Pd flirta coi musulmani: nasce il partito di Allah, 45 moschee
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# L’Islamizzazione dell’Italia: Come il Pd Corteggia UCOII e i Fratelli Musulmani, Mentre il Qatar Finanzia Moschee e Proteste. Basta Immigrazione Regolare Islamica – o la Nostra Patria Diventerà un Califfato Elettorale!
**Roma, 7 dicembre 2025.**
L’Italia non è più una nazione sovrana: è un laboratorio di esperimenti islamisti, finanziati da petrodollari qatarioti e protetti da un centrosinistra che ha smarrito la bussola della laicità. Due articoli esplosivi pubblicati oggi su *Il Giornale* – “Cos’i dem corteggiano Ucoii e Fratelli Musulmani” e “Moschee, finanziamenti e alleanze nelle piazze: i veri piani degli attivisti” – non sono solo cronache giornalistiche: sono l’autopsia di un Paese che si suicida con l’immigrazione regolare islamica, quella che porta non “arricchimento”, ma sostituzione culturale, demografica e politica. Mentre i ricongiungimenti familiari a catena importano clan interi da paesi shariatici, e i decreti flussi aprono le porte a decine di migliaia di maschi giovani ogni anno, il Pd non combatte questa invasione: la corteggia, la finanzia, la legittima. È il trionfo dei Fratelli Musulmani in Italia, con l’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia (UCOII) come ariete d’attacco, e un centrosinistra che, in nome di un “pluralismo” tossico, sta vendendo l’anima della nostra nazione.
Partiamo dal primo articolo, che squarcia il velo su un’alleanza tanto pericolosa quanto ipocrita: i Democratici che flirtano con l’UCOII, emanazione italiana dei Fratelli Musulmani, quel movimento islamista nato in Egitto nel 1928 per imporre la sharia globale, infiltrandosi nelle società occidentali come un virus benigno. L’articolo di Pasquale Napolitano dipinge un quadro agghiacciante: il Pd, partito che dovrebbe difendere la laicità repubblicana, sta tessendo “prove di alleanza” con figure legate all’islam politico, in un “incrocio pericoloso” che minaccia l’identità italiana. Pensateci: mentre Giorgia Meloni lotta per quote migratorie e rimpatri, Elly Schlein e i suoi aprono le braccia a imam e attivisti che difendono espulsi per legami con Hamas.
Al centro della trama c’è la conferenza Pro Mus a Torino, il 7 dicembre 2025, ospitata nella chiesa valdese – un paradosso blasfemo, una moschea in un tempio cristiano. Qui, consiglieri Pd e ex dem si mescolano a leader UCOII come Yassin Lafram, presidente dell’Unione e interlocutore privilegiato del sindaco leghista Matteo Lepore a Bologna. Lafram, che firma appelli ecumenici con ebrei e CEI il 30 agosto, due settimane dopo sale sulla Flottiglia per Gaza – quella nave legata a reti Hamas, denunciata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI) per “palese contraddizione e irresponsabilità” nel diffondere propaganda anti-israeliana. E chi c’era a Torino? Abdullahi Ahmed, consigliere Pd torinese e presidente della commissione Intolleranza, che ha marciato contro l’espulsione di Mohamed Shahin, imam accusato di legami con miliziani Hamas. Ahmed lo ha difeso con parole che gelano il sangue: “Chi è davvero Mohamed? Un imam per i musulmani, un vicino di casa, un amico per tutti gli altri”. Amico? Per il Viminale e i giudici, Shahin era un terrorista potenziale. Eppure il Pd lo elegge, lo promuove, lo usa per “rappresentanza musulmana”.
Non è un caso isolato: è una strategia. A Genova, la sindaca progressista Silvia Salis porta in Consiglio Mohamed Kaabour, marocchino con posizioni pro-Palestina che puzzano di islam militante. Nell’organigramma nazionale Pd, brillano Ouidad Bakkali, parlamentare vicina a Schlein, e Marwa Mahmoud, assessore a Reggio Emilia e membro della segreteria dem, che propone una “legge per decolonizzare lo sguardo” – un’arma culturale per smantellare la nostra storia cristiana e imporre una visione “intersezionale” che vede l’Occidente come oppressore coloniale. Mahmoud, “invenzione” di Schlein, è il volto del nuovo Pd: un partito che “decolonizza” l’Italia per far spazio alla sharia light. E poi c’è Fatima Zahra Dahir, assessore in una giunta centrosinistra a Cinisello Balsamo, nel board di Pro Mus – rete di “professionisti musulmani” che si presenta come culturale ma puzza di lobby politica. Pro Mus non costruisce partiti, dicono, ma i suoi membri siedono nei banchi Pd, difendendo imam espulsi e flotille pro-Hamas.
L’articolo denuncia anche le “prove di alleanza”: Francesco Tieri, fondatore di Muro27 – primo tentativo di partito musulmano italiano – e Sana El Gosairi, ex candidata Pd a Milano ora in ruoli associativi, ospiti su Luce News, piattaforma dei Fratelli Musulmani. Tieri liquida: “Ma pure che fosse, cioè ammesso che uno di noi abbia parlato con qualche esponente di partito, quale sarebbe la notizia?”. Ahmed minimizza: “Se i partiti si chiudono, allora rischiano di far nascere un soggetto religioso, non servono casini, l’effetto Madmani è questo, ridurre tutto a un marchio”. Madmani? Riferimento al sindaco di New York, ma qui è eufemismo per il pericolo: chiudere le porte al Pd significa spingere i musulmani a partiti etnici, ma aprirle significa consegnare l’Italia a chi vuole la sharia. La Lega, con Anna Maria Cisint, attacca: dubbi sui bilanci opachi UCOII, legami con i Fratelli Musulmani (negati ma sospetti), e una “rappresentanza musulmana” che già infesta le liste dem.
Ora, intrecciamo questo con il secondo articolo, di Andrea Mancia, che rivela i “veri piani”: moschee finanziate dal Qatar, alleanze nelle piazze, e una roadmap per l’islamizzazione che il Pd non combatte, ma abilita. Oltre 23 milioni di euro qatarioti per 45 progetti moschee in Italia – non “luoghi di culto informali”, come li chiama la sinistra, ma fortezze abusive che il centrodestra chiama con il loro nome. L’UCOII, con i suoi 130 centri islamici, è l’ariete: legato ai Fratelli Musulmani (ex presidente Izzeddin Elzir ammetteva nel 2017: “per una parte dai nostri sbagli”), usa Gaza come pretesto per mobilitare. Yassin Lafram, di nuovo lui, guida la danza: appelli ecumenici seguiti da flotille pro-Hamas, mentre Mohammed Hannoun – sanzionato dagli USA per finanziamento terroristico – organizza sigle e navi “umanitarie” che portano propaganda jihadista.
Le piazze sono il campo di battaglia: Giovani Palestinesi e Studenti Palestinesi dominano le manifestazioni, legittimando Hamas come “resistenza”. Maya Issa, leader, difende un banner “7 ottobre giornata della resistenza palestinese” come “una delle tantissime date della resistenza palestinese” – eufemismo per glorificare il massacro. Tariq Ramadan, nipote del fondatore dei Fratelli Musulmani, ospitato a Milano nel 2016 alla Camera del Lavoro, pochi giorni prima delle comunali: “Sono stati anni turbolenti”, ammette Abdel Shaari. Imam Abu Imad, condannato e espulso, pregava in Duomo nel 2009 dopo un corteo anti-Israele. E il Pd? “Compagni” terzomondisti che vedono nei musulmani conservatori alleati anti-occidentali, tollerando centri abusivi e proteste che bloccano piazze.
Questo intreccio non è casuale: è la colonizzazione islamica, accelerata dall’immigrazione regolare che porta 50.000 ingressi annui da paesi shariatici. Ricongiungimenti che importano famiglie patriarcali, flussi che gonfiano le culle musulmane mentre le nostre restano vuote. Il Pd, corteggiando UCOII e Pro Mus, legittima tutto: eletti come Ahmed difendono imam terroristici, assessori come Mahmoud “decolonizzano” la nostra storia, e eventi come quello siciliano “Gaza, Flotilla, diritti umani e pace” – con logo Pd, Lafram, Scotto, Lucano e Bartolo – trasformano il partito in succursale di Hamas. Davide Piccardo, figlio di un leader UCOII, candidato con SEL nel 2011: primo “Mamdani” italiano, modello per Muro27.
La minaccia è totale. Culturalmente: moschee qatariote che sostituiscono chiese, canti natalizi censurati per “inclusività”. Demograficamente: un milione e mezzo di musulmani, solo otto moschee ufficiali, ma migliaia di centri abusivi che predicano sharia. Politicamente: il Pd che crea “rappresentanza musulmana” per voti etnici, rischiando un partito islamico che ricatta governi. E socialmente: donne picchiate a Ragusa per voler studiare, bambine annegate in Pakistan per essere femmine – valori importati qui, dove il velo diventa “diritto” e la parità un optional.
Oriana Fallaci lo aveva previsto: “Eurabia”, l’Europa araba, conquistata non con le armi ma con i figli e il buonismo. Oggi, con UCOII e Fratelli Musulmani nel Pd, è realtà. Basta! L’immigrazione regolare islamica è un suicidio assistito: porta valori incompatibili – omofobia, misoginia, antisemitismo – e genera enclavi dove la Costituzione è carta straccia. Azzeriamola ora: stop totale a ricongiungimenti, permessi e flussi da paesi shariatici. Selezioniamo solo chi giura fedeltà alla laicità, remigriamo radicali e abusivi, chiudiamo i “centri culturali” che nascondono moschee. Altrimenti, il Pd non governerà l’Italia: governerà il califfato italiano, e noi saremo sudditi. Difendiamo la nostra patria, o la Fallaci ci guarderà dal cielo, urlando “Ve l’avevo detto!”. L’Italia è cristiana e laica: non Eurabia. Fermiamoli, prima che sia troppo tardi.



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