Ilaria perseguitata 12 mesi da immigrato del Gambia sbarcato a Lampedusa

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By V novembre 24, 2025 00:05

Ilaria perseguitata 12 mesi da immigrato del Gambia sbarcato a Lampedusa

Ilaria, 25 anni, ex barista e oggi impiegata, ha vissuto per nove lunghi mesi un incubo fatto di ombre in agguato, messaggi ossessivi e sguardi che gelano il sangue. Il suo persecutore? Un 26enne del Gambia, giunto in Italia come migrante e ospite di un centro profughi a Lesmo, prima di trasferirsi in un appartamento locale, dove ha seminato panico tra i vicini.

Tutto inizia con approcci insistenti su Instagram: saluti innocui che si tramutano in un’ossessione. Ilaria lo blocca, ma lui non si arrende. Scopre il suo posto di lavoro e si materializza ogni mattina al bancone, ordinando un caffè solo per fissarla con insistenza, rendendo ogni turno un calvario di disagio e paura. “Mi metteva a disagio”, racconta lei al *Corriere della Sera*, stringendo tra le dita le chiavi di casa come un’arma improvvisata, spray al peperoncino sempre pronto in borsa. Camminate nervose per le vie di Arcore, fughe per evitare incontri casuali: una vita rubata alla normalità, in una zona che dovrebbe simboleggiare la pacifica integrazione.

Il punto di svolta arriva il 13 novembre, quando un video virale su Instagram – girato dalla 29enne brasiliana Stephanie Amaral durante un’aggressione brutale su un treno tra Carnate e Arcore – fa gelare il sangue a Ilaria. Riconosce all’istante l’aggressore: lo stesso uomo che l’ha tormentata per mesi. “Ho pensato: ‘La prossima sono io, ora viene da me e mi uccide’”, confessa, con la voce ancora tremante. Il giovane gambiano, ripreso mentre sbatte a terra e calcia senza motivo la povera Stephanie, è ora identificato come un pericolo pubblico. Ma quante denunce ha ignorato il sistema? Quante segnalazioni di “fastidi” ai vicini sono state archiviate come quisquilie, in nome di un multiculturalismo che spesso ignora i costi umani?

Questa storia non è un caso isolato, ma l’ennesimo campanello d’allarme in un’Italia che accoglie senza filtri, lasciando che tensioni represse esplodano in violenza gratuita. Immigrati non integrati, spesso provenienti da contesti culturali lontani e senza adeguati controlli, diventano bombe a orologeria in comunità impreparate. Ilaria non aveva alcun legame con lui – né amicizie, né frequentazioni – eppure è stata scelta come preda, solo perché “conosceva i suoi fratelli”. Un approccio casuale che si trasforma in stalking: è questo il prezzo dell’apertura totale alle frontiere?

Basta con le retoriche buoniste che sacrificano la sicurezza delle donne italiane sull’altare dell’accoglienza. Casi come questo – dall’aggressione sul treno alla persecuzione silenziosa – gridano la necessità di politiche migratorie rigorose: quote controllate, programmi di integrazione obbligatori e rimpatri rapidi per chi delinque o disturba. Arcore, perla della Brianza, non merita di diventare teatro di paure importate. Ilaria ha denunciato, e speriamo che stavolta la giustizia non sia sorda. Ma quante Ilaria, quante Stephanie, dovranno ancora pagare per un sistema che privilegia l’arrivo a scapito della tutela? È ora di dire basta: l’immigrazione non può essere un rischio imposto alle nostre figlie.

Ilaria perseguitata 12 mesi da immigrato del Gambia sbarcato a Lampedusa ultima modifica: 2025-11-24T00:05:13+00:00 da V
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