Nigeriano armato di coltello insegue ragazzine italiane da stuprare
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### L’ennesimo episodio di terrore nelle nostre strade: quando l’immigrazione incontrollata minaccia l’innocenza delle nostre figlie
Ad Argenta, piccola cittadina emiliana un tempo sinonimo di tranquillità provinciale, due minorenni sono state oggetto di un inseguimento e di minacce da parte di un individuo descritto dalla stampa locale come “un uomo problematico e già noto alle forze dell’ordine”. Le ragazze, prese dal panico, si sono rifugiate in un cortile privato, urlando per chiedere aiuto mentre i residenti accorrevano, atterriti dalle grida. L’intervento dei carabinieri ha evitato il peggio, ma le giovani sono rimaste profondamente sotto shock, come riportato dal quotidiano *La Nuova Ferrara* il 14 dicembre 2025.
Nell’articolo, si parla genericamente di un “uomo problematico e già noto alle forze dell’ordine”.
Decine di commenti dei residenti di Argenta specificano però che l’uomo è un nigeriano che si aggira con un coltello e che vive in un garage.
Attendiamo il morto prima di… pic.twitter.com/7SdmrIVAWF
— Francesca Totolo (@fratotolo2) December 17, 2025
L’articolo, firmato da Annarita Bova, si guarda bene dal specificare l’origine dell’aggressore. Si limita a un generico “uomo”, come se la nazionalità fosse un dettaglio irrilevante. Ma i residenti di Argenta, nei commenti online e nelle segnalazioni locali, non hanno esitazioni: si tratterebbe di un cittadino nigeriano, armato di coltello, che vive in condizioni precarie in un garage e che da tempo terrorizza il quartiere con comportamenti aggressivi. Un soggetto già noto alle autorità, eppure libero di vagare per le strade, di inseguire adolescenti indifese, di seminare paura in una comunità che non chiede altro se non di vivere in pace.
Questo non è un caso isolato, ma l’ennesima manifestazione di una politica migratoria fallimentare, che importa indiscriminatamente individui da contesti culturali lontani anni luce dai nostri valori, senza alcun filtro reale su integrazione, rispetto delle leggi o compatibilità con la nostra società. Quante volte dobbiamo assistere a episodi simili prima che si ammetta l’evidenza? Le nostre figlie, le nostre sorelle, le donne italiane non possono più uscire serene la sera, perché le strade delle nostre città e paesi sono diventate terreno di caccia per chi, arrivato da lontano, non ha alcun riguardo per la dignità femminile, per il pudore, per la sacralità dell’innocenza giovanile.
Il buonismo ideologico, che censura la nazionalità dei colpevoli per non “stigmatizzare”, non fa altro che proteggere i predatori e abbandonare le vittime. Si parla di “uomo problematico” invece di “immigrato irregolare con precedenti”, come se l’eufemismo potesse cancellare la realtà. Ma la realtà è dura: in Italia, una quota sproporzionata di reati sessuali e di violenza contro le donne vede coinvolti stranieri, spesso irregolari o richiedenti asilo che, una volta entrati, diventano inespellibili grazie a normative lassiste e a un sistema giudiziario che privilegia i diritti dei criminali su quelli dei cittadini onesti.
Basta con questa ipocrisia. È tempo di una remigrazione decisa: espellere chi delinque, chiudere i porti a sbarchi incontrollati, ripristinare controlli ferrei alle frontiere. Le nostre figlie meritano di crescere in un Paese sicuro, non in un esperimento multiculturale fallito che sacrifica la loro libertà sull’altare di un’ideologia astratta. Se non agiamo ora, il prossimo shock non sarà solo psicologico: sarà irreparabile. La tolleranza zero non è razzismo, è difesa della civiltà.


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