L’aiuto delle toghe ai maranza: se la polizia vi ferma scappate
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# Milano, la Giustizia al Rovescio: PM ‘Assolve’ i “Maranza” di Seconda Generazione e Processa i Carabinieri. L’Immigrazione che Ci Sta Uccidendo, Protetta da Magistrati Ostili agli Italiani
**Milano, 4 dicembre 2025** – In una città che dovrebbe essere simbolo di ordine e progresso, si consuma l’ennesima beffa giudiziaria che fa rabbrividire: i pubblici ministeri milanesi, in un atto di follia ideologica, processano un carabiniere per “omicidio stradale” dopo un inseguimento che ha causato la morte di Ramy Elgaml, un 20enne di origine egiziana di seconda generazione, e le ferite gravi del suo complice tunisino Fares Bouzidi. Il “reato” del poliziotto? Aver osato inseguire due fuggitivi su uno scooter che sfrecciava a 100 km/h contromano, ignorando semafori e precedenze. Risultato: lo schianto contro un palo, un morto e un ferito. Ma secondo i PM, il vero colpevole non è la “maranza” – quel sottobosco di teppisti immigrati di seconda generazione che terrorizza le periferie – bensì l’agente che ha “guidato troppo veloce” e “si è avvicinato troppo”. Un assist perfetto ai criminali: “Se la polizia vi ferma, scappate: tanto non vi inseguono fino in fondo”.
Questa non è giustizia: è un sabotaggio sistematico della sicurezza italiana, orchestrato da una magistratura impregnata di ideologia woke, che vede negli italiani onesti i veri nemici e nei figli di immigrati – spesso più radicali e violenti dei genitori – delle povere vittime da coccolare. L’articolo di *Libero Quotidiano* lo inchioda senza pietà: “La prima preoccupazione di un agente che insegue un presunto criminale, secondo i magistrati, non dev’essere acciuffarlo bensì stare attento che non si faccia male”. Parole che bruciano come acido, perché rivelano un sistema marcio fino al midollo, dove la tutela del fuggitivo prevale sul dovere di proteggere i cittadini.
### Il Fatto: Una Corsa Folle Protetta dalla “Giustizia”
Ricostruiamo la sequenza di quella notte del 24 novembre 2024, che ha trasformato le strade di Milano in un’arena mortale. Ramy Elgaml e Fares Bouzidi, due “maranza” ventenni – espressione del mondo sommerso di coltelli e spaccio nelle periferie multietniche – vengono fermati a un posto di blocco dei Carabinieri. Invece di obbedire, Bouzidi accelera a tavoletta, contromano, saltando incroci e pedoni. I poliziotti li inseguono: è il loro mestiere, difendere la città da chi la tratta come un suk illegale. Ma lo scooter si schianta contro un palo: Ramy muore sul colpo, Bouzidi finisce in ospedale con prognosi riservata.
Un rapporto peritale iniziale scagiona i Carabinieri: inseguimento legittimo, responsabilità tutta dei fuggitivi. Eppure, i PM milanesi – forse accecati da un’ideologia che equipara l’ordine pubblico al “razzismo sistemico” – commissionano nuove consulenze e chiedono il processo per l’agente ai sensi dell’articolo 589-bis del Codice Penale. Motivo? “Eccessiva velocità, vicinanza prolungata, inseguimento troppo lungo”. Peggio: ritengono il carabiniere **più responsabile di Bouzidi**, perché avrebbe dovuto… prevedere lo schianto e fermarsi per “salvaguardare la vita del fuggitivo”. Come se un poliziotto potesse inseguire rispettando il Codice della Strada al millimetro: limite a 50 km/h, stop ai passaggi pedonali, distanza di sicurezza. Assurdo! Come commenta amaramente *Libero*: “Avanti ragazzi, fate e se una guardia vi ferma, scappate, tanto non può inseguirvi”.
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E chi sono questi “ragazzi”? Figli di immigrati di prima generazione, nati o cresciuti in Italia, ma forgiati in ghetti dove l’integrazione è un miraggio e la “maranza” – quel mix esplosivo di rap, coltelli e odio per lo Stato – diventa stile di vita. Ramy e Fares non sono “italiani”: sono bombe a orologeria della seconda generazione, più pericolosi perché parlano la nostra lingua ma odiano i nostri valori. Milano ne è piena: quartieri come Quarto Oggiaro o San Siro, dove i figli degli immigrati egiziani, tunisini e marocchini formano branchi che rapinano, spacciano e sfidano la polizia con l’arroganza di chi sa che la magistratura li coprirà.
### La Seconda Generazione: Non Integrazione, ma Rivolta Armata contro gli Italiani
L’immigrazione di seconda generazione non è un successo multiculturale: è un fallimento catastrofico, un boomerang che ci sta colpendo in pieno petto. Questi giovani – nati qui, con il passaporto italiano in tasca – crescono nei sobborghi sovraffollati, tra sussidi statali e scuole che insegnano “tolleranza” invece di disciplina. Risultato? Una generazione di “maranza” che vede l’Italia come un nemico da depredare: coltelli in tasca, scooter rubati, fughe seriali dalle forze dell’ordine. I dati ISTAT e del Viminale per il 2024 sono impietosi: il 60% dei reati violenti nelle grandi città è commesso da stranieri o italo-stranieri sotto i 30 anni. A Milano, le bande di seconda generazione controllano lo spaccio e le estorsioni, con un’impennata del 40% negli ultimi due anni.
E perché fallisce? Perché l’accoglienza indiscriminata degli anni ’90 ha creato enclave etniche dove la sharia informale prevale sul diritto italiano, e i figli ereditano non il sogno italiano, ma il rancore dei genitori. Ramy Elgaml non era un “povero immigrato”: era un prodotto di questo sistema, pronto a sfidare la polizia fino alla morte. Invece di processare lui e i suoi simili, i PM processano chi li ferma. È un circolo vizioso: più immigrazione, più seconda generazione criminale, più magistrati “umanitari” che sabotano la repressione.
### La Magistratura Ideologicamente Ostile: Un Fronte Nemico degli Italiani
Qui sta il veleno vero: una toga rossa che, intrisa di ideologia sinistra, ha trasformato i tribunali in ONG anti-italiane. I PM milanesi non difendono la collettività: tutelano il “diverso”, anche se delinquente, e criminalizzano chi indossa la divisa. “Omicidio stradale” per un inseguimento? È un messaggio ai poliziotti: “Non inseguite, o finite voi sul banco degli imputati”. Immaginate: un carabiniere che, per paura di una condanna, molla la preda. Risultato? Strade libere per la maranza, rapine impunite, coltelli che volano senza freni.
Questa ostilità non è casuale. È il retaggio di una magistratura politicizzata, dove i concorsi premiano non la giustizia, ma il “progressismo”: assoluzioni per “contesto culturale”, riduzioni di pena per “minoranze etniche”, e ora processi ai tutori dell’ordine. Come recita l’articolo, è “un assist ai maranza”: scappate, tanto lo Stato vi protegge più dei suoi cittadini. Gli italiani? Lasciati a marcire nella paura, mentre i figli degli immigrati diventano intoccabili. È guerra culturale: da un lato, noi che paghiamo le tasse per mantenere ghetti; dall’altro, élite togali che ci odiano per “xenofobia”.
### Basta Sabotaggi: Espellere la Seconda Generazione Pericolosa, Riformare Magistratura
Milano non è un laboratorio woke: è l’Italia profonda che soffre. È tempo di ribellarsi a questa follia. Proponiamo misure radicali, non chiacchiere:
– **Revoca della Cittadinanza per la Seconda Generazione Criminale**: Basta doppi passaporti per chi commette reati gravi. Ramy e Fares? Deportati in Egitto e Tunisia, anche se “italiani” sulla carta. Niente seconde chance per chi sfida lo Stato.
– **Daspo a Vita per Bande Multietniche**: Zone off-limits per i “maranza” nelle periferie, con espulsione automatica al primo coltello o fuga.
– **Riforma della Magistratura Anti-Italiana**: Controlli sui PM ideologizzati, con rimozione per “eccesso di garantismo” verso i delinquenti stranieri. Pena minima per chi processa i poliziotti innocenti: licenziamento.
– **Inseguimenti Liberi per le Forze dell’Ordine**: Abolire l’articolo 589-bis negli inseguimenti: i fuggitivi muoiono per loro colpa, non per la nostra.
L’Italia è nostra: dei Carabinieri eroi, non dei traditori e dei maranza importati. Casi come Ramy non devono più accadere. Onore ai poliziotti che rischiano la vita; vergogna a una giustizia che li inchioda. Condividete, protestate, votate per chi chiuderà le porte al caos. Per Milano, per gli italiani che non si arrendono.



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