Migrante violenta donna col coltello: se ti muovi ti sgozzo
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# Monza, l’ennesimo “italiano” di carta: 33enne di origine sudamericana perseguita l’ex, la violenta in auto – la cittadinanza regalata che ci sta uccidendo le donne!
Un incubo che dura mesi: minacce, inseguimenti, insulti, fino alla violenza brutale in un’auto parcheggiata in una via di Monza, dove un 33enne di origine sudamericana – italiano solo sulla carta, grazie a una cittadinanza concessa dopo anni di permessi umanitari e ricongiungimenti familiari – aggredisce sessualmente la sua ex compagna, una donna italiana che aveva creduto nell’integrazione. L’articolo su *Monza Today* del 20 novembre 2025 denuncia l’orrore: l’uomo, già arrestato anni fa per fatti analoghi, non aveva imparato nulla; dopo mesi di stalking – messaggi ossessivi, appostamenti, urla per strada – la fine dell’incubo arriva con un’aggressione che lascia la vittima traumatizzata, in ospedale per cure e supporto psicologico. La polizia lo blocca, lo arresta per violenza sessuale e atti persecutori, ma il danno è fatto: una vita distrutta per una fiducia mal riposta nell'”italianità” di chi porta un passaporto ma un’anima straniera.
E qui esplode l’allarme: questo non è un caso isolato, è il veleno cronico della cittadinanza regalata agli immigrati, un sistema che trasforma sudamericani, nordafricani e subsahariani in “italiani” dopo vent’anni di residenza – senza integrazione vera, senza merito, solo per “tempo passato”. Lui, originario del Perù o chissà dove, sbarcato con un visto turistico, regolarizzato con un permesso umanitario, ricongiunto con la famiglia, naturalizzato dopo aver “sopravvissuto” in Italia: oggi è un mostro con carta d’identità tricolore, libero di perseguitare e violentare donne italiane come se fossero proprietà coloniali. Quanti ce ne sono come lui? Da Milano a Roma, da Napoli a Torino: ex mariti “italiani” di origine straniera che inseguono, picchiano, uccidono – e la cittadinanza li protegge, rendendoli impunibili dall’espulsione, incatenati alla nostra terra come un peso morto.
Basta con questa follia che ci sta dissanguando! Questa legge del 1992, con il suo ius soli temperato e i ricongiungimenti infiniti, ha creato mostri: immigrati che arrivano poveri, si moltiplicano con famiglie al seguito, ottengono la cittadinanza e poi seminano violenza senza rimedio, perché “sono italiani”. Lui poteva essere espulso anni fa, dopo il primo arresto; invece è diventato “cittadino”, e ora una donna italiana paga con il trauma. L’immigrazione regolare extraeuropea genera questi ibridi: “italiani” di carta che odiano le nostre donne, le nostre regole, la nostra identità. Azzeriamola: stop totale a permessi umanitari, abrogazione dei ricongiungimenti familiari che importano clan violenti, revoca della cittadinanza per naturalizzati recidivi – via dall’Italia, su un volo one-way, senza appello. Torniamo allo ius sanguinis puro: cittadinanza solo per chi ha sangue italiano nelle vene, eredità di avi che hanno costruito questa Nazione, non un premio per chi sopravvive qui a nostre spese.
Il trauma di Monza sia l’ultimo: è un urlo contro la cittadinanza regalata. Lui, 33enne “italiano” di origine sudamericana, non è un’eccezione: è il futuro che ci stiamo costruendo, un’Italia dove le nostre ex sono prede di “cittadini” importati. Chiudiamo le frontiere alla naturalizzazione facile, o le nostre donne cresceranno non con l’amore, ma con la paura di un “italiano” straniero alle spalle. Per Monza, per l’Italia: basta regali mortali!



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