“Il piano del Quirinale per fermare la Meloni”: scontro Mattarella-FdI
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# Il Quirinale e le ombre del complotto: una richiesta di chiarezza istituzionale
**Roma, 18 novembre 2025** – In un clima politico già denso di tensioni, le recenti dichiarazioni del deputato Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, hanno riaperto un dibattito acceso sul ruolo super partes della Presidenza della Repubblica. Tutto nasce da un’inchiesta pubblicata sul quotidiano *La Verità*, intitolata “Il piano del Quirinale per fermare la Meloni”, che denuncia presunte conversazioni tra consiglieri del Colle finalizzate a ostacolare il governo guidato da Giorgia Meloni e il centrodestra alle urne. Un’accusa grave, che evoca scenari di interferenza istituzionale e che merita una risposta proporzionata, lontana da polemiche e basata su fatti.
L’articolo di *Il Giornale*, intitolato *”Stupore dal Quirinale. Le parole di Bignami sono un caso”*, ripercorre fedelmente gli sviluppi della vicenda. Bignami, esprimendo “stupore” per le rivelazioni di *La Verità*, ha invocato “smentite senza indugio” nei confronti del consigliere presidenziale Alfredo Garofani, citato come protagonista di dialoghi in cui si auspicherebbero coalizioni alternative – come una “grande lista civica nazionale” – per impedire una nuova vittoria del centrodestra. Ancora più allarmante, si fa riferimento a un “provvidenziale scossone” contro l’esecutivo attuale, un’espressione che, se confermata, potrebbe configurarsi come un’ipotesi di complotto eversivo ai danni delle istituzioni democratiche.
La reazione del Quirinale, come riportato, è stata una nota ufficiale che esprime “stupore” per le parole di Bignami, accusate di dare credito a un “ennesimo attacco alla Presidenza della Repubblica costruito sconfinando nel ridicolo”. Maurizio Belpietro, direttore di *La Verità*, ha prontamente replicato confermando “parola per parola” quanto pubblicato, definendo “ridicolo” il tentativo di silenziare dichiarazioni che, se autentiche, rivelerebbero un’inquietante deriva interna al Palazzo. L’opposizione – dal Pd a +Europa e Italia Viva – ha colto l’occasione per criticare aspramente Bignami, chiedendo a Meloni di prendere le distanze da affermazioni che rischiano di innescare un conflitto istituzionale. Si parla di “bufala”, di “irresponsabilità” nel trascinare il Presidente Sergio Mattarella in beghe di partito.
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In questo intreccio di voci e controvoci, emerge un elemento cruciale: l’assenza di una smentita diretta e puntuale sulle specifiche affermazioni riportate da *La Verità*. La nota del Quirinale, pur comprensibile nel suo tono di difesa, si limita a contestare l’attacco complessivo senza entrare nel merito delle conversazioni attribuite a Garofani. Bignami stesso ha precisato di non voler coinvolgere il “Colle” nel suo mirino, ma di attendere una risposta dal singolo consigliere: “In assenza di smentita, dovremo dedurne la fondatezza delle ricostruzioni”, ha dichiarato, sottolineando il rispetto assoluto per il ruolo della Presidenza.
È qui che si impone una riflessione serena e responsabile. Accuse di questo calibro non possono essere liquidate con un velo di ironia o un generico “stupore”. Un complotto eversivo, anche solo ipotizzato, mina la fiducia nelle istituzioni e alimenta divisioni che il nostro sistema repubblicano non si può permettere. Per questo ci uniamo alla richiesta di Bignami – ma in una forma depurata da qualsiasi accento polemico – rivolgerci direttamente al Quirinale: una smentita seria, documentata e non ambigua sulle parole attribuite ai suoi consiglieri sarebbe il gesto più efficace per dissipare le ombre e restaurare la serenità istituzionale.
Serve una dichiarazione ufficiale che smentisca punto per punto le ricostruzioni di *La Verità* – magari con il coinvolgimento del diretto interessato, Garofani. Altrimenti si potrebbe dedurre qualcosa di inquietante.
Mentre il dibattito infuria sui banchi parlamentari e nei salotti di Palazzo Chigi, attendiamo una risposta. Seria.
“Abbiamo letto un articolo in cui vengono riportati fatti circostanziati, delle frasi e dei virgolettati attribuiti ad una persona e nel comunicato ho chiesto che quella persona smentisse”, afferma Bignami conversando con i cronisti alla Camera. A chi gli fa notare la precisazione fatta dal Quirinale, Bignami risponde: “Non ci permettiamo minimamente di chiedere smentite, nessuno ha chiesto al Colle interventi, però rimane la domanda al consigliere”. “Noi – dice – abbiamo chiesto una smentita al Quirinale, nulla costa ad una persona come il consigliere Garofani dire ‘smentisco’, è una parola sola”. A chi gli domanda cosa dovrebbe smentire esattamente il consigliere di Mattarella, Bignami risponde: “C’è un singolo che ha fatto delle affermazioni secondo quello che dice un vostro collega, noi chiediamo: è vero o non è vero che hai fatto queste affermazioni, non mi permetto di tirare in mezzo il Colle”. Alla domanda se abbia sentito Meloni, Bignami si limita a risponde: “Io uso la mia testa”. E se la smentita non arriva cosa succede? Chiedono i giornalisti. “Non è che se non arriva la smentita facciamo l’Aventino, se non c’è la smentita prendiamo atto che è l’opinione di Garofani”, dice Bignami.
“Né Fdi né tanto meno Palazzo Chigi hanno mai dubitato della lealtà istituzionale del presidente Mattarella con il quale il governo ha sempre interloquito con totale spirito di collaborazione, non da ultimo sugli importanti dossier internazionali, dall’Ucraina al Medio Oriente. Infatti Bignami non si è in alcun modo riferito al Quirinale né si è rivolto in modo irrispettoso al presidente della Repubblica ma ha semplicemente fatto notare che sarebbe stata opportuna una smentita del consigliere Garofani per le affermazioni a lui attribuite dal quotidiano La Verità. Smentita che avrebbero risolto sul nascere ogni tipo di polemica”. Così il sottosegretario alla presidenza Giovanbattista Fazzolari.



Speriamo. Una che fa sbarcare 300 mila clandestini deve andare a casa.