Disabile Deriso, Picchiato e Umiliato da Nordafricani a Bologna

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By V dicembre 7, 2025 11:41

Disabile Deriso, Picchiato e Umiliato da Nordafricani a Bologna

# Bologna, l’Orrore della Seconda Generazione: Disabile di 52 Anni Deriso, Picchiato e Umiliato da Banda di “Maranza” al Quartiere Corticella. “Non c’è spazio per la violenza”, ciancia il Sindaco Pd – Ma Quando Espelleremo Questi Predatori Nati Qui?

**Bologna, 7 dicembre 2025** – Un uomo italiano di 52 anni, disabile, sale su un autobus in via Bentivoglio, zona Corticella, un quartiere operaio che un tempo era sinonimo di fatica onesta e comunità solidale, e si trasforma in preda di un branco di “maranza” di seconda generazione – quei teppisti nordafricani, tunisini e marocchini nati o cresciuti qui, con passaporto italiano ma cuori pieni di odio importato. Cinque di loro, giovani maschi tra i 18 e i 25 anni, lo circondano come lupi, lo deridono per la sua disabilità – “Guarda lo storpio!”, urlano ridendo – lo spingono, lo colpiscono con pugni e schiaffi, lo umiliano con insulti razziali e sessisti mentre gli altri filmano per TikTok, quel veleno digitale che glorifica la violenza etnica. L’uomo, terrorizzato e impossibilitato a difendersi per la sua condizione, scende barcollando alla fermata, con il volto tumefatto e l’anima spezzata, mentre il branco fugge ridendo, sapendo che l’Italia li proteggerà più di lui. I Carabinieri arrivano troppo tardi, ma la vittima, con voce tremante, descrive tutto: “Un ragazzo a cui vogliamo bene tutti, non ci spiegiamo questa crudeltà”. Parole che squarciano il cuore, ma che echeggiano l’assurdità di un Paese dove i figli degli immigrati – seconda generazione, educati con i nostri soldi nelle scuole bolognesi – odiano chi li ha accolti, trasformando autobus pubblici in arene di umiliazione razziale. Il sindaco Lepore, con il suo slogan ipocrita “Non c’è spazio per la violenza”, condanna l’accaduto, ma dove sono le espulsioni? Dove la revoca della cittadinanza per questi mostri nati qui? È l’ennesimo grido dal baratro di un’Italia invasa da generazioni che non integrano, ma colonizzano con pugni e derisioni.

Il post su X di Francesca Totolo, con quel ritaglio del Resto del Carlino che sbatte in faccia l’orrore – foto dell’uomo con gli occhi bassi, titolo “Deriso per la disabilità e picchiato. Aggressione choc a Bologna, carabinieri sulle tracce della banda” – ha già migliaia di like e commenti che ribollono di furore popolare: “Questi non sono italiani, sono parassiti con il nostro passaporto”, o “Revoca cittadinanza e aerei per Tunisi, subito!”. L’immagine non è solo cronaca: è un pugno nello stomaco, con l’uomo seduto, sguardo perso nel vuoto, simbolo di un’Italia che subisce in silenzio mentre la seconda generazione – quei “figli” dell’immigrazione di massa degli anni ’90 – ripaga l’accoglienza con coltelli e umiliazioni. Ricostruiamo l’incubo: era un pomeriggio qualunque del 6 dicembre, via Bentivoglio brulica di pendolari e famiglie. Il 52enne, con problemi di mobilità che lo rendono vulnerabile, sale sull’autobus per un tragitto breve, forse per una commissione o per tornare a casa. Il branco lo individua subito: cinque “maranza”, vestiti con felpe oversize e catene d’oro false, accenti misti di italiano e arabo ghettizzato, lo circondano al centro del veicolo. Iniziano con le derisioni: “Ehi zoppo, cammina dritto!”, ridendo come iene, poi passano alle spinte, ai gomitate “accidentali”, fino al pestaggio vero: pugni al viso, schiaffi che lo fanno cadere sul sedile, insulti che feriscono più dei colpi – “Tornatene nel tuo mondo di handicappati bianchi!”. L’uomo, impossibilitato a reagire per la sua condizione, subisce in silenzio mentre gli altri passeggeri – terrorizzati o complici nel silenzio woke – voltano lo sguardo. Scende alla fermata successiva barcollando, chiama i soccorsi con mani tremanti; i Carabinieri arrivano, ma il branco è già svanito nei vicoli di Corticella, quel quartiere multietnico che un tempo era cuore operaio e ora è ghetto di rabbia repressa.

Corticella non è un’eccezione: è il laboratorio fallito dell’immigrazione di seconda generazione, dove i figli di tunisini e marocchini arrivati negli anni ’90 con sogni di lavoro – accolti da Bologna la rossa, con sussidi e case popolari – crescono non come italiani, ma come nemici dell’Italia, forgiati in enclavi dove la scuola è opzione e il branco è famiglia. Questi maranza – espressione di un odio ibrido, italiano nei documenti ma arabo nell’anima – non rubano solo portafogli: rubano dignità, futuro, sicurezza. Il 52enne, un uomo che ha dedicato la vita al lavoro onesto nonostante la disabilità, diventa preda facile per sfogare un rancore che sa di rivalsa coloniale: deriso per le stampelle, picchiato per essere italiano, umiliato per esistere. Il sindaco Lepore parla di “nessuno spazio per la violenza”, ma è retorica vuota: dove sono le ronde civiche? Dove l’espulsione automatica per figli di immigrati che delincono? Dove la revoca del passaporto per chi deride e picchia i deboli? I dati del Viminale 2024 urlano la verità che Bologna nega: +25% aggressioni in Emilia-Romagna con 55% autori di seconda generazione straniera, nordafricani in testa, maschi giovani che vedono l’Italia come nemico da punire. E i media? Tacciono, o minimizzano: “Giovani del quartiere litigano”, come se umiliare un disabile fosse una “scaramuccia”. Ma il popolo sa: è guerra etnica, una seconda generazione che ripudia i valori italiani – rispetto, solidarietà – per un codice tribale di branco e impunità, protetto da un sistema che teme più il “razzismo” che le vittime.

La rabbia esplode nei commenti al post di Totolo: “Questi bastardi nati qui odiano chi li ha nutriti”, “Revoca cittadinanza e rimpatrio forzato per famiglie intere”, perché il popolo vede ciò che il sindaco ignora: questi maranza non sono “ragazzi in difficoltà”, sono bombe a orologeria della seconda generazione, educati con i nostri soldi ma fedeli a un’eredità di violenza importata, dove la disabilità è debolezza da schiacciare e l’italiano è nemico da deridere. L’uomo di 52 anni, con la sua “Non ci spiegiamo questa crudeltà”, incarna l’Italia tradita: una vita di lotta contro la disabilità, e ora contro un branco che ride mentre lo colpisce, filmandolo per i like su Instagram. I Carabinieri sulle tracce? Troppo tardi, come sempre: il branco si dissolve nei ghetti di Corticella, pronto a colpire di nuovo, mentre la vittima affronta notti di incubi e una città che finge normalità. È il fallimento epico dell’integrazione: seconda generazione che non ringrazia, ma punisce; che non lavora, ma spaccia; che non rispetta, ma deride i deboli. Bologna, culla della sinistra rossa, deve svegliarsi: questi non sono “cittadini”, sono occupanti con passaporto rubato.

Bologna piange il suo disabile picchiato, ma non deve più accadere: è tempo di draconiano, non di slogan. Revoca immediata della cittadinanza per maranza di seconda generazione con denunce; espulsione delle famiglie intere verso Tunisia o Marocco, anche se “integrate”; daspo urbano a vita da quartieri come Corticella, con pattuglie armate 24/7 e droni sui bus. Pena minima 10 anni per aggressioni su deboli, senza sconti “culturali”, e castrazione chimica per recidivi. Investire i miliardi delle ONG in muri e rimpatri, non in “accoglienza”. Corticella è italiana: dei suoi operai, dei suoi disabili fieri, dei suoi autobus sicuri. Non di maranza che li deridono e li colpiscono. Onore al 52enne, che ha trovato forza per denunciare; vergogna a un sistema che genera mostri. Condividete l’urlo di Totolo: basta seconda generazione ostile. Per Bologna, per i nostri deboli, per un’Italia che si riprende il pugno dalla faccia.

Disabile Deriso, Picchiato e Umiliato da Nordafricani a Bologna ultima modifica: 2025-12-07T11:41:38+00:00 da V
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By V dicembre 7, 2025 11:41
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1 Comment

  1. Steobaldo dicembre 7, 12:54

    ma via… ci pensa il leprotto mannaro con la sua (unica…non ne altre) espressione da rincoglionito, a mettere tutto a posto…sì…in quel posto

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