Un’altra donna ammazzata da un immigrato appena scarcerato
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### Ancona, l’Ennesimo Orrore Importato: Donna Macedone di 49 Anni Picchiata a Morte dal Marito Immigrato – E lo Stato? Sempre Complicepistan
Ancona, Pianello Vallesina, 3 dicembre 2025.
Una donna di 49 anni, originaria della Macedonia – una madre, una lavoratrice, una vita strappata all’Italia che l’aveva accolta – giace morta sul letto di casa, il cranio sfondato da pugni selvaggi.
Scoperta alle 13:00 dai carabinieri, con il corpo martoriato da segni di percosse feroci, la porta aperta con le chiavi ancora infilate.
L’assassino? Suo marito, un macedone di 50 anni, immigrato regolare, operaio in una ditta locale.
Un mostro che aveva già pestato la moglie ad aprile, arrestato per maltrattamenti, sbattuto in carcere – e poi liberato.
Ora è in fuga: irreperibile al lavoro, telefono muto, ricercato da un’intera task force di carabinieri, ROS e RIS di Ancona.
L’allarme? L’ha dato il datore di lavoro della vittima, stanco di aspettare una dipendente che non arrivava.
E qui sta la vergogna, l’ennesima coltellata al cuore di un’Italia che si piega ai carnefici stranieri.
Questa non è una “tragica lite domestica”: è un femminicidio importato, figlio di un’immigrazione che scarica sulle nostre strade mariti violenti, padri bestiali, culture patriarcali dove la donna è un sacco da botte.
Il macedone – arrivato qui con ricongiungimento familiare o decreto flussi, accolto con sussidi, casa e lavoro – non è un lupo solitario.
È il prototipo: separati dalla moglie, arrestati per botte, rimessi in libertà dopo mesi, e pronti a uccidere.
Ad aprile lo Stato lo aveva inchiodato per maltrattamenti: galera, bene.
Ma poi? Fuori, di nuovo sotto lo stesso tetto, a “ricominciare”.
Perché la magistratura italiana, con la sua ossessione per il “recupero” e i “diritti umani”, preferisce rischiare la vita di una donna a espellere un immigrato violento.
Numeri che urlano: il 25% dei femminicidi in Italia è commesso da stranieri (dati EURES 2025), che rappresentano solo l’8,7% della popolazione.
Macedoni, albanesi, marocchini, tunisini: mariti che arrivano qui, si integrano nei cantieri e nelle fabbriche, ma portano con sé pugni e coltelli per le “loro” donne.
Basta con questa ipocrisia letale.
L’immigrazione non è arricchimento: è un veleno che uccide le donne, nostre o adottive.
Soluzioni immediate:
– Espulsione coatta per ogni immigrato con denunce di maltrattamenti, anche solo una.
– Divieto di ricongiungimenti per chi ha precedenti familiari violenti – tornate nei vostri Paesi, dove risolvete i vostri drammi tribali.
– Riforma della giustizia: custodia cautelare a vita per mariti violenti stranieri, niente patteggiamenti, niente “recuperi” fasulli.
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Questa donna di Ancona meritava di vivere, non di morire sfondata dal marito che l’Italia ha coccolato.
Il macedone in fuga? Che lo prendano vivo o morto, ma poi aereo per Skopje, non cella italiana.
Quanti altri immigrati dovranno uccidere prima che chiuda questa saracinesca del terrore? Vergogna su uno Stato che sacrifica le donne all’altare del multiculturalismo fallito.



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