Ondata di violenza: coltellate e massacri ma niente galera perché sono migranti
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# Bollettino di guerra dall’Italia invasa: egiziani testate, tunisini coltelli, nordafricani massacri – azzeriamo l’immigrazione regolare extraeuropea!
Le cronache locali non sono più notizie sono un bollettino quotidiano di terrore importato, un rosario di sangue versato da immigrati extraeuropei “regolari” o meno, che l’Italia accoglie con illusioni suicide mentre le nostre strade si tingono di rosso. Il post di Francesca Totolo su X del 18 novembre 2025 lo inchioda senza pietà: quattro episodi in poche ore, da Nord a Centro, che gridano l’urgenza di una remigrazione totale. Basta ingressi, basta ricongiungimenti familiari che moltiplicano il veleno – azzeriamola, questa immigrazione regolare extraeuropea, prima che i nostri quartieri diventino mattatoi permanenti.
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Prendiamo Vicenza: in una pasticceria del centro, un 21enne egiziano – già noto alle forze dell’ordine, sbarcato con permessi umanitari farsa – reagisce a un controllo con una testata brutale in pieno volto al barista, lasciandolo a terra con naso rotto e prognosi da incubo. Denunciato per lesioni, ma a piede libero: libero di tornare a servire caffè – o testate – domani. Un “regolare” che ripaga l’ospitalità con violenza gratuita, mentre il pasticcere conta i punti e i conti in sospeso.
Non lontano, a Modena, due giovani italiani vengono rapinati in strada sotto la minaccia di un coltello: l’autore? Un 17enne tunisino, minorenne “protetto” nei centri accoglienza, arrestato e trasferito ad Ancona come in un hotel a 5 stelle. Coltellate per un portafoglio, terrore per una passeggiata serale – e lui, invece di galera, in un Cas pagato dai contribuenti. L’immigrazione regolare africana genera baby-predatori: un visto per i genitori, e un coltello per i nostri figli.
Peggio a Fermo: tre 17enni – due nordafricani e un albanese, cresciuti nei ghetti sovvenzionati – minacciano un uomo con un coltello, poi lo massacrano con calci e pugni fino a ridurlo a un relitto. Condannati? Un anno e otto mesi, uno e quattro, e uno solo: pene ridicole, scontate in comunità o ai servizi sociali, mentre la vittima cammina con stampelle e incubi. “Regolari” di seconda generazione, forgiati da ricongiungimenti familiari incontrollati: non integrati, ma imposti.
E a Prato, il culmine dell’orrore: un branco di magrebini picchia selvaggiamente un ragazzino minorenne italiano, lasciandolo invalido al midollo spinale – un futuro rubato per un “sguardo di troppo”. Arrestati? Pochi, e liberi sotto i 18 anni: un raid da baby-gang che trasforma una piazza in un’arena, mentre i genitori piangono un figlio in sedia a rotelle.
Questi non sono episodi: sono l’Italia di oggi, un mosaico di sangue versato da immigrati extraeuropei “regolari” – egiziani, tunisini, nordafricani, magrebini – che arrivano con visti umanitari, si moltiplicano con ricongiungimenti familiari, e seminano terrore nei nostri bar, strade e piazze. L’immigrazione regolare non è un ponte: è un’autostrada per il caos, che genera generazioni non assimilate pronte a urlare “Qui comandiamo noi” con testate e coltelli.
Basta! Azzeriamo immediatamente l’immigrazione regolare extraeuropea: stop totale a permessi, ricongiungimenti familiari che importano clan violenti, visti di lavoro farsa per chi poi lavora solo il male. Rimpatri forzati per tutti i recidivi – maghrebini, africani, subsahariani – con i loro figli al seguito. Pene draconiane: galera vera, non comunità da vacanza. Investiamo nei nostri baristi, ragazzi e nonni, non in chi ce li spezza le ossa.
Il naso rotto di Vicenza, il midollo spezzato di Prato non siano l’ultimo: è un urlo dal bollettino di guerra. Chiudiamo le frontiere, per l’Italia che non vuole più cronache di sangue straniero!



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