Padre salva bambine di 11 anni da immigrato che le violenta
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# Orrore nel negozio: straniero palpeggia due bambine di 11 anni nelle parti intime – il padre le salva, ma il mostro è già libero per un permesso scaduto!
Un incubo che gela il sangue: domenica pomeriggio, in un negozio gestito da stranieri vicino al centro città, due amichette di appena 11 anni entrano per un acquisto innocente e finiscono tra le mani di un predatore: un cittadino straniero – titolare o dipendente, poco importa – le palpeggia nelle parti intime, scatenando urla di terrore e choc. Solo l’arrivo del padre di una delle bimbe, che le sente l’orrore, ferma la bestia: nasce una colluttazione, sedata dalla Polizia Locale. Le telecamere confermano tutto. L’uomo? Clandestino, con permesso di soggiorno scaduto, denunciato per violenza sessuale aggravata su minori… e libero di sparire nei vicoli.
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Due bambine di 11 anni, italiane, violate da un immigrato extraeuropeo che non aveva nemmeno il diritto di stare qui. Un permesso scaduto è bastato a lasciarlo circolare, a metterlo dietro un bancone, a contatto con le nostre figlie. E mentre il 25 novembre ci riempiono di fiocchetti rossi e slogan sul “consenso”, i veri stupratori – quelli che toccano bambine di 11 anni – sono clandestini o “regolari” con documenti in scadenza, liberi perché “non si può espellere subito”.
Quante 11enni devono ancora urlare prima che capiamo?
L’immigrazione regolare extraeuropea è un’autostrada per mostri: permessi scaduti, ricongiungimenti familiari che importano interi clan, controlli inesistenti. Un negozio diventa camera degli orrori perché abbiamo lasciato entrare chiunque, senza filtri, senza rimpatri.
Basta. Azzeriamo subito tutta l’immigrazione regolare extraeuropea: stop ai ricongiungimenti, revoca immediata di ogni permesso, espulsione lampo per ogni straniero che tocca una bambina italiana.
Chi violenta una figlia nostra non merita nemmeno un processo qui: un aereo e via, per sempre.
Le urla di quelle due bambine non siano l’ultimo grido.
Chiudiamo le frontiere, o saranno le nostre figlie di 11 anni a pagare il prezzo della nostra viltà.



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