Bologna, maranza bruciano auto e scooter: è il loro territorio
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### Bologna, via Gandusio in fiamme: i maranza bruciano la città, gli italiani pagano il conto
**Bologna** – Non è stato un semplice atto vandalico: è stata una firma di guerra. All’alba di ieri, via Gandusio – la strada-simbolo del degrado multietnico sotto le Due Torri – si è svegliata avvolta dal fumo nero di tre roghi dolosi appiccati in sequenza: un cassonetto, una 500 Enjoy e uno scooter dato alle fiamme sotto i palazzi Acer appena restaurati con i soldi dei contribuenti italiani. Tre distinti punti d’innesco, trovati dai vigili del fuoco: non un caso, ma un messaggio chiaro e criminale.
Chi abita lì non ha dubbi: sono stati loro, i “maranza”. Quei gruppi di seconde generazioni maghrebine e subsahariane che da mesi hanno eletto via Gandusio a loro feudo personale. Non si limitano più a spacciare nei portici o a minacciare i passanti: ora bruciano auto, terrorizzano gli operai e sfidano apertamente lo Stato. Solo pochi giorni fa la ditta che sta rifacendo le fognature aveva presentato denuncia ai carabinieri: minacce dirette, attrezzi distrutti, operai costretti a scappare. Ora le fiamme. Il passo successivo è logico: da intimidazioni a incendi dolosi, il salto è breve.
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E mentre Bologna la Rossa si vanta di essere “accogliente”, i residenti dei palazzi Acer – molti dei quali italiani anziani che pagano affitti calmierati da una vita – vivono barricati in casa. Le telecamere di sorveglianza? Infrante. I portoni? Spaccati. I giardini? Territorio di spaccio 24 ore su 24. I restauri da milioni di euro? Già anneriti dal fumo e dal disprezzo di chi considera questa città una preda da saccheggiare.
È l’ennesima prova che l’integrazione è fallita miseramente: questi non sono “ragazzi di periferia” in cerca di riscatto. Sono baby gang organizzate, nate e cresciute tra i nostri servizi sociali, che hanno imparato una sola lezione: qui possono fare quello che vogliono senza pagare mai il conto. E quando qualcuno prova a dire basta – un operaio, un residente, una ditta – arrivano le molotov sotto casa.
Basta ipocrisie. Via Gandusio non è un “quartiere difficile”: è una zona di guerra a bassa intensità, dove lo Stato italiano ha già perso. Servono daspo urbani immediati, sgomberi forzati degli occupanti abusivi, espulsioni per ogni foreign fighter con meno di 18 anni che delinque, e un presidio fisso di polizia e carabinieri finché l’ultimo maranza non capirà che Bologna non è Casablanca né Bamako.
Altrimenti fra un anno non ci saranno più cassonetti da bruciare: ci saranno solo palazzi vuoti, italiani in fuga e una città che ha ceduto il suo cuore al caos. Via Gandusio brucia stanotte. Domani potrebbe toccare al vostro quartiere. Svegliamoci prima che sia troppo tardi.



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