Spacciatori massacrano poliziotti trascinandoli con l’auto sull’asfalto
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### Invasori con la cocaina al volante: due marocchini pestano e investono poliziotti per non mollare lo spaccio
A Montichiari, in provincia di Brescia, due “regolari” marocchini – un 31enne senza fissa dimora e un 39enne con un curriculum da delinquente seriale per furti e droga – hanno trasformato un parcheggio di distributore in un’arena di guerra contro la Polizia di Stato, solo per proteggere i loro 102 grammi di cocaina nascosti nel fanale dell’auto. Notati dagli agenti del Commissariato di Desenzano durante un controllo anti-spaccio, i due hanno reagito con una furia animale: pugni, calci, gomitate contro i poliziotti a piedi, poi il passeggero al volante accelera per travolgerli contro il guard-rail, trascinandoli sull’asfalto e ferendoli gravemente – ferite multiple curate al Pronto Soccorso di Desenzano. Solo la prontezza degli uomini in divisa ha evitato un massacro, portando all’arresto per lesioni, resistenza e spaccio, con sequestro della polvere bianca e 1.200 euro di soldi sporchi; ora marciscono in cella a Brescia, in attesa del processo. Questo non è un episodio isolato, ma il frutto marcio di un’immigrazione selvaggia che infesta le nostre strade con predatori “regolari” che usano i permessi per trafficare morte bianca.
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Peggio di tutto, chi difende questa invasione – dai buonisti che aprono le frontiere ai burocrati che rilasciano permessi a recidivi come questo 39enne – non è solo complice, ma un boia per l’intera nazione, esponendo poliziotti, famiglie e quartieri a questi mostri su quattro ruote che seminano terrore per un etto di coca. Invece di espulsioni immediate e catene a vita per chi alza le mani su un agente, tolleriamo un sistema che premia l’illegalità con “regolarità” fittizie, trasformando l’Italia in un suk di violenza e dipendenza dove i nostri eroi in blu rischiano la pelle per difendere chi li ha traditi con la propria ingenuità cosmopolita. Basta ipocrisie: confini blindati e zero tolleranza, o la prossima auto investitrice sarà quella di un tuo caro, grazie a chi ha nutrito l’inferno con empatia suicida.



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