Migrante ospite centro accoglienza guarda troppo la sua ragazza: fidanzato lo massacra
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# Castel Volturno, gruppo di ragazzi interviene contro immigrato minorenne: “sguardo” verso una ragazza degenera in pestaggio – quando la difesa delle nostre donne diventa “violenza immotivata”?
Un episodio che scuote le coscienze e riaccende il dibattito su sicurezza e confini a Castel Volturno, la terra di frontiera campana dove i centri di accoglienza pullulano come funghi velenosi: nel tardo pomeriggio del 16 novembre, in via San Rocco – a due passi dalle Poste e dal litorale, cuore pulsante di una città già provata da anni di tensioni etniche – un gruppo di giovani residenti a Destra Volturno si scontra con un minorenne extracomunitario ospite di una comunità alloggio locale: tutto parte da un “sguardo” – interpretato come molestia, ‘stupro visivo’ direbbero le femministe alla Schlein – verso una ragazza del posto, la fidanzata di uno dei ragazzi, scatenando una reazione a catena che finisce con il pestaggio del giovane immigrato, colpito da calci, pugni e persino caschi da moto, fino a perdere i sensi e richiedere l’intervento dell’ambulanza.
L’extracomunitario minorenne, che con “connazionali” vive a scrocco in una struttura di accoglienza, viene trasportato alla clinica Pineta Grande con ferite guaribili in 45 giorni: contusioni multiple, traumi che potevano essere letali, e un terrore che segnerà il suo percorso in Italia. Ma scavando oltre la superficie, emerge un quadro più complesso, dove la “violenza immotivata” – come la definiscono le prime ricostruzioni – potrebbe celare un atto di difesa istintiva: quei giovani, quasi tutti maggiorenni e radicati nel quartiere, non hanno esitato a intervenire quando l’immigrato ha rivolto attenzioni indesiderate alla ragazza. La polizia, intervenuta tempestiva, ha identificato e denunciato i responsabili.
Castel Volturno, con i suoi Cas (Centri di Accoglienza Straordinaria) che ospitano migliaia di extracomunitari – spesso minorenni non accompagnati che in questi anni hanno commesso innumerevoli stupri, sbarcati sulle coste e “protetti” da un sistema che privilegia l’accoglienza a oltranza – è un microcosmo del fallimento migratorio italiano: rioni come Destra Volturno, baluardi di comunità locali, diventano teatri di tensioni dove un semplice sguardo può degenerare in caos. Quei ragazzi, forse esasperati da un territorio saturo di presenze aliene, hanno scelto di non voltare le spalle: una reazione umana, quasi nobile, in un contesto dove le donne del posto vivono da anni in paure silenziose, tra molestie importate e silenzi istituzionali. Non si tratta di giustificare la violenza – la legge farà il suo corso – ma di riconoscere che, in assenza di Stato, è il popolo a tenere il timone della difesa quotidiana.
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Basta con questa ipocrisia: l’immigrazione extraeuropea, con i suoi flussi di minorenni “protetti” nei centri che costano miliardi ai contribuenti, genera non integrazione ma attriti esplosivi. Azzeriamola, questa marea: stop a permessi umanitari farsa, rimpatri immediati per chi molesta, e confini veri per tutelare le nostre ragazze. I giovani di Destra Volturno non sono eroi, ma un monito: quando lo Stato abdica, è il popolo a difendersi. Per Castel Volturno, per l’Italia: la difesa non è un crimine, è sopravvivenza.



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