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**L’Italia sotto Assedio Culturale: Il Pericolo dell’Islamizzazione**

L’Italia sta affrontando un fenomeno che minaccia le sue radici profonde: l’islamizzazione. Mentre il dibattito mediatico si concentra su temi bizzarri come il patriarcato e i cosiddetti diritti di genere, una realtà inquietante si insinua silenziosamente nel tessuto sociale italiano, portata da alcune pratiche culturali dei migranti che stanno trovando terreno fertile.

**Bimbe Sposate: Un Silenzio Colpevole**

In un contrasto lampante, mentre in Occidente si ciancia per la parità di genere e contro le oppressioni tradizionali, in Iraq si discute di abrogare la legge (del laico Saddam Hussein) che protegge le bambine dagli stupri e dai matrimoni precoci, riducendo l’età minima per il matrimonio a soli 9 anni. Questo non è un problema isolato; è un’eco di pratiche che, nonostante le leggi italiane, trovano modo di manifestarsi in comunità chiuse. Le bambine, spesso costrette a matrimoni forzati, vedono la loro infanzia rubata, la loro educazione negata, e la loro vita segnata dalla sottomissione. E dove sono le voci delle attiviste italiane in questa battaglia? Il loro silenzio è assordante e rivelatore della loro selettività nella scelta delle battaglie per i diritti umani.

**Il Silenzio delle Cliniche Iraniane**

In Iran, le donne che osano rifiutare il velo, simbolo di oppressione, vengono sottoposte a “terapie” psicologiche forzate. Questo trattamento disumano non è solo un attacco alla libertà personale, ma un tentativo di piegare le donne a un conformismo religioso e culturale inaccettabile per una società che si vanta di essere libera. Questo scenario, sebbene distante, non è del tutto estraneo a quanto accade in Italia, dove la pressione culturale per conformarsi a pratiche tradizionali importate può essere altrettanto soffocante. Abbiamo visto bambine picchiate dalle coetanee islamiche a scuola perché rifiutavano il velo.

**L’Italia alla Svolta**

L’Italia non può rimanere inerte di fronte a queste derive. La nostra cultura, la nostra identità nazionale, e i diritti fondamentali che abbiamo conquistato attraverso secoli di battaglie devono essere difesi con fermezza. Non si tratta di xenofobia, ma di protezione dei nostri valori e delle nostre leggi. L’integrazione non può significare la perdita della nostra identità o l’accettazione passiva di pratiche che violano i diritti fondamentali.

Sintesi: dobbiamo sbatterli fuori dai coglioni.