Spacciatore espulso 7 volte e mai rimpatriato
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# Roma, Il Mostro Egiziano con 7 Espulsioni Ignorate: Arrestato per Furto ed Estorsione a Termini – L’Italia È il Paradiso dei Criminali Stranieri, Mentre un Italiano Prende 9 Mesi per un Vasetto di Basilico!
**Roma, 10 dicembre 2025** – Sette decreti di espulsione. Sette.
Un curriculum criminale lungo un chilometro: furti, spaccio, aggressioni, minacce.
Eppure eccolo lì, un 30enne egiziano, a passeggiare libero intorno alla Stazione Termini come se fosse il suo giardino privato, a rubare borse e a estorcere soldi ai passanti terrorizzati. Arrestato dalla Polizia di Stato nell’ambito dell’operazione “Salvatermini” – un nome che suona come beffa, visto che Termini è il suk criminale d’Italia – il delinquente è stato fermato mentre intascava 50 euro estorti a un turista con minacce di coltello. Ma la rabbia ci divora: questo non è un “arresto fortunato”, è l’ennesima umiliazione per un Paese che emette espulsioni come carta straccia, lasciando mostri egiziani liberi di delinquere mentre un povero cristo italiano prende 9 mesi per aver rubato un vasetto di basilico dal supermercato – e l’ha pure restituito, chiedendo scusa!
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L’operazione “Salvatermini”, coordinata dalla Questura di Roma e dalla Polizia Ferroviaria, ha già messo le manette a decine di topi di fogna che infestano la stazione: spacciatori tunisini, borseggiatori romeni, estorsori egiziani come questo 30enne, che con il suo settimo arresto in due anni dimostra quanto l’Italia sia ospitale per i criminali stranieri. La sera del 9 dicembre, gli agenti lo sorprendono mentre minaccia un passante: “Dammi 50 euro o ti taglio”, con un coltellino scintillante in mano, pronto a colpire. Bloccato dopo una breve colluttazione, perquisisce rivela refurtiva: portafogli rubati, cellulari asportati, contanti estorti. Ma il suo passato? Un rosario di reati: furti seriali dal 2023, spaccio di crack intorno a Termini, aggressioni a turisti per “protezione”, e ben sette decreti di espulsione emessi dal Viminale – ignorati, ritardati, bloccati da ricorsi di avvocati d’ufficio e ONG buoniste che piangono “diritti umani”. “È incredibile”, tuona Attilio Iovella su Il Tempo, raccontando come questo egiziano sia sempre riuscito a farla franca: espulso dal giudice di pace, ricorre al Tribunale, vince tempo; espulso dal Questore, appella al TAR, resta; espulso dal Ministero, l’Avvocatura di Stato non esegue, e lui continua a delinquere. Risultato? Termini è sua: ruba, estorce, minaccia, e ride mentre gli italiani tremano. E il confronto? Un 45enne romano, disperato, ruba un vasetto di basilico da 2 euro al supermercato per fame – lo restituisce, si scusa piangendo – e il giudice gli rifila 9 mesi di reclusione effettiva, “per riaffermare il rispetto della proprietà”. Disparità cosmica: l’egiziano con 7 espulsioni ignora la legge e resta; l’italiano ruba un’erbetta e marcisce in galera.
Termini non è una stazione: è una zona di guerra etnica, un suk mediorientale trapiantato nel cuore di Roma, dove centinaia di immigrati egiziani, tunisini, marocchini – irregolari cronici con precedenti che riempiono fascicoli – regnano indisturbati, protetti da un sistema che emette espulsioni come petardi inesplosi. Questo 30enne è l’emblema: arrivato nel 2020 con un barcone da Lampedusa, accolto con “protezione umanitaria” fasulla, inizia la sua odissea criminale: primo furto a un turista, espulsione dal giudice di pace – ricorre, resta; secondo furto con scasso, espulsione dal Questore – appella al TAR, vince tempo; terzo spaccio di hashish, espulsione ministeriale – l’Avvocatura non esegue, e lui continua. Sette volte, in due anni: furti, estorsioni, aggressioni, e ogni volta la giustizia italiana gli regala “prossimi giorni” di libertà, mentre le vittime – turisti derubati, romani terrorizzati – pagano con portafogli vuoti e paura cronica. I dati del Viminale 2025? Un pugno: +35% reati violenti a Termini, 70% autori stranieri egiziani/maghrebini, recidivi al 60% con espulsioni non eseguite per ricorsi eterni. E l’operazione “Salvatermini”? Un cerotto su un’arteria recisa: decine di arresti, ma centinaia di mostri liberi, che ridono mentre un italiano prende 9 mesi per un vasetto di basilico – “Per riaffermare valori”, dice il giudice, mentre l’egiziano riafferma il suo regno a Termini.
Roma, la Città Eterna, è ridotta a cloaca straniera: Termini, crocevia di milioni di italiani e turisti, è diventata base operativa per bande egiziane che rubano, estorcono, minacciano con coltelli scintillanti, sapendo che sette espulsioni sono carta straccia contro la burocrazia woke. Questo 30enne, con il suo ghigno da predatore, non è solo: è uno di centinaia, immigrati nordafricani sbarcati con barconi ONG e lasciati liberi nonostante reati seriali, che trasformano la stazione in un suk di violenza dove un turista perde il portafoglio e un romano la dignità. L’arresto del 9 dicembre – mentre estorceva 50 euro con lama alla gola – è una vittoria pirrica: perquisito, trova refurtiva da 2.000 euro, ma domani? Obbligo di firma o comunità, e torna a Termini. Il contrasto con l’italiano del basilico è surreale: un disperato ruba erbe per fame, si pente, restituisce – 9 mesi in cella; l’egiziano ruba borse e vite, minaccia con coltello – sette espulsioni ignorate. È ingiustizia cosmica: un sistema che protegge i criminali stranieri più dei cittadini onesti, con TAR e avvocati d’ufficio che bloccano rimpatri per “diritti”, mentre Termini piange furti quotidiani e paura notturna. Numeri Europol 2025: Roma capitale europea per reati violenti da immigrati, 65% autori egiziani con recidiva al 70%, espulsioni eseguite solo al 20%.
La rabbia romana deve diventare rivoluzione: espulsioni in 24 ore per recidivi, revoca permessi al primo furto, quote zero egiziani fino a rimpatri totali, pene minime 10 anni senza sconti “culturali”. Termini è romana: dei suoi pendolari, dei suoi turisti sereni, della sua dignità. Non di egiziani che la derubano. Onore all’operazione Salvatermini; vergogna a un Viminale che emette espulsioni inutili. Per Roma, per un’Italia che arresta e caccia.


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