Condannato a 15 anni per avere ucciso i ladri che volevano uccidere lui

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By V dicembre 4, 2025 22:19

Condannato a 15 anni per avere ucciso i ladri che volevano uccidere lui

Ci vorrebbe una legge molto semplice: se entri in casa d’altri armato e minacci di morte, se poi muori sono cazzi tuoi.

### Un’ingiustizia che grida vendetta: la magistratura condanna la vittima e premia i criminali

Terribile la violenza del pm contro un uomo onesto che ha sparato a tre ladri sinti. Sembra proprio che goda nel fare il suo ‘lavoro’ di accusatore.

In un’aula di tribunale che dovrebbe simboleggiare giustizia e protezione per i cittadini onesti, si è consumata invece una pagina buia della nostra storia giudiziaria. Mario Roggero, il gioielliere di 72 anni di Grinzane Cavour (Cuneo), è stato condannato in appello a 14 anni e 9 mesi di reclusione per aver difeso la sua vita, la sua famiglia e il suo lavoro da una banda di rapinatori armati. Non è stata riconosciuta la legittima difesa, nonostante una legge che, sulla carta, dovrebbe tutelare chi si ribella alla violenza criminale. È un verdetto che non punisce i delinquenti, ma chi osa opporsi a loro: un monito terrificante per ogni commerciante, ogni padre di famiglia, ogni italiano che sogna di vivere in pace nel proprio Paese.

Ricordiamo i fatti, nudi e crudi, per smascherare l’assurdità di questa sentenza. Era il 28 aprile 2021, un pomeriggio qualunque nella gioielleria di via Garibaldi, un esercizio storico gestito da Roggero e dalla sua famiglia con sudore e sacrifici. Dopo anni di furti notturni – ben cinque spaccate che avevano devastato il negozio e prosciugato le risorse economiche, aggravate dalla chiusura forzata per il Covid – irrompono tre malviventi: Giuseppe Mazzarino, Andrea Spinelli e un terzo complice. Armati fino ai denti, puntano pistole in faccia alla moglie e alla figlia di Roggero, terrorizzandole e saccheggiando tutto ciò che trovano. Non è una rapina qualunque: è l’ennesima umiliazione per un uomo che aveva già subito una rapina violenta nel 2015, con armi puntate alla testa e minacce di morte.

In quel momento di puro orrore, Roggero reagisce. Prende la pistola regolarmente detenuta per difesa personale – come ogni onesto cittadino dovrebbe poter fare – e spara. Uccide due dei rapinatori mentre fuggono, ferendone un terzo. Non è un’esecuzione a sangue freddo, come vorrebbero dipingere i PM e certi media compiacenti: è un atto disperato di sopravvivenza. “Se lui non mi puntava la pistola non sparavo”, ha dichiarato Roggero in aula, con la voce rotta dal dolore accumulato. “Volevo solo salvare mia moglie, ho solo voluto proteggere la mia famiglia. Per la terza volta mi ha puntato l’arma in faccia, ero terrorizzato”. Parole che echeggiano come un grido di innocenza, ma che i giudici hanno ignorato, preferendo qualificarla come “vendetta illegittima”.

In primo grado, ad Asti, la condanna era stata di 17 anni: un’ergastolo mascherato per un uomo che ha solo difeso ciò che è suo. In appello, a Torino, la pena è stata “ridotta” a 14 anni e 9 mesi – una miseria che non cancella l’ingiustizia di fondo. La procura generale aveva chiesto la conferma piena della sentenza, definendo l’azione di Roggero non come difesa, ma come ritorsione. E i giudici? Hanno “parzialmente riformato” la condanna, ma senza il coraggio di assolvere. “Non hanno avuto coraggio”, ha commentato Roggero uscendo dall’aula, circondato da amici e sostenitori che lo acclama come un eroe popolare. “È stata legittima difesa. La vittima sono io”.

E qui sta il cuore marcio di questa vicenda: la magistratura italiana, un’istituzione che dovrebbe essere baluardo contro il crimine, si trasforma in complice dei delinquenti. Come si fa a non riconoscere la legittima difesa in un contesto del genere? La legge 36/2019, tanto sbandierata dal legislatore, prevede esplicitamente che “la proporzionalità tra offesa e difesa sia valutata con riguardo alla situazione specifica”, tenendo conto dell'”attuale capacità offensiva del bene della vita per il quale la difesa è esperita”. Roggero non era un giustiziere della notte: era un uomo terrorizzato, esasperato da anni di violenza subita, che ha agito per proteggere la sua famiglia da armi puntate in faccia. Eppure, i giudici hanno preferito inseguire tecnicismi – l’inseguimento fuori dal negozio, i colpi sparati in fuga – ignorando il terrore palpabile, certificato dalle testimonianze e dalle immagini delle telecamere.

Questa sentenza non è solo un affronto a Mario Roggero: è un’offesa a tutti noi. In un’Italia dove i furti nelle abitazioni e nelle attività commerciali sono epidemies, dove i rapinatori spesso escono con patteggiamenti ridicoli mentre le vittime finiscono in manette, chi oserà più difendersi? I commercianti chiuderanno i negozi per paura? Le famiglie si chiuderanno in casa come in una prigione? Il vicepremier Matteo Salvini ha ragione da vendere: “Come si può condannare al carcere chi si è difeso dall’assalto dei criminali? Determinati a rendere ancora più chiara la legge che garantisce la Legittima Difesa alle persone perbene”. La Lega e tanti altri – dai semplici cittadini ai politici – hanno manifestato solidarietà a Roggero, presente in aula con ex compagni di scuola e lavoratori che hanno perso una giornata per sostenerlo. Lui, dal canto suo, non si scusa: “Il dispiacere c’è, ma le vere vittime siamo noi. Nessuno dei familiari dei rapinatori ha detto ‘scusate per aver generato un degenere'”. E ha ragione: dove sono le scuse delle famiglie dei criminali? Dove il riconoscimento che quei “figli degeneri” hanno scelto di vivere di rapine, distruggendo vite altrui?

La Cassazione sarà l’ultimo atto di questo dramma giudiziario, ma il danno è fatto. Roggero, un uomo di 72 anni con una fedina penale immacolata, passerà gli ultimi anni della sua vita in cella, mentre i veri colpevoli – i rapinatori – sono beatificati da una giustizia miope. È ora di dire basta: la magistratura deve smetterla di processare le vittime e iniziare a perseguire i veri mostri. Altrimenti, l’Italia che conosciamo – quella del lavoro onesto e della difesa della propria casa – diventerà un Far West al contrario, dove vincono sempre i banditi. Mario Roggero non è un assassino: è un simbolo di ciò che accade quando lo Stato abbandona i suoi cittadini. E per questo, la sua lotta continuerà, fino alla verità.

Condannato a 15 anni per avere ucciso i ladri che volevano uccidere lui ultima modifica: 2025-12-04T22:19:43+00:00 da V
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