Donne stuprate, bambini rapini, nonni picchiati: maranza fuori controllo in tutta Italia

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By V novembre 23, 2025 20:02

Donne stuprate, bambini rapini, nonni picchiati: maranza fuori controllo in tutta Italia

# L’Italia in Fiamme: Quattro Aggressioni in 48 Ore – Immigrati e Seconde Generazioni Mettono a Ferro e Fuoco le Nostre Città, Basta Ricongiungimenti Familiari o Perdiamo Tutto!

Quattro città.
Quattro aggressioni.
Quattro famiglie italiane distrutte.
In sole 48 ore, dal 21 al 23 novembre 2025, l’Italia è stata messa a ferro e fuoco da immigrati e seconde generazioni extraeuropee.
Non è malamovida.
Non è “degrado giovanile”.
È guerra etnica.
È la sostituzione in atto.
È il prezzo che paghiamo per i ricongiungimenti familiari e i permessi umanitari regalati.

1. Trieste, venerdì pomeriggio, linea 11
Tre maranza – seconda generazione, carnagione olivastra, urlano in arabo – molestano e palpeggiano una donna italiana sul bus.
La figlia adolescente fugge terrorizzata.
L’autista giovane chiede calma, viene preso a pugni in faccia.
Due giorni prima, linea B, mezzanotte: un altro autista triestino di 50 anni massacrato brutalmente.
Sempre la stessa matrice: immigrati di seconda generazione che considerano i bus italiani territorio di caccia.

2. Cassino, sabato all’alba
Una ragazza italiana nuda viene trascinata in strada da un branco sceso da un SUV.
Bastoni, calci, pugni.
La sbattono contro una saracinesca, la massacrano davanti ai commercianti del mercato.
Un ragazzo che la difende finisce allo stesso modo.
Immigrati di seconda generazione – nordafricani e subsahariani – in azione punitiva.
Cassino non è più sicura nemmeno alle 6 del mattino.

3. Padova, piazzale Stazione
Un 22enne tunisino afferra una bimba di 1 anno dal passeggino, tenta di rapirla.
Il padre reagisce, viene picchiato.
Un poliziotto interviene, finisce con 5 giorni di prognosi.
Il tunisino – sbarcato con i barconi, “protetto” da permesso umanitario – voleva una bambina italiana come trofeo.

4. Rovigo, via Trento, notte
Una famiglia italiana di origine siciliana – mamma, papà, figlio di 10 anni – aggredita da un branco di marocchini di seconda generazione.
Sputi in faccia alla madre.
Lei reagisce con schiaffi.
Pugni, calci, umiliazione.
Il bambino in lacrime chiama la polizia.
Tre pattuglie arrivano, ma il branco è già svanito.

Quattro città.
Quattro aggressioni.
Quattro famiglie italiane distrutte.
Sempre la stessa matrice: immigrati e seconde generazioni extraeuropee – tunisini, marocchini, subsahariani, maghrebini – che vedono le nostre donne come prede, i nostri figli come bottino, i nostri bus, strade, mercati come territori da conquistare.

Non è “degrado”.
È occupazione.
È la seconda generazione che abbiamo creato con le nostre mani:
ricongiungimenti familiari che importano clan interi,
permessi umanitari regalati,
cittadinanza facile per chi nasce qui da genitori immigrati.
E il risultato?
Trieste, Cassino, Padova, Rovigo – e domani Milano, Roma, Napoli.

Basta.
Abrogare immediatamente i ricongiungimenti familiari.
Revocare ogni permesso concesso tramite essi.
Espellere l’intera famiglia al primo sputo, al primo pugno, al primo tentativo di rapimento.
Niente più “italiani di carta” che massacrano le nostre figlie nude in strada, rapiscono le nostre bimbe di 1 anno, sputano sulle nostre madri.

L’Italia non è più nostra dopo le 23, né alle 6 del mattino, né sui bus.
È territorio occupato.
E se non fermeremo questa invasione oggi,
domani non ci sarà più un solo angolo dove un italiano possa camminare senza paura.

Il sangue di Cassino, le lacrime del bambino di Rovigo, il passeggino vuoto di Padova, il pugno in faccia all’autista di Trieste
non sono notizie di cronaca.
Sono la firma di un’occupazione.
Chiudiamo le porte,
o l’Italia finirà in frantumi.
Una bastonata alla volta.
Un passeggino alla volta.
Una madre umiliata alla volta.

# Rovigo, Via Trento: Famiglia Italiana Massacrata da Giovani Marocchini di Seconda Generazione – Sputi in Faccia alla Madre, il Figlio di 10 Anni Chiama la Polizia in Lacrime, Ma il Branco Svane nel Nulla!

Rovigo, notte del 22 novembre 2025.
Ore 23.30, via Trento.
Una zona rossa, sorvegliata speciale dalla Prefettura, un ghetto urbano dove il degrado non è più un’eccezione, ma la regola.
Una famiglia italiana di origine siciliana – mamma, papà e un bambino di 10 anni – cammina tranquilla, forse rientra da una cena fuori, forse da un giro serale innocente.
Sangue del sud, orgoglio dell’emigrazione italiana che ha costruito questo Paese con il sudore, non con i sussidi.
Poi arriva il branco.
Un gruppo di giovani marocchini.
Figli di immigrati sbarcati vent’anni fa, ricongiunti con clan interi grazie a leggi suicide, nati o cresciuti qui con i nostri soldi, le nostre scuole, il nostro welfare.
La seconda generazione che non si integra: domina, terrorizza, comanda con insulti, sputi e pugni.

Lo circondano.
Insulti razzisti, frasi volgari, allusioni sessuali alla donna – “puttana italiana”, “torna al tuo posto”.
Poi gli sputi.
In faccia alla madre.
Lei, istinto materno, reagisce con schiaffi, un gesto disperato di difesa contro l’umiliazione.
Ma sono troppi.
Calci, pugni, minacce.
Il marito urla al figlio di 10 anni: “Chiama la polizia!”.
Il piccolo, in lacrime, tremante, compone il 112 mentre la famiglia viene massacrata davanti ai suoi occhi innocenti.
Tre pattuglie arrivano di corsa, sirene ululanti.
Ma il branco è già svanito, dileguato nei vicoli che conoscono meglio di qualunque poliziotto italiano.
La donna resta a terra, ferita, umiliata, con lo sputo che le cola sul viso e il sale della rabbia negli occhi.
Soccorsa, finisce in ospedale.
Il bambino piange ancora, traumatizzato da una notte che gli ruberà l’infanzia, da un incubo dove “gli zii” – come i marocchini si chiamano tra loro – sputano sulla sua mamma.

Non è una “lite”.
Non è “malamovida”.
È un’aggressione razziale: giovani marocchini di seconda generazione contro una famiglia italiana.
Punto.
E non è un caso isolato.
È la quotidianità di Rovigo, e dell’Italia.
Via Trento è una zona rossa per un motivo: boom di violenza quest’estate, culminato con l’omicidio di Amine Gara il 19 luglio, accoltellato in pieno centro per una lite banale.
Accoltellamenti al bar San Marco poche settimane fa, un 31enne in fin di vita per una movida degenerata.
Il kebab K2? Chiuso per 15 giorni il 3 ottobre dal questore Eugenio Vomiero per “motivi di ordine pubblico”: liti, danneggiamenti, disturbo della quiete, presenza di pregiudicati.
Pochi giorni prima, un 22enne marocchino lancia sedie e tavoli contro K2 e il vicino Caffè Nazionale, danni per 2mila euro – daspo di due anni, ma libero di tornare a deridere passanti.
Il testimone anonimo lo dice senza giri di parole: “Da due sere gli stessi ragazzi insultavano o deridevano i passanti davanti al locale”.
Due sere? E quante notti prima? Rovigo è al collasso: accoltellamenti in corso del Popolo, l’omicidio di Gara, coltellate al San Marco.
Il questore chiude locali, ma i giovani marocchini di seconda generazione – figli di ricongiungimenti familiari – continuano a comandare la notte, deridono passanti, sputano su donne italiane, traumatizzano bambini di 10 anni.

Questi non sono “giovani stranieri”.
Sono la seconda generazione che abbiamo creato noi: figli di marocchini sbarcati con i barconi, accolti con permessi umanitari, ricongiunti con famiglie interi – madri, fratelli, zii – che hanno generato branchi di non integrati.
Nati qui, con passaporto italiano, ma con l’anima di chi vede l’italiano come nemico da umiliare.
Cresciuti con i nostri sussidi, le nostre scuole, i nostri kebab – e ripagano con sputi in faccia a madri, minacce a padri, traumi a bambini di 10 anni.
Via Trento non è più italiana dopo le 23: è un suk di insulti e pugni, dove una famiglia siciliana – erede di emigranti che hanno costruito l’Italia – viene trattata come subumana.
Un giovane albanese interviene, chiamato dai marocchini – alleanze tra immigrati contro l’italiano – e la colluttazione degenera in caos.
Il bambino di 10 anni, in lacrime, assiste mentre i genitori vengono colpiti.
La polizia raccoglie testimonianze, ma i maranza? Spariti, come sempre.

La seconda generazione nordafricana è la minaccia più subdola: parlano italiano, hanno il nostro passaporto, ma pensano come conquistatori. Cresciuti nei ghetti sovvenzionati, educati con i nostri insegnanti che temono di disciplinarli, hanno imparato che l’italiano è debole – una famiglia siciliana da umiliare per divertimento. I ricongiungimenti familiari hanno moltiplicato questo veleno: un padre marocchino irregolare arriva, ricongiunge moglie e figli, e genera branchi che deridono passanti, sputano su donne, traumatizzano bambini. Abrogateli: revoca permessi, espulsione famiglie al primo insulto, cittadinanza solo per ius sanguinis puro. Rovigo non è più italiana dopo le 23: è un suk di sputi e schiaffi. Il bambino di 10 anni in lacrime che chiama il 112 non è innocenza: è l’Italia tradita. Fermiamo i ricongiungimenti, o i nostri figli cresceranno a sputare sul loro stesso sangue. Chiudiamo le porte, o via Trento sarà ovunque!

Per approfondire, ecco i dettagli dall’articolo originale di La Voce di Rovigo: il branco ha offeso la famiglia, sputato in faccia alla donna, lei ha reagito con schiaffi, il marito ha chiamato la polizia mentre il figlio piangeva. Tre pattuglie arrivate troppo tardi, la donna a terra soccorsa. Contesto di zona rossa con precedenti omicidi e accoltellamenti, il kebab K2 chiuso per violenza. Questo non è degrado: è la seconda generazione che ci sta conquistando una strada alla volta.

Donne stuprate, bambini rapini, nonni picchiati: maranza fuori controllo in tutta Italia ultima modifica: 2025-11-23T20:02:43+00:00 da V
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