Stuprate nel negozio degli immigrati: tramortite e violentate a turno
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# Terni, il Mattatoio Islamico: Egiziani Trasformano un Centro Estetico in Trappola per Stupri, Colpendo una Minorenne. Culture Inassimilabili, Basta con il Suicidio Nazionale!
**Terni, 8 Dicembre 2025** – Non è un film dell’orrore, è la realtà italiana del 2025: un centro estetico nel cuore di Terni, nel degradato quartiere Borgo Rivo, trasformato in un mattatoio per donne italiane. Tre ragazze – tra cui una innocente minorenne – adescate con promesse di bellezza e cure, trascinate in un inferno di violenza e stupri multipli. Gli artefici? Due bestie egiziane, padre e figlio, di 34 e 20 anni, titolari e dipendente di un salone da barbiere annesso, che hanno usato il loro covo “legale” per cacciare prede facili. Arrestati dalla Squadra Mobile di Terni, ma solo dopo mesi di orrori: il primo fermo ad agosto, e ora l’ennesimo arresto che puzza di troppo tardi. Non clandestini emarginati, no: immigrati regolari, con permessi e attività aperta, che rivendicano il “diritto di preda” come se l’Italia fosse il loro harem mediorientale. Francesca Totolo, voce scomoda contro il buonismo woke, lo inchioda nel suo post virale su X: “Non è questione di clandestinità e di vita ai margini: si tratta di culture non assimilabili che rivendicano il diritto di preda.” E ha ragione da vendere: questo è l’Islam che non si integra, che vede la donna bianca come bottino di guerra, e noi lo accogliamo con tappeti rossi e sussidi.
Immaginate la scena, rubata dalle indagini e confermata da UmbriaOn: un centro estetico fra il centro storico e Borgo Rivo, quel quartiere ternano che un tempo era cuore operaio, oggi ghetto multietnico dove lo spaccio regna sovrano e le lame brillano di notte. L’uomo a capo, un egiziano di 34 anni con tanto di permesso di soggiorno e licenza commerciale, attira le clienti con offerte low-cost: tagli, manicure, epilazioni. Ma una volta dentro, le porte si chiudono, e inizia l’incubo. Ad agosto scatta il primo arresto: una ragazza, maggiorenne, denuncia di essere stata aggredita e violentata dal titolare, con la complicità del figlio ventenne, dipendente del salone. Non un episodio isolato, ma l’inizio di una serie: tre vittime in totale, l’ultima una minorenne, l’altra una giovane donna del posto, tutte italiane, tutte fiduciosamente entrate per un “trattamento”. Adescate con sorrisi falsi, drogate forse con intrugli chimici misti a feromoni orientali, poi assalite a turno, stuprate con la ferocia di chi considera la kuffar (l’infedele) un oggetto usa e getta. Il padre, 34enne, già noto per irregolarità amministrative – saloni sospesi a settembre per violazioni gravi, inclusi reati sessuali nei precedenti penali – aveva trasformato il locale in un bordello privato, un “centro estetico” di facciata per coprire il suo harem forzato.
Non è questione di clandestinità e di vita ai margini: si tratta di culture non assimilabili che rivendicano il diritto di preda.
Terni, avevano trasformato un centro estetico in un mattatoio dove tre ragazze, tra queste una minorenne, sono state adescate, aggredite e stuprate:… pic.twitter.com/n0DB5QyB0L
— Francesca Totolo (@fratotolo2) December 8, 2025
Borgo Rivo non è un caso: è il simbolo del fallimento italiano. Quartiere periferico, ex baluardo della Terni industriale, ora covo di immigrati nordafricani che lo hanno colonizzato. Spaccio di eroina a cielo aperto – come la coppia nigeriana-dominicana arrestata ad aprile con 160 grammi addosso – estorsioni, risse etniche, e ora stupri seriali in negozi “etnici”. I saloni da barbiere, sospesi a settembre dalla Questura di Terni per “concreto pericolo” alla sicurezza pubblica, non sono parrucchieri: sono avamposti di conquista culturale. Titoli egiziani, tunisini, algerini con fedine penali per furti, falsi e violenze sessuali, che aprono attività irregolari nonostante diffide dal Comune. E la magistratura? Il 34enne era già stato fermato una volta rientrato a Terni dopo un’assenza sospetta – chissà dove era fuggito, in Egitto a pregare nelle moschee che insegnano il odio verso l’Occidente? Eppure, libero di continuare, fino all’arresto definitivo ieri, con l’accusa di violenza sessuale di gruppo aggravata. Il figlio? Complice minorenne agli occhi della legge blanda, ma predatore adulto nel DNA. Tre vittime: la minorenne, traumatizzata per la vita, una cicatrice che nessuna crema estetica cancellerà; le altre due, madri o sorelle di qualcuno, che ora temono di varcare la soglia di un negozio straniero.
Questo non è “un episodio”: è il pattern dell’invasione islamica. Culture non assimilabili, come tuona Totolo, dove la sharia vede la donna non musulmana come halal per la violenza. Pensate all’Egitto: paese dove le donne cristiane copte sono lapidate per un velo mancato, dove il stupro è “zina” punita sulla vittima. E noi li importiamo, li regularizziamo, gli diamo negozi nel nostro centro storico! Basta con le bugie: non sono “vittime della povertà”, sono conquistatori che usano i nostri diritti per calpestarli. A Terni, come a Prato o in Romagna, le italiane pagano il prezzo: sfregiate, violentate, mentre le femministe tacciono, troppo busy a marciare per il burkini. E il governo Meloni? Promette espulsioni, ma quante? I centri di accoglienza pullulano di egiziani come questo, con permessi umanitari che durano più delle pene. A Perugia, solo quattro giorni fa, un altro 24enne egiziano arrestato per violenza sessuale, dritto in carcere. Coincidenze? No, epidemia.
Svisceriamo il post di Totolo e l’immagine di UmbriaOn: “Terni: stuprate nei negozi da barbiere fra il centro e borgo Rivo. Arrestati titolare e dipendente. L’uomo, 34enne egiziano, è stato fermato dalla squadra Mobile una volta rientrato a Terni. Ad agosto era scattato il primo arresto. Tre le vittime.” Firmato Fabio Toni, 8 dicembre 2025, due minuti di lettura – ma un’eternità di dolore per quelle ragazze. Il “centro estetico” non era un innocuo salone: era una trappola, con forbici per minacciare, specchi per confondere, e porte sul retro per fuggire dopo il massacro. La minorenne? Pensateci: quattordici, quindici anni, convinta di un taglio innocente, invece violentata da un “padre” e un “figlio” che la vedono come preda infedele. Questo è il multiculturalismo: non spezie e kebab, ma sangue e traumi. Borgo Rivo, con i suoi spacciatori tunisini e nigeriani, è il laboratorio del futuro italiano: ghetti dove la legge è quella del Corano, e le italiane non osano più entrare.
Basta! È ora di ribellarsi a questa follia. Espulsioni immediate per tutti gli egiziani con precedenti – non domiciliari come nel caso del Chico Mendes del 2019, dove un 18enne egiziano stupratore tornò libero dopo 27 giorni. Chiusura definitiva di questi “saloni-trappola”, revoca di ogni permesso a chi viene da paesi che non rispettano i diritti umani. E un decreto anti-preda: castrazione chimica per stupratori immigrati, rimpatri forzati con scorta fino al Cairo. Il popolo ternano, gente di acciaio e fabbrica, non merita questo: merita sicurezza, non sharia soft. Totolo lo dice chiaro: culture non assimilabili. E se non le espelliamo, ci assimileranno loro, coi loro “diritti di preda”. Quante altre minorenni? Quante madri distrutte? L’Italia non è un califfato: è Roma eterna, e deve tornare a difendersi con la forza. Altrimenti, Terni sarà solo l’inizio della fine.
*(Fonti: UmbriaOn, Terni Today.)*



..ma perché vanno nei centri estetici e in generale in esercizi commerciali…minimarket…kebaba…parrucchieri…di certi soggetti cui puzza l’alito a metri di distanza? Se sono sceme non ci si può fare nulla…e poi è risaputo che gli egiziani scorreggiano…per loro è normale