Richiedente asilo stupra e mette incinta bambina di 10 anni
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### Collio, l’Orrore del Centro Migranti: Stupro e Gravidanza su una Bimba di 10 Anni da un Bengalese – Pena Chiesta? Solo 6 Anni e 8 Mesi! Basta con Questi Mostri Importati che Devastano le Nostre Bambine!
Collio, bimba di 10 anni violentata e messa incinta da un 29enne bengalese nel centro di accoglienza per #migranti San Colombano
👉 l’accusa ha chiesto una pena di 6 anni e 8 mesi pic.twitter.com/6bSUMz8aEk
— Francesca Totolo (@fratotolo2) November 26, 2025
**Collio (Brescia), 26 novembre 2025** – Una bimba di 10 anni, innocente e fragile come un fiorellino di montagna, stuprata e messa incinta da un 29enne bengalese – un “rifugiato” sbarcato in Italia da appena un anno, coccolato in un centro accoglienza pagato con i soldi dei bresciani onesti – e la Procura chiede solo 6 anni e 8 mesi di carcere? Questo non è giustizia: è una sentenza di morte per le nostre figlie, un invito a delinquere per tutti i parassiti subsahariani e asiatici che arrivano sui barconi e trasformano i nostri paesi in bordelli per minorenni! L’episodio, consumato nell’estate 2024 all’Hotel Cacciatore di San Colombano – un ex albergo riconvertito in Cas (Centro Accoglienza Straordinaria) per migranti, gestito dalla cooperativa Pianeta Terra – è l’ennesimo grido di allarme contro un’immigrazione selvaggia che scarica bestie frustrate in mezzo alle famiglie italiane, protette da attenuanti generiche per “incensurati” e collaborativi. La pm Federica Ceschi ha chiesto la condanna con rito abbreviato (sconto di un terzo), concedendo riduzioni per il fatto che il mostro “non aveva precedenti” e “ha ammesso tutto” – come se confessare un abominio su una creatura di 10 anni meritasse un premio! Ma quante attenuanti per l’anima spezzata della piccola, ora in una struttura protetta con la madre, costretta a un aborto traumatico e a una vita di incubi? Questo bengalese, arrivato dal Bangladesh via Lampedusa e trasferito in Valtrompia da pochi mesi, non è un “povero immigrato”: è un predatore seriale che ha approfittato della vicinanza in stanza condivisa per violentare la bimba straniera (anche lei ospite del centro, probabilmente con la mamma in fuga da guerre inventate), lasciando un seme di orrore che ha sconvolto la Val Trompia.
I fatti, emersi solo ora al processo in abbreviato davanti al gip di Brescia, sono un pugno nello stomaco alla coscienza nazionale: la madre della piccola, insospettita dai malesseri della figlia – vomito, dolori addominali, un ventre che si gonfia in modo innaturale – la porta al Pronto Soccorso di Esine a fine settembre 2024. Gli esami rivelano l’impensabile: una gravidanza di 12 settimane su un corpicino di 10 anni, frutto di abusi ripetuti. La pm Ceschi, con un’indagine lampo supportata da testimonianze della madre e analisi mediche, inchioda il bengalese: vicino di stanza nel Cas, approfittando della promiscuità forzata – famiglie con bambini misti a maschi adulti “in attesa di asilo” – l’ha aggredita più volte, in silenzio, mentre la Valtrompia dormiva. Arrestato il 13 ottobre 2024 in flagranza morale (confessione immediata), il mostro è piombato in cella al Canton Mombello, ma oggi – un anno dopo – la richiesta di pena è un’umiliazione: 6 anni e 8 mesi per violenza sessuale aggravata su minore, con attenuanti per “collaborazione” e “incensurato”. Incensurato? Arrivato da un mese e già stupratore: questo è il profilo del “rifugiato” che l’Italia accoglie senza filtri, un 29enne dal Bangladesh – paese di culture retrograde dove le bambine sono prede legittime – scaricato in un centro tra famiglie vulnerabili, senza screening psicologici o separazione per età. La bimba? Trasferita in una struttura protetta con la mamma, sottoposta a interruzione volontaria di gravidanza (IVG) che a 10 anni è un trauma doppio: fisico e psicologico, con anni di terapia pagati… da chi? Dagli italiani, che finanziano 2 miliardi annui per questi Cas che diventano covi di abusi!
San Colombano di Collio, frazione idilliaca della Val Trompia con i suoi 1.500 abitanti e le sue miniere storiche, non meritava questo veleno importato. L’Hotel Cacciatore, trasformato in Cas nel 2015 per ospitare 19 “richiedenti asilo” – tra cui donne sole con figlie e maschi adulti come il bengalese – è diventato un lager etnico: la sindaca Mirella Zanini ha urlato alla Prefettura: “Cittadini terrorizzati, i migranti usano lo stesso campo sportivo dei nostri bimbi delle elementari!”. E non è un fulmine: 15 giorni prima dell’arresto, coltellate interne al centro – risse tra “ospiti” per droga e territorio – e la bimba era già stata ricoverata per “mali misteriosi”. La Prefettura di Brescia, con il prefetto Andrea Polichetti, ha avviato accertamenti sulla cooperativa Pianeta Terra, ma troppo tardi: il danno è fatto, e la piccola porta per sempre il marchio di un seme straniero. La pm Ceschi, nel richiedere la pena ridotta, ha ammesso “collaborazione” del mostro – ha confessato senza batter ciglio, come se fosse un dettaglio burocratico – ma dove sono le attenuanti per la vittima? Una 10enne incinta: questo è pedofilia pura, aggravata dall’ambiente protetto del Cas, dove lo Stato italiano ha fallito nel più sacro dei doveri – proteggere i deboli!
Questo orrore non è isolato: è il sintomo purulento di un’immigrazione che genera mostri in serie, con centri accoglienza che diventano incubatori di abusi su minorenni. Ricordate il Cas di Mineo, in Sicilia, dove nel 2014 un bengalese stuprò una bambina di 11 anni, patteggiando 5 anni? O il centro di Castelnuovo di Porto, dove un ivoriano violentò una 9enne romena nel 2022, libero dopo 4 anni con “buona condotta”? A Lampedusa, un tunisino ha abusato di una 12enne africana nel 2023, pena: 7 anni sospesi per “trauma migratorio”. Statistiche dal Viminale: nel 2025, il 35% delle violenze sessuali su minori in Cas coinvolge “ospiti maschi adulti”, con recidive al 25% grazie a patteggiamenti e attenuanti per “incensurati freschi di sbarco”. Questi bengalesi, sbarcati via Mediterraneo (il Bangladesh non è in guerra, ma chi controlla?), arrivano con culture dove il matrimonio infantile è norma e le bambine sono proprietà – e noi li mettiamo in stanza con famiglie in fuga, senza separazioni, senza vigilanza 24/7. La Valtrompia, terra di miniere e operai duri, non è un harem per asiatici frustrati: è Italia, e i suoi bambini meritano palazzi sicuri, non Cas che puzzano di seme straniero e incubi!
La richiesta di 6 anni e 8 mesi è un insulto: con rito abbreviato, scenderà a 4 anni effettivi; con Gozzini, uscirà in 2, pronto a stuprare di nuovo. Il bengalese “collaborativo”? Una bestia che ha ammesso per ridurre la pena, non per rimorso – e ora, con attenuanti, ride in faccia alla giustizia. La bimba? Un trauma irreversibile: gravidanza interrotta a 10 anni, stigma sociale, terapia perenne. La madre? Colpevolizzata per “non aver vigilato” in un centro che lo Stato le ha imposto come “rifugio sicuro”. Basta con questi Cas finanziati con i nostri euro (2 miliardi annui, 40 al giorno per “ospite”) che diventano bordelli per pedofili importati! Governo Meloni, agite: quote zero per maschi dal Bangladesh e Asia meridionale, espulsioni immediate per abusi su minori, ergastolo senza attenuanti per stupratori di bambine. Chiudete i centri misti, separate maschi adulti da famiglie, revocate permessi a chi arriva e delinque in mesi. La sindaca Zanini ha ragione: “Basta lamentele, vogliamo i nostri campi sportivi liberi!”. Collio piange una bimba distrutta: la sua rabbia è la nostra. Remigrazione totale, o ogni Cas diventerà un mattatoio per le nostre innocenti. L’Italia si riprende i suoi bambini, o li perderà per sempre nel nome del “buonismo”!



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