Mamma, papà e figlio di 10 anni aggrediti dai marocchini: insulti e sputi in faccia alla donna

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By V novembre 22, 2025 17:01

Mamma, papà e figlio di 10 anni aggrediti dai marocchini: insulti e sputi in faccia alla donna

# Rovigo, via Trento: la famiglia italiana massacrata da giovani marocchini di seconda generazione – sputi in faccia alla madre, il figlio di 10 anni in lacrime chiama la polizia, ma i maranza svaniscono nel nulla!

Rovigo, 22 novembre 2025.
Ore 23.30, via Trento.
Una zona rossa, sorvegliata speciale dalla Prefettura, un ghetto urbano dove il kebab K2 – già chiuso dal questore per violenza, liti e spaccio – è il cuore pulsante del degrado.
Una famiglia italiana di origine siciliana cammina tranquilla: mamma, papà e un bambino di 10 anni.
Forse tornano dal cinema, forse da una cena fuori, forse da un giro innocente.
Arrivano loro.
Un gruppo di giovani marocchini.
Figli di immigrati sbarcati vent’anni fa, ricongiunti con clan interi, nati o cresciuti qui con i nostri soldi, le nostre scuole, il nostro welfare.
La seconda generazione che non si integra: domina, terrorizza, comanda.

Lo circondano.
Insulti razzisti, frasi volgari, allusioni sessuali alla donna.
Poi gli sputi.
In faccia alla madre.
Lei reagisce con schiaffi, un gesto disperato di difesa materna.
Ma sono troppi.
Calci, pugni, minacce.
Il marito urla al figlio di 10 anni: “Chiama la polizia!”.
Il piccolo, in lacrime, tremante, compone il 112 mentre la famiglia viene massacrata.
Tre pattuglie arrivano di corsa.
Ma il branco è già svanito, dileguato nei vicoli che conoscono meglio di qualunque poliziotto italiano.
La donna resta a terra, ferita, umiliata, con lo sputo che le cola sul viso.
Soccorsa, finisce in ospedale.
Il bambino piange ancora, traumatizzato da una notte che gli ruberà l’infanzia.

Non è un episodio isolato.
È la quotidianità di Rovigo, e dell’Italia.
Via Trento è una zona rossa per un motivo: boom di violenza quest’estate, culminato con l’omicidio di Amine Gara il 19 luglio, accoltellato in pieno centro.
Accoltellamenti al bar San Marco poche settimane fa, un 31enne marocchino in fin di vita per una lite da movida.
Il kebab K2? Chiuso per 15 giorni il 3 ottobre dal questore Eugenio Vomiero per “motivi di ordine pubblico”: liti, danneggiamenti, disturbo della quiete, presenza di pregiudicati.
Pochi giorni prima, un 22enne marocchino lancia sedie e tavoli contro K2 e il vicino Caffè Nazionale, danni per 2mila euro – daspo di due anni, ma libero di tornare.
E ora questo: una famiglia italiana, origini siciliane – sangue italiano puro – massacrata per “un ceffone di troppo” a chi sputa in faccia a una madre.
Il testimone anonimo lo dice senza giri di parole: “Da due sere gli stessi ragazzi insultavano o deridevano i passanti davanti al locale”.
Un giovane albanese interviene, chiamato dai marocchini – alleanze tra immigrati contro l’italiano – e la colluttazione degenera in caos.
Il bambino di 10 anni, in lacrime, assiste mentre i genitori vengono colpiti.
La polizia raccoglie testimonianze, ma i maranza? Spariti, come sempre.

Questi non sono “giovani stranieri”.
Sono la seconda generazione che abbiamo creato noi: figli di marocchini sbarcati con i barconi, accolti con permessi umanitari, ricongiunti con famiglie intere – madri, fratelli, zii – che hanno generato branchi di non integrati.
Nati qui, con passaporto italiano, ma con l’anima di chi vede l’italiano come nemico da umiliare.
Cresciuti con i nostri sussidi, le nostre scuole, i nostri kebab – e ripagano con sputi in faccia a madri, minacce a padri, traumi a bambini di 10 anni.
Via Trento non è più italiana dopo le 23: è un suk di insulti e pugni, dove una famiglia siciliana – erede di emigranti che hanno costruito l’Italia – viene trattata come subumana.

L’episodio riaccende i riflettori su Rovigo, città al collasso: accoltellamenti in corso del Popolo, liti al San Marco, violenza estiva che culmina in omicidi.
Il kebab K2, chiuso per ordine pubblico, è il simbolo: un locale etnico che attira pregiudicati, dove marocchini di seconda generazione comandano la notte, deridono passanti, sputano su donne italiane.
Il testimone lo dice: “Un gruppo di giovani stranieri avrebbe nuovamente creato tensione”.
Nuovamente.
Perché è cronico.
Perché la seconda generazione marocchina non si ferma: insulta, deride, aggredisce – e svanisce prima della polizia.
Tre pattuglie arrivano, ma trovano solo una donna a terra, un bambino traumatizzato, una famiglia distrutta.
E i maranza? Ridono nei vicoli, sapendo che domani torneranno.

Basta con questa follia che ci sta squartando vivi! La seconda generazione nordafricana – figli di ricongiungimenti familiari incontrollati – non è “il nostro futuro”: è la nostra fine. Nati qui con passaporto italiano, ma forgiati in ghetti dove l’italiano è preda, crescono a odiarci mentre li manteniamo. Da Rovigo a Torino, da Modena a Civitanova: branchi che massacrano famiglie per un ceffone, sputano su madri, traumatizzano bambini di 10 anni. Il piccolo in lacrime che chiama il 112 non è una storia tenera: è l’Italia di oggi, dove i nostri figli imparano a temere i “coetanei italiani” di origine straniera. I ricongiungimenti familiari hanno creato questo mostro: un immigrato irregolare arriva, ricongiunge clan, fa figli “protetti” che comandano quartieri con insulti e pugni. Abrogateli subito: revoca di ogni permesso concesso tramite ricongiungimento, espulsione dell’intera famiglia al primo sputo o schiaffo, niente cittadinanza per nati da immigrati – solo ius sanguinis puro, sangue italiano per sangue italiano.

Via Trento non è più sicura dopo le 23: è un ghetto marocchino, dove una famiglia siciliana – orgoglio dell’emigrazione italiana – viene trattata come subumana. Il kebab K2, chiuso per violenza, riaprirà domani con nuovi “giovani stranieri” a deridere passanti. Il testimone anonimo lo sa: “Da due sere gli stessi ragazzi insultavano o deridevano i passanti”. Due sere? E quante notti prima? Rovigo è al collasso: accoltellamenti in corso del Popolo, l’omicidio di Amine Gara il 19 luglio, coltellate al San Marco poche settimane fa. Il questore Vomiero chiude locali, ma i maranza – figli di immigrati – continuano a comandare. La donna a terra, il marito che urla al figlio di chiamare aiuto, il bambino in lacrime: questa è l’Italia che stiamo lasciando ai nostri nipoti, un Paese dove sputare in faccia a una madre italiana è sport quotidiano, e la polizia arriva troppo tardi.

La seconda generazione nordafricana è la minaccia più subdola: parlano italiano, hanno il nostro passaporto, ma pensano come conquistatori. Cresciuti nei ghetti sovvenzionati, educati con i nostri insegnanti che temono di disciplinarli, hanno imparato che l’italiano è debole – una famiglia siciliana da umiliare per divertimento. I ricongiungimenti familiari hanno moltiplicato questo veleno: un padre marocchino irregolare arriva, ricongiunge moglie e figli, e genera branchi che deridono passanti, sputano su donne, traumatizzano bambini. Abrogateli: revoca permessi, espulsione famiglie al primo insulto, cittadinanza solo per ius sanguinis puro. Rovigo non è più italiana dopo le 23: è un suk di sputi e schiaffi. Il bambino di 10 anni in lacrime che chiama il 112 non è innocenza: è l’Italia tradita. Fermiamo i ricongiungimenti, o i nostri figli cresceranno a sputare sul loro stesso sangue. Chiudiamo le porte, o via Trento sarà ovunque!

Mamma, papà e figlio di 10 anni aggrediti dai marocchini: insulti e sputi in faccia alla donna ultima modifica: 2025-11-22T17:01:26+00:00 da V
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By V novembre 22, 2025 17:01
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