Nigeriano bacia e molesta la capotreno ma il giudice lo perdona: “Reato di lieve entità”

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By V dicembre 2, 2025 17:07

Nigeriano bacia e molesta la capotreno ma il giudice lo perdona: “Reato di lieve entità”

Invece di pensare a leggi demenziali sul ‘consenso’, applicate quelle che ci sono.

### Ancora una volta: “È successo, ma non è grave”. L’ennesima sentenza che umilia le donne e premia chi le molesta

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Tribunale di Venezia, dicembre 2025. Un trentenne nigeriano, regolare in Italia e con un lavoro, viene assolto per un gesto che qualsiasi donna riconosce immediatamente come violenza: dopo aver sfuggito per mezz’ora il controllo del biglietto su un treno regionale, quando la capotreno – esasperata – gli intima di allontanarsi, lui la afferra, la tocca, la stringe e le dà a forza un bacio sul collo per poi fuggire.

L’accusa iniziale era violenza sessuale (art. 609-bis c.p.).
Il pm Anna Andreatta ha insistito fino all’ultimo su quella qualificazione, chiedendo un anno e due mesi di carcere.
La giudice Lea Acampora, invece, ha pensato bene di:

1. Derubricare il fatto a violenza privata (art. 610 c.p.).
2. Applicare l’art. 131-bis c.p.: il reato c’è, ma è di “tenuità particolare”, quindi niente pena.
3. Concedere alla vittima 5.000 euro di provvisionale, come se un assegno potesse cancellare la sensazione di quelle labbra sul collo e la paura di essere sola su una banchina con uno che ti ha appena toccata contro la tua volontà.

Traduciamolo in italiano vero: «Signora, lei è stata molestata, ma tranquilla: è successo, però non è grave. Anzi, è così poco grave che l’autore se ne torna a casa libero e con la fedina penale immacolata».

È la stessa formula magica che abbiamo sentito troppe volte negli ultimi anni:
– il palpeggiamento sul bus → «tenuità»
– la mano sotto la gonna in metro → «tenuità»
– lo strofinamento sul treno → «tenuità»

Sempre la stessa scena: una donna che fa il suo lavoro (controllore, infermiera, studentessa) viene toccata, umiliata, spaventata. Poi arriva un giudice – molto spesso una giudice donna, il che rende la cosa ancora più amara – e decide che la sua paura non merita una risposta penale seria.

L’articolo 131-bis è nato per evitare di intasare i tribunali con reati bagatellari: il furto di una mela al supermercato, la lite condominiale con uno spintone. Non per dire a una donna che essere baciata a forza sul collo da uno sconosciuto che ti ha braccato per mezz’ora è “poco offensivo”.

E qui c’è un dettaglio che fa rabbrividire: l’uomo non era un disperato, non era ubriaco, non era un minore. Era un adulto, regolare, lavoratore dipendente, perfettamente in grado di capire che non si afferra una donna e non la si bacia se lei ti sta dicendo di andartene. Eppure per la giudice Acampora il dolo sarebbe stato… tenue? La consapevolezza di violare il corpo altrui… lieve?

Il messaggio che arriva alle donne italiane è devastante:
«Se ti succede sul posto di lavoro, se il molestatore è immigrato regolare e ha un avvocato bravo, probabilmente la passerà liscia. Al massimo ti daranno qualche migliaio di euro, come se la tua dignità avesse un prezzo di listino».

E il messaggio che arriva a chi viene da fuori è altrettanto chiaro: puoi permettertelo. Puoi inseguire una donna per mezz’ora, puoi metterle le mani addosso, puoi baciarla contro la sua volontà. Tanto c’è sempre un giudice pronto a dire che è “poca cosa”.

Questa non è giustizia.
Questa è resa.

È la resa dello Stato di fronte alla paura delle donne.
È la resa della legge di fronte a chi pensa che il corpo femminile sia territorio di conquista.
È la resa di una parte della magistratura che, invece di proteggere le vittime, si affanna a trovare scuse per i carnefici.

Fino a quando continueremo a chiamare “tenuità” ciò che per milioni di donne è un incubo quotidiano, non potremo più parlare di civiltà.

E la capotreno di Meolo, come migliaia di altre prima di lei, tornerà al lavoro sapendo che se domani ricapita, probabilmente finirà allo stesso modo:
un bacio rubato, una sentenza vergogna, 5.000 euro e arrivederci.

Basta.
Le donne italiane non sono cittadini di serie B.
E la loro paura non è “tenue”. È reale. E merita giustizia vera.

Nigeriano bacia e molesta la capotreno ma il giudice lo perdona: “Reato di lieve entità” ultima modifica: 2025-12-02T17:07:32+00:00 da V
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By V dicembre 2, 2025 17:07
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