologetica della criminalità, ma state tranquilli che nessuno magistrato interverrà. Cianciare di difendere i diritti delle minoranze non significa legittimare bande che derubano anziani alle biglietterie, seguendoli per carpire codici bancomat e poi colpirli con “violenza pura”, come ha raccontato Cicalone stesso in diretta TV. È un’ideologia distorta che preferisce il tifo per i “deboli” contro i “cattivi”, ignorando che la vittima qui è un cittadino qualunque, padre di famiglia, che ha scelto di non reagire per non “passare nel torto”. E che i loro più deboli sono fottuti criminali, da sempre.
Su X, la ricerca di questi commenti “gioiosi” rivela un pattern: post come quello di @FuoridaquestaUe, che denuncia “quelli che esultano e parteggiano per loro”, chiedendosi “cosa hanno nel cervello?”. O @kallisto61, che ironizza su una “spedizione squadrista di zingari” con l’hashtag #Xenofobia, ma in realtà smaschera il ribaltamento narrativo: accusare la vittima di squadrismo per giustificare l’ingiustificabile. E @ZlttaNonSto, che condivide il video dell’aggressione definendo i responsabili “delinquenti che difendo le ladre zingare borseggiatrici” – contro chi, in nome dell’ideologia, arriva a “difendere” i non difendibili.
Roma merita di meglio: più telecamere, più guardie efficaci, più indagini rapide sui responsabili (ancora in fuga). E soprattutto, meno zingari e un dibattito che condanni la violenza senza “se” e senza “ma”. Perché, come dice Cicalone nel suo ultimo video: “Non mi avete fatto niente”. Ma a chi esulta, sì: ha fatto male a tutti noi.



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