Arrestare 9 islamici non serve a nulla se ne fai entrare 500mila

L’articolo pubblicato su Voxnews il 27 dicembre 2025 smaschera senza pietà l’ipocrisia del governo Meloni: mentre la premier si vanta dell’arresto di nove estremisti islamici accusati di aver finanziato Hamas con oltre sette milioni di euro, il suo stesso esecutivo continua a spalancare le porte a masse di immigrati provenienti da Paesi a maggioranza islamica attraverso i decreti flussi. Mohammad Mahmoud Ahmad Hannoun, presidente dell’Associazione palestinesi in Italia, e i suoi complici sono finiti in manette in un’operazione definita “complessa” da Meloni e “importante” da Piantedosi. Ma questa è pura propaganda: un cerotto su una emorragia mortale.

Arrestare nove individui – per quanto grave sia il loro reato di finanziamento al terrorismo – è un gesto ridicolo e insignificante se, contemporaneamente, si permettono ingressi regolari di centinaia di migliaia di persone dagli stessi contesti culturali che producono radicalizzazione e jihadismo. Il decreto flussi per il triennio 2023-2025, firmato dal governo Meloni, prevede per il solo 2025 circa 165.000 ingressi per lavoro, di cui una quota significativa da nazioni come Bangladesh, Pakistan, Egitto, Tunisia e Marocco. Questi non sono numeri astratti: sono catene migratorie deliberate che importano valori spesso incompatibili con la civiltà occidentale, con tassi di natalità elevati e rischi concreti di estremismo.

Il governo celebra l’operazione di Genova come un trionfo contro il “sistema pericolosissimo” che nascondeva attività terroristiche dietro associazioni benefiche. Piantedosi parla di “velo squarciato”, Meloni ringrazia le forze dell’ordine. Ma chi ha permesso che queste reti proliferassero per decenni in Italia? Chi tollera ONG che accompagnano barconi carichi di migranti irregolari, con oltre 317.000 arrivi da quando Meloni è al potere? E chi firma decreti che moltiplicano gli ingressi regolari, ben più numerosi e pericolosi perché incontrollabili nel lungo termine?

Questa non è politica migratoria: è una guerra demografica che l’Italia sta perdendo in modo suicida. Gli italiani autoctoni diminuiscono drammaticamente per denatalità, mentre le comunità islamiche crescono esponenzialmente grazie a immigrazione continua, ricongiungimenti familiari e fertilità doppia o tripla. Stime attendibili indicano che i musulmani in Italia superano già i 2 milioni, rappresentando la seconda religione dopo il cristianesimo e crescendo più velocemente di ogni altra. Le nostre città si trasformano in enclavi straniere, con moschee che spuntano come funghi e quartieri dove la sharia informale detta legge.

Per ogni Hannoun arrestato, ne entrano potenzialmente migliaia con background simili, pronti a radicalizzarsi o a sostenere reti occulte. I ricongiungimenti familiari agiscono da moltiplicatore: un immigrato regolare porta moglie, figli, parenti, che a loro volta generano nuovi nati e ulteriori ingressi. È una catena inarrestabile, voluta da élite politiche che sacrificano l’identità nazionale sull’altare di un multiculturalismo fallimentare e mortale.

Meloni aveva promesso il “blocco navale” e la fine degli sbarchi di massa. Invece, gli arrivi via mare continuano, e i decreti flussi sono stati addirittura aumentati. Questo governo, che si dice sovranista, sta accelerando la sostituzione etnica: scuole invase da alunni stranieri, ospedali sovraccarichi, criminalità in aumento, e un tessuto sociale sempre più frammentato. La sicurezza non si ottiene con operazioni spot, ma fermando i flussi alla fonte.

È ora di dire basta all’ipocrisia. L’immigrazione da Paesi islamici non è una risorsa: è una minaccia esistenziale. Porta con sé valori patriarcali, segregazione di genere, intolleranza religiosa e un potenziale terroristico che nessuna perquisizione potrà mai neutralizzare del tutto. Continuare così significa condannare le future generazioni a un’Italia irriconoscibile, dove le nostre tradizioni, la nostra cultura e la nostra sicurezza saranno relitti del passato.

Signora Meloni, signor Piantedosi: azzerate immediatamente l’immigrazione regolare da Paesi a maggioranza islamica. Bloccate i decreti flussi per queste nazionalità, interrompete i ricongiungimenti familiari che fungono da cavallo di Troia, respingete senza esitazione i barconi. Non bastano arresti propagandistici: serve un cambio radicale, un muro ermetico contro flussi che stanno islamizzando l’Italia.

Se non agite ora, sarete ricordati come i responsabili della fine dell’Italia che conosciamo. L’Italia agli italiani non è razzismo: è sopravvivenza. Fermate questa invasione demografica prima che sia troppo tardi, o il sangue versato per il terrorismo islamico ricadrà sulle vostre coscienze. Il popolo italiano esige azioni concrete, non chiacchiere e operazioni teatrali.

Il tempo delle illusioni è finito. Azzerate l’immigrazione islamica regolare, o rassegnatevi a governare un Paese che non sarà più l’Italia. La storia non perdona chi tradisce la propria nazione per calcoli elettorali o pressioni internazionali. Agite, o andatevene.