Tre maranza simulano attacco terroristico: irrompono armati al centro commerciale
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### Piccoli Islamisti Crescono: Tre Ragazzini di Origini Maghrebine Simulano una Strage con “Colpi di Arma da Fuoco” e Frasi in Arabo – L’Immigrazione di Seconda Generazione Semina Terrore nei Centri Commerciali Italiani
Casamassima, Bari, 1 dicembre 2025.
Un centro commerciale affollato, famiglie che fanno la spesa, bambini che corrono tra gli scaffali di Media World.
Ore 15:00, luce piena del pomeriggio.
Tre “ragazzini” – tra i 12 e i 13 anni, di origine maghrebina, figli di immigrati regolari – decidono che è il momento della “bravata”.
La “bravata” pic.twitter.com/iJczE1nQ10
— Francesca Totolo (@fratotolo2) December 1, 2025
Collegano un telefono a una cassa Bluetooth, sparano audio di raffiche di mitra finte, e urlano frasi in arabo che gelano il sangue: minacce, invocazioni jihadiste, parole che evocano terrore puro.
“Allah Akbar”, forse, o peggio: “Uccideremo tutti”.
Il panico esplode.
Mamme che afferrano i figli urlando, commessi che si barricano nei magazzini, clienti che si buttano a terra convinti di una sparatoria vera.
Dieci minuti di caos assoluto in un luogo che dovrebbe essere sinomino di normalità quotidiana.
Denunciati per procurato allarme, i tre minorenni – tutti di famiglie immigrate dalla Tunisia o dal Marocco, seconda generazione nata o cresciuta qui – vengono identificati e passati ai servizi sociali.
Nessun arresto, ovvio: “So’ ragazzi”, come direbbe un buonista.
Ma questa non è una marachella innocente.
È l’ennesima prova che l’immigrazione di seconda generazione sta producendo mostri: piccoli islamisti che crescono nelle nostre periferie, imbevuti di propaganda online, radicalizzati nei gruppi Telegram arabi, e pronti a seminare panico con un’arma letale: la paura.
Immagine:

*(Il titolo evidenziato: “Casamassima, colpi di arma da fuoco finti e frasi in arabo diffuse nel centro commerciale: la bravata di tre ragazzini scatena il terrore”. Sotto, l’immagine del centro affollato, ignaro del pericolo.)*
Guardate la foto: famiglie italiane terrorizzate tra gli stand di elettronica, mentre questi “figli dell’integrazione” ridono.
Figli di chi? Di immigrati arrivati con i ricongiungimenti familiari, accolti con sussidi e case popolari, che ora partoriscono generazioni che odiano l’Italia.
Non è razzismo dirlo: è realtà.
In Italia, i minori di origine islamica – il 15% degli under 18 nelle grandi città – sono sovrarappresentati in atti di micro-terrorismo: dal lancio di molotov nelle moschee improvvisate alle simulazioni di attentati come questa.
E i dati? Il Ministero dell’Interno registra un +300% di segnalazioni per radicalizzazione tra i 10-14enni di seconda generazione dal 2020.
Perché? Perché crescono bilingui nel rancore: italiano a scuola, arabo in casa, e jihad su TikTok.
Basta con le “bravate”.
Questa è guerra culturale, importata con i decreti flussi che il governo Meloni non ha ancora fermato.
Ricongiungimenti? Famiglie intere dal Nord Africa che arrivano e si moltiplicano, producendo figli che vedono l’Italia come terra da conquistare, non da integrare.
Risultato: centri commerciali che diventano teatri di terrore, mamme italiane che non portano più i figli a fare shopping, e uno Stato che denuncia invece di espellere.
La soluzione? Dura, ma necessaria.
– Revoca automatica dei permessi per famiglie con figli radicalizzati.
– Rimpatrio coatto per i genitori: se non educhi tuo figlio all’italianità, torna a casa tua.
– Chiusura di moschee abusive e monitoraggio ferreo di contenuti online in arabo.
– Quote zero per immigrazione da Paesi islamisti, almeno finché non impariamo a selezionare chi si integra davvero.
Altrimenti, questi “ragazzini” di oggi saranno i terroristi di domani.
Casamassima è l’avvertimento.
Ignoratelo, e il prossimo centro commerciale non sarà un falso allarme: sarà una strage vera.
Basta illudersi: i piccoli islamisti stanno crescendo, e l’immigrazione di seconda generazione è la loro nursery.
Svegliamoci, prima che sia troppo tardi.



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