Milioni gli stranieri che vivono in Italia: 1 su 3 vive di sussidi

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By V dicembre 5, 2025 17:14

Milioni gli stranieri che vivono in Italia: 1 su 3 vive di sussidi

### 5,4 Milioni di Stranieri (e Milioni di “Nuovi Italiani”): la Marginalità di Massa è la Prova che l’Immigrazione di Massa è Colonizzazione, non Integrazione

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Il 59° Rapporto Censis, pubblicato oggi, è una sentenza senza appello: in Italia vivono oltre 5,4 milioni di stranieri regolari (9,2% della popolazione residente), ma la stragrande maggioranza è inchiodata in condizioni di marginalità economica, sociale e culturale che nessun discorso buonista può più nascondere. A questi 5,4 milioni vanno però aggiunti i milioni di “nuovi italiani” – i figli dell’immigrazione, spesso nati qui, naturalizzati o con doppia cittadinanza – che portano il totale degli allogeni (stranieri + discendenti diretti) ben oltre i 7-8 milioni, cioè più del 13-14% della popolazione reale. E i dati sono devastanti: povertà assoluta al 35,6% (contro il 7,4% degli italiani), lavori precari o non qualificati al 58,4%, laureati sovraqualificati al 55,4%, percezione diffusa di degrado e pericolo culturale. Il 63% degli italiani vuole limitare i flussi, il 59% vede il degrado nei quartieri multietnici, il 54% sente minacciata l’identità nazionale. Non è razzismo: è la consapevolezza che stiamo assistendo a una colonizzazione demografica e culturale, non a un processo di integrazione.

### I numeri che nessuno vuole leggere ad alta voce

– 5.413.000 stranieri regolari (Istat/Censis 2025) + circa 2 milioni di “nuovi italiani” (seconda generazione, naturalizzati, minori iscritti all’anagrafe) = oltre 7,4 milioni di persone di origine extra-europea recente.
– Il 35,6% di loro vive in povertà assoluta: cinque volte la quota degli italiani autoctoni.
– Il 29,4% svolge lavori non qualificati (badanti, rider, operai generici) contro l’8% degli italiani.
– Il 55,4% dei laureati stranieri è sovraqualificato: medici che fanno i tassisti, ingegneri che consegnano pizze, infermieri che puliscono case.
– Solo il 37% degli italiani accetterebbe stranieri non cittadini nei concorsi pubblici; solo il 38% concederebbe loro il voto amministrativo.

Questi non sono “migranti che ci salvano dal declino demografico”: sono una popolazione parallela, strutturalmente povera, sottoccupata e culturalmente separata, che vive ai margini della nostra società ma ne condiziona pesantemente il futuro.

### La marginalità non è un incidente: è la norma della colonizzazione

Quando una popolazione importata in massa rimane per generazioni inchiodata alla povertà assoluta (35,6%), al lavoro nero o grigio, alla precarietà cronica e alla sovraqualificazione, non stiamo assistendo a un “processo di integrazione lento”. Stiamo assistendo al meccanismo tipico di ogni colonizzazione storica: una popolazione autoctona viene progressivamente sostituita o relegata da una popolazione allogena che occupa gli strati inferiori della piramide sociale, si riproduce più velocemente e, grazie ai ricongiungimenti familiari e al welfare, finisce per pesare sempre più sul bilancio pubblico senza mai diventare parte organica della nazione.

Esattamente come i coloni europei in Africa o in America Latina crearono élite separate, oggi stiamo importando milioni di persone che formano una sotto-classe etnica permanente: i “nuovi italiani” di carta, ma non di fatto. Nati qui, parlano male l’italiano (come denunciato nelle scuole da Totolo), delinquono tre volte più della media (dati Ministero Giustizia 2024), e quando ottengono la cittadinanza diventano automaticamente “italiani” nelle statistiche… ma restano culturalmente, religiosamente e spesso anche geneticamente altro.

### Il paradosso che nessuno osa nominare

Il Censis stesso lo ammette tra le righe: «Siamo inclini a guardare con favore gli stranieri quando svolgono lavori faticosi e poco qualificati… ma non siamo propensi a concedere loro gli stessi diritti di cittadinanza degli autoctoni». Traduzione: gli italiani accettano l’immigrazione solo come servitù, non come cittadinanza piena. E hanno ragione. Perché quando concediamo la cittadinanza piena a persone che restano culturalmente separate, otteniamo quello che abbiamo oggi: quartieri ghetto, baby gang che insultano gli “italiani di merda”, moschee che predicano in arabo, scuole dove l’italiano è la seconda lingua.

Il 63% degli italiani che chiede di limitare i flussi non è “xenofobo”: è l’ultimo riflesso di autoconservazione di un popolo che vede la propria identità, la propria sicurezza e il proprio welfare sgretolarsi sotto il peso di una colonizzazione demografica che dura da trent’anni.

### La soluzione che nessuno ha il coraggio di pronunciare

Basta ricongiungimenti familiari (che da soli portano ogni anno 80-100 mila nuovi ingressi a carico del contribuente italiano).
Basta cittadinanza automatica ai nati sul suolo (ius soli temperato o puro che sia).
Basta finta integrazione: chi vuole restare deve dimostrare di sapere la lingua, di non pesare sul welfare e di rispettare le nostre leggi e la nostra cultura senza se e senza ma.

Altrimenti fra vent’anni il Rapporto Censis 2045 stilato da Abdul dirà: «Gli italiani autoctoni sono scesi sotto il 50% della popolazione residente, il 95% dei nuovi poveri è di origine extra-europea, il 90% dei detenuti ha radici migratorie». E a quel punto non ci sarà più niente da fare.

Il 59° Rapporto Censis non è solo una fotografia: è un atto d’accusa.
L’Italia non sta accogliendo: sta venendo colonizzata.
E i colonizzati, per la prima volta nella storia, sono gli italiani stessi.

È ora di smettere di chiamarli “risorse”.
Sono milioni di persone mantenute in condizioni di marginalità permanente.
E la marginalità di massa è il marchio della colonizzazione, non dell’integrazione.

Svegliamoci. Prima che sia troppo tardi.

Milioni gli stranieri che vivono in Italia: 1 su 3 vive di sussidi ultima modifica: 2025-12-05T17:14:40+00:00 da V
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By V dicembre 5, 2025 17:14
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