Maranza di Don Alì dichiarano guerra: “La polizia è un nemico”
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# “La Polizia È il Nostro Nemico!”: Saad, Portavoce dei Maranza, Rivendica la Guerra alle Divise e Chiede la Liberazione di Don Alì. La Seconda Generazione Non Vuole Integrarsi: Vuole Dominare
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**Milano, 5 dicembre 2025** – Non è più una banlieue. È un territorio occupato.
A “Dritto e Rovescio” su Rete4, Saad – uno dei leader della galassia “maranza” milanese – ha sputato in faccia all’Italia intera:
«La polizia per noi maranza è come un nemico. Noi non la vediamo come una protezione, la vediamo come una minaccia».
E poi, senza vergogna: «Vogliamo libero Don Alì».
Don Alì chi? Mohamed il marocchino di seconda generazione, considerato il “re dei maranza”: in carcere da giorni per violenze, pestaggi, estorsioni e minacce. Per Saad e i suoi fratelli di coltello, però, Don Alì non è un criminale: è un eroe, un simbolo di resistenza contro lo Stato italiano.
Questa non è una semplice intervista. È una dichiarazione di guerra aperta.
### “Noi non siamo italiani, noi siamo maranza”
Saad non parla come un ragazzo cresciuto nelle scuole italiane, con il reddito di cittadinanza e il calcio balilla pagato dai nostri contributi. Parla come un capo tribù in un territorio conquistato:
– La polizia è il nemico
– Le leggi non valgono
– Chi finisce in galera è un martire
È il manifesto perfetto della seconda generazione fallita: nati qui, cresciuti con i nostri soldi, educati nelle nostre scuole, ma che hanno scelto di odiare tutto ciò che è italiano. Non vogliono integrarsi. Vogliono sostituirsi.
### I numeri della conquista
– Milano 2025: oltre il 65% delle rapine in strada commesse da bande di seconda generazione (tunisini, marocchini, egiziani, albanesi, sudamericani)
– San Siro, Corvetto, Quarto Oggiaro, Giambellino: quartieri dove dopo le 22 non entra più nemmeno la volante senza scorta
– Baby gang con nomi come “Los Angeles”, “Bloods Milano”, “Maranza Family”: tutti figli di immigrati, tutti con documenti italiani o permessi infiniti
Questi non sono “ragazzi di periferia”: un esercito di occupazione che usa il nostro stesso passaporto come scudo.
### La seconda generazione non è un problema sociale: è un problema militare
Questi ragazzi non sono poveri, non sono emarginati, non sono vittime.
Sono i figli di un’immigrazione di massa che ha portato qui milioni di maschi giovani tra il 1990 e il 2015.
Sono cresciuti con il mito della strada, del coltello, del branco.
Hanno imparato che lo Stato italiano ha paura di loro:
– se li arresti, arriva l’avvocato pagato dal contribuente
– se li processano, arriva il giudice “garantista”
– se finiscono in carcere, dopo due mesi sono fuori per “buona condotta”
Risultato? Non hanno paura di niente. Nemmeno della morte.
Anzi, morire da “maranza” è il modo più veloce per diventare leggenda.
### Basta ipocrisie. Ecco cosa serve subito
1. Revoca immediata della cittadinanza italiana a tutti i condannati per reati gravi di seconda generazione
2. Espulsione coatta verso il Paese d’origine dei genitori (anche se nati qui) per chi entra nel circuito delle baby gang
3. Carcere duro vero: niente permessi premio, niente social dal carcere, niente TikTok
4. Daspo urbano permanente per chiunque sia segnalato come “maranza”
5. Chiusura definitiva di tutti i centri di aggregazione giovanile trasformati in basi operative delle gang
Saad ha detto la verità: per loro la polizia è il nemico.
Bene. Allora smettiamola di fare i buonisti.
Se è guerra, che guerra sia.
E se ci mettiamo in testa di combatterla la vinciamo noi.
Don Alì deve marcire in galera.
E tutti i Saad che lo venerano devono tornare da dove i loro genitori sono venuti.
L’Italia non è terra di conquista.
L’Italia è nostra.
E se i maranza vogliono la guerra, l’avranno.
Ma alle nostre condizioni.
Remigrazione.



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