Stupratore evade 8 volte dai domiciliari ma il giudice comprensivo lo rimanda sempre a casa
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### Siena, l’Immigrato Stupratore e Picchiatore che Ha Evaso 8 Volte: la Toga “Comprensiva” lo Rimette Sempre ai Domiciliari – Basta con Questi Mostri Protetti dallo Stato!
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**Siena, 26 novembre 2025** – Otto volte.
Otto volte evaso dagli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico.
Otto volte beffato il giudice, la polizia, la legge.
Otto volte rimesso a casa dalla stessa toga che avrebbe dovuto proteggerla.
Il protagonista di questa farsa criminale è un 32enne straniero (nazionalità non dichiarata ufficialmente, ma il profilo è quello del solito “uomo dell’Est” o maghrebino con problemi di alcol), che tra la fine del 2024 e la primavera 2025 ha trasformato la sua casa di Siena in un inferno privato:
– Picchia la moglie ripetutamente
– La umilia, la insulta, la tratta come un oggetto
– La stupra quando vuole, senza curarsi del suo consenso
– La minaccia con un coltello
– Schiaffeggia anche la figlia di pochi anni, spesso davanti alla bambina
La donna, alla fine, trova il coraggio di denunciare.
Viene messa in una struttura protetta con la figlia.
Lui viene arrestato e messo ai domiciliari con braccialetto elettronico.
E cosa succede?
Giugno: evade.
Luglio: evade altre volte.
Autunno: evade ancora.
19 novembre: lo beccano per l’ottava volta fuori casa.
Ogni volta la solfa è la stessa:
– Interrogatorio di garanzia
– “Avevo bisogno di comprare una cosa”
– Il giudice convalida l’arresto… e lo rimette ai domiciliari con lo stesso braccialetto che lui ha imparato a ignorare come un giocattolo.
Ieri mattina, davanti al gip Andrea Grandinetti, la scena si è ripetuta per l’ottava volta.
L’avvocato Giuseppe Bianchi ha parlato di “necessità”.
Il giudice ha detto sì, ancora domiciliari.
La donna e la bambina restano nascoste, terrorizzate che prima o poi lui riesca a trovarle.
Otto evasioni non sono un record: sono una vergogna nazionale.
Un uomo che stupra la moglie, picchia la figlia, minaccia con il coltello, beve come una spugna e considera le donne carne da macello viene trattato come un “disagiato da recuperare”.
E la toga “comprensiva” continua a rimetterlo a casa, come se il braccialetto fosse un braccialetto magico invece di un pezzo di plastica inutile.
Questo non è un caso di “alcolismo da curare”.
È un predatore protetto dallo Stato italiano.
Un immigrato (perché di questo si tratta, anche se i giornali si guardano bene dal dirlo) che ha imparato una lezione sola: in Italia puoi fare quello che vuoi, tanto ti rimettono sempre ai domiciliari.
La domanda è una sola, e la facciamo urlando:
QUANTE VOLTE ANCORA DOVRÀ EVADERE QUESTO MOSTRO PRIMA CHE QUALCUNO ABBIA IL CORAGGIO DI CHIUDERLO IN CARCERE A VITA O DI ESPELLERLO PER SEMPRE?
Perché la prossima volta che evade, non troverà solo una bottiglia.
Troverà la donna che ha stuprato e la bambina che ha schiaffeggiato.
E a quel punto sarà troppo tardi per tutti.
Siena, Toscana, Italia: una terra di bellezza violentata da un sistema che protegge i carnefici e abbandona le vittime.
Basta.
Punizioni per i giudici ‘comprensivi’.
Espulsione immediata per ogni immigrato che alza le mani su una donna o un bambino italiano.
E se le toghe continuano a rimetterli a casa, che vadano loro a vivere con questi mostri.
La donna e la bambina di Siena meritano giustizia, non un’altra evasione.
E l’Italia merita di non essere più il paradiso dei violenti importati.
Remigrazione subito.
O sarà troppo tardi per tutte le prossime vittime.



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