Parigi ha già vinto la Coppa d’Africa, maggioranza partecipanti natà lì
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### CAN 2025: La Francia Esporta Talenti Africani – L’Île-de-France Fornisce da Sola il 6,5% dei Giocatori, la maggioranza relativa, un Flop Multietnico che l’Italia Deve Evitare
**Marocco, 17 dicembre 2025** – Alla vigilia della **Coupe d’Afrique des Nations 2025** (dal 21 dicembre al 18 gennaio in Marocco), emerge un dato clamoroso: su 24 nazionali e circa 660-672 giocatori selezionati (fino a 28 per squadra), ben **43 sono nati in Île-de-France**, pari al 6,5% del totale. Di questi, **14 provengono dalla Seine-Saint-Denis** (il famoso “93”), il dipartimento più rappresentato. L’Île-de-France diventa così la “regione del mondo più rappresentata” nella competizione, superando persino molte nazioni africane per numero di talenti “esportati”.
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Esempi? Pape Gueye (Senegal), Junior Dina Ebimbe (Camerun, nato a Stains), Rayan Aït-Nouri (Algeria). Tutti cresciuti nei vivai francesi, spesso in banlieue multietniche, e ora pronti a giocare per le nazionali dei genitori.
#### Il Fallimento del Modello Francese: Talenti Formati in Francia, ma che Giocano per l’Africa
I media mainstream celebrano questo come “ricchezza della formazione francilienne”, un trionfo della “diversità”. Ma la realtà è opposta: la Francia investe miliardi in vivai, scuole calcio e integrazione, per poi veder partire i migliori talenti verso l’Africa. Non è un successo: è un flop. Quegli stessi giocatori, nati e formati oltralpe, rifiutano la maglia dei Bleus (o non vengono scelti) per optare per Senegal, Camerun, Algeria. Risultato? La nazionale francese si affida a un mosaico instabile – ricordate i Mondiali con divisioni interne? – mentre l’Africa incassa i frutti del sistema francese.
È la prova che il multiculturalismo forzato non crea coesione: crea esportazione di talenti. La Francia forma, l’Africa vince (o almeno compete). E chi paga? I contribuenti francesi, che finanziano un sistema che arricchisce altri.
#### La Lezione per l’Italia: No all’Importazione, Sì ai Nostri e ai Discendenti
In Italia, dove certi media spingono per naturalizzazioni facili e “diversità” nello sport, questo dato è un campanello d’allarme. Immaginate una Serie A piena di talenti importati da fuori Europa: li formeremmo per poi vederli giocare per altre nazionali? No, grazie. L’Italia eccelle quando investe sui vivai puri – pensate alla pallavolo campione del mondo, omogenea e invincibile, o al tennis con Sinner e Cobolli.
La vera ricchezza è nel sangue italiano sparso per il mondo: milioni di discendenti in Argentina, USA, Australia, pronti a tornare come Retegui. Facciamo politiche per richiamarli – cittadinanza express, incentivi – invece di aprire porte a immigrazioni massive che portano divisioni, ghetti e talenti che non si identificano con noi.
La CAN 2025 sarà uno spettacolo, ma per la Francia è l’ennesima conferma: il melting pot non paga. L’Italia resti se stessa: omogenea, orgogliosa, vincente con i suoi. No a modelli falliti d’oltralpe. Forza Italia.


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