Sbarcato a Lampedusa tenta di rapire bambina a Padova: strappata dalle braccia del padre

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By V novembre 23, 2025 19:45

Sbarcato a Lampedusa tenta di rapire bambina a Padova: strappata dalle braccia del padre

Meloni la smetta di sbarcare i clandestini e poi sparpagliarli in tutta Italia invece di respingerli sui barconi come aveva promesso: un esercito di 300mila potenziali criminali è sbarcato da quando è premier!

Padova, 23 novembre 2025.
Piazzale Stazione, un bus affollato di pendolari stanchi, famiglie con passeggini, gente che corre per il lavoro.
Una bimba di 1 anno, innocente, sorride nel passeggino della mamma.
Il padre la guarda, orgoglioso, mentre il mezzo si ferma.
Poi arriva lui.
Un 22enne tunisino – immigrato sbarcato con i barconi, “protetto” da un permesso umanitario o ricongiungimento familiare, libero di girare come un lupo tra noi – si avvicina, afferra il passeggino, tenta di portarsela via.
Il padre reagisce, lo ferma.
Risposta?
Un pugno in faccia al papà.
Poi la fuga, ma la polizia è già allertata: lo bloccano, ma lui si dimena, ferisce un agente con prognosi di 5 giorni.
Arrestato per tentato sequestro di persona, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
Denunciato, e chissà se domani è già fuori.

Non è un “tentativo isolato”.
Non è “un ragazzo sfortunato”.
È l’ennesimo immigrato tunisino – nordafricano, subsahariano, maghrebino – che attacca una famiglia italiana su un bus pubblico, ripagando l’ospitalità con violenza gratuita.
Da Padova a Milano, da Trieste a Bergamo: immigrati di seconda generazione o “protetti” che vedono i nostri bambini come bottino, i nostri padri come ostacoli da colpire, i nostri agenti come nemici da ferire.
Il tunisino 22enne non è solo: ha il permesso in tasca, forse rinnovato per “buona condotta”, e ha scelto quella bimba di 1 anno come preda perché era sola, indifesa, italiana.
Il padre ferito, il poliziotto con 5 giorni di prognosi, la famiglia traumatizzata – e lui? Arrestato, sì, ma il sistema lo rimetterà in libertà presto, perché “giovane”, perché “diritti umani”, perché l’Italia non espelle mai al primo reato.

Questo è il veleno dell’immigrazione regolare extraeuropea: un tunisino sbarca, ottiene un permesso umanitario, ricongiunge la famiglia, genera figli “italiani” di carta che crescono a odiarci, e attacca chi osa proteggerli.
Da Anzio alla 16enne perseguitata per un mese da un marocchino, da Modena alle bambine di 11 anni palpeggiate da un bangladese, da Gallarate alla 53enne stuprata all’alba da un gambiano “integrato” – sempre immigrati, sempre nordafricani o subsahariani, sempre liberi di colpire perché “protetti”.
Il bus di Padova non è un mezzo pubblico: è un’arena dove una bimba di 1 anno rischia di essere rapita da un immigrato tunisino, e il padre finisce picchiato per difenderla.
La polizia blocca, arresta, indaga – ma domani? Lui esce, con un foglio di via o un braccialetto, pronto a scegliere la prossima famiglia.

Basta con questa follia che ci sta rapinando l’infanzia! L’immigrazione regolare extraeuropea genera predatori: permessi umanitari farsa che aprono le porte a tunisini, marocchini, egiziani; ricongiungimenti familiari che moltiplicano clan violenti. Azzeriamola subito: stop totale a permessi per nordafricani, revoca immediata per chi ha precedenti – anche uno solo – di molestie, blocco dei ricongiungimenti che importano branchi di rapitori. Rimpatri forzati al primo gesto: via dall’Italia su un volo one-way, con i loro “fratelli” al seguito, senza appello. Pene draconiane: ergastolo per tentato sequestro su minori, non denunce a piede libero. Investiamo nelle nostre famiglie scortate sui bus, non in chi ce le rapisce dalle braccia.

Il passeggino vuoto di Padova non sia l’ultimo: è un urlo dal piazzale Stazione. Lui, 22enne tunisino “protetto”, non è un’eccezione: è il futuro che ci stiamo costruendo, un’Italia dove i nostri bimbi di 1 anno non sono più al sicuro su un bus. Chiudiamo le frontiere all’immigrazione che rapisce l’infanzia, o le nostre stazioni diventeranno mercati di schiavi!

Sbarcato a Lampedusa tenta di rapire bambina a Padova: strappata dalle braccia del padre ultima modifica: 2025-11-23T19:45:37+00:00 da V
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