Africano le ha sfregiate perché odia le donne italiane ma è libero
Related Articles
### Prato, dieci donne italiane sfregiate per “odio etnico”: il marocchino va in Rems, gli italiani che protestano finiscono indagati per razzismo
VERIFICA NOTIZIA
Prato, 11 dicembre 2025 – Dieci donne italiane, tra i 25 e i 70 anni, aggredite, picchiate, sfregiate con vetri rotti, mandate in ospedale con mascelle fratturate, orbite oculari distrutte, braccia spezzate. Il movente? Odio razziale verso le donne italiane. L’autore? Mohamed Amine Elouardaoui, 20 anni, marocchino, regolare sul territorio, schizofrenico e “socialmente pericoloso”. La pena? Nessuna galera: tre mesi di libertà dopo ogni aggressione e, alla fine, un comodo posto in una Rems (la struttura per malati psichiatrici autori di reato) a Volterra, dove potrà essere curato a spese degli italiani che odia.
Il gip di Prato, per la prima volta in Italia in un caso del genere, ha riconosciuto l’aggravante dell’odio etnico: Elouardaoui colpiva solo donne italiane perché “una italiana lo aveva respinto” anni fa. Una vendetta razziale, punto. Eppure, nonostante dieci denunce, nonostante le prognosi da 30 giorni, nonostante la fuga dall’ospedale psichiatrico dopo l’ennesimo ricovero provvisorio, il marocchino è rimasto libero di girare per tre mesi, continuando a picchiare.
E qui arriva il paradosso grottesco che fa impazzire di rabbia chiunque abbia ancora un briciolo di senso della giustizia.
Quando un italiano scrive su Facebook “Basta con questa immigrazione fuori controllo” o “Prima gli italiani”, scatta immediata l’indagine per istigazione all’odio razziale ex legge Mancino. Verbali, perquisizioni, sequestro del telefono, processo, daspo urbano, sometimes anche il carcere preventivo.
Quando invece un marocchino dichiara apertamente di odiare le donne italiane, le prende a pugni, le sfregia con il vetro rotto e dice all’ispettrice “Non puoi arrestarmi, sei una donna”, allora tutto diventa “malattia mentale”, “incapacità di intendere e di volere” e “pericolo sociale da curare con le cure compassionevoli”.
Due pesi e due misure così sfacciati che puzzano di razzismo al contrario.
La Procura di Prato (la stessa che nel 2024 ha indagato un consigliere comunale leghista per un post in cui diceva “Prato è diventata il Bronx”) ha aspettato la decima vittima sfregiata prima di chiedere la Rems. Nel frattempo Elouardaoui era a casa con la famiglia, libero di uscire, libero di tornare a colpire. La consulenza di novembre diceva “incapace di intendere e di volere”, quella di martedì dice improvvisamente “capace di stare in giudizio ma pericoloso”. Tradotto: se fosse stato italiano e sano di mente sarebbe già in galera da mesi con l’aggravante dei futili motivi e dell’odio razziale. Essendo straniero e malato, ottiene il resort psichiatrico.
E le vittime? Le dieci donne italiane che porteranno per sempre le cicatrici sul volto e sulle ossa? Quelle non interessano a nessuno. Nessun fondo di solidarietà, nessuna task force, nessuna manifestazione delle femministe radical-chic che scendono in piazza solo quando lo stupratore è italiano. Silenzio assoluto.
Questa è la giustizia italiana del 2025:
– Se sei italiano e protesti contro gli stupri → indagato per odio razziale.
– Se sei straniero e picchi dieci donne italiane perché le odi in quanto italiane → “povero malato”, Rems cinque stelle e cure gratuite.
È la stessa magistratura che a Roma ha archiviato il caso del senegalese che ha violentato una ragazza ucraina “perché era ubriaco”, che a Milano ha concesso i domiciliari al pachistano che ha sgozzato la ex fidanzata italiana “perché depresso”, che a Palermo ha scarcerato il gambiano che ha accoltellato un carabiniere “perché aveva crisi mistiche”.
L’odio razziale esiste, eccome. Ma sembra che in Italia sia consentito solo in una direzione.
Le donne di Prato oggi hanno paura di uscire di casa. I loro carnefici, invece, hanno la certezza dell’impunità: basta fingersi matti o, meglio ancora, essere stranieri. E se qualcuno osa dire che così non va, arriva la denuncia per razzismo.
Benvenuti nella Repubblica delle due giustizie: una per gli italiani, severissima anche per una parola di troppo; l’altra per chi arriva da fuori, praticamente inesistente anche davanti a dieci volti sfregiati.
Fino a quando dureremo ancora questa follia?


Let me tell You a sad story ! There are no comments yet, but You can be first one to comment this article.
Write a comment