“Noi con i Soldi, Loro con il Sangue”: Jihad Finanziata dalle Moschee in Italia
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### “Noi con i Soldi, Loro con il Sangue”: La Jihad Finanziata dall’Italia Smascherata nelle Intercettazioni
Le intercettazioni pubblicate da Il Giornale il 28 dicembre 2025 sono una bomba che fa esplodere l’ipocrisia del sistema “solidale” pro-Palestina in Italia. “A Gaza si sacrificano col sangue. Noi combattiamo con il denaro”: questa frase, pronunciata da Awad Hannoun – fratello del capo della cellula Mohammad Hannoun – mentre commenta la nomina di Yahya Sinwar a leader di Hamas, rivela la verità nuda e cruda. Non si tratta di aiuti umanitari per poveri gazawi: è jihad organizzata, con l’Italia come bancomat europeo per il terrorismo.
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Nelle conversazioni captate, emerge chiaro che i fondi raccolti dall’ABSPP (Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese) finiscono direttamente ad Hamas. La figlia dell’imam di Milano, Nibras Asfa – titolare della moschea di via Padova – e suo marito Sulaiman Hijazi, vice storico di Hannoun, parlano senza giri di parole: “Quasi tutti quelli che raccogliamo vanno ad Hamas”. Osama Alisawi, ministro di Hamas a Gaza, è il “nostro rappresentante” che sollecita i bonifici e si lamenta quando i soldi tardano. Centinaia di migliaia di euro transitano via Turchia, Giordania ed Egitto, triangolati per eludere controlli.
Questo non è un “caso isolato”: è una rete strutturata, radicata da decenni, con Hannoun al vertice della cellula italiana di Hamas. Contatti diretti con Ismail Haniyeh (incontrato personalmente), proselitismo, propaganda e raccolta fondi mascherata da beneficenza. E mentre loro “combattono con il denaro”, a Gaza si continua a “sacrificare col sangue” – ovvero attentati, razzi e massacri come il 7 ottobre.
La figlia dell’imam di Milano coinvolta fino al collo è la ciliegina su una torta avvelenata. Moschee come quella di via Padova non sono luoghi di preghiera pacifica: sono hub di radicalizzazione, dove si predica “muqawama” (resistenza armata) e si raccolgono fondi per i terroristi. L’UCOII e simili organizzazioni dominano il panorama islamico italiano, invitando predicatori anti-occidentali e gestendo centri che fungono da basi logistiche per l’islam politico.
Questi soldi non piovono dal cielo: sono donazioni di ingenui italiani, fondi pubblici deviati, contributi di comunità islamiche cresciute grazie a immigrazione incontrollata. Per ogni euro “benefico”, si finanzia un kalashnikov o un razzo puntato su Israele – e potenzialmente su di noi. È la stessa rete che celebra attentati suicidi e gioisce per morti civili.
Il governo Meloni ha fatto un’operazione importante con questi arresti, ma è un granello di sabbia in un deserto di ipocrisia. Come si può festeggiare lo smantellamento di una cellula mentre si continuano a importare migliaia di persone dagli stessi contesti che producono questi “combattenti con il denaro”? I decreti flussi portano manodopera da Paesi islamici radicali, i ricongiungimenti familiari moltiplicano le enclavi, e le moschee proliferano senza controlli.
È ora di finirla con le mezze misure. **Azzerate immediatamente l’immigrazione regolare da Paesi a maggioranza islamica**. Basta quote per Marocco, Bangladesh, Pakistan, Egitto, Tunisia: questi flussi alimentano direttamente reti come quella di Hannoun, portando valori jihadisti e rischi terroristici.
E non basta fermare gli ingressi: **chiudete le moschee infiltrate e radicali**. Via Padova a Milano, centri UCOII, luoghi dove si predica odio e si raccolgono fondi per Hamas devono essere sigillati. Revocate permessi a imam sospetti, espellete foreign fighters e finanziatori. Monitorate ogni associazione “benefica” pro-Palestina: se un centesimo finisce a Hamas, chiusura immediata.
Signora Meloni, signor Piantedosi: le intercettazioni gridano vendetta. “Noi con i soldi, loro con il sangue” significa che l’Italia sta finanziando la propria potenziale distruzione. Arresti spot non bastano: serve un muro contro l’islam radicale. Azzerate i flussi regolari islamici, chiudete le moschee jihadiste, o sarete complici di questa guerra asimmetrica.
L’Italia non può più essere il bancomat di Hamas. L’Italia agli italiani: fermate questa jihad finanziaria prima che diventi jihad armata nelle nostre strade. Il tempo delle illusioni è finito – agite, o tradite la nazione.



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