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Magistratura di Estrema Sinistra: Un’Operazione di Repressione Ideologica

Nuova retata contro presunti ‘fascisti’ e ‘nazisti’. Stavolta operazione “Genus Album” della Polizia di Stato, condotta con fervore da una magistratura che sembra aver abbracciato l’attivismo di estrema sinistra, ha visto perquisizioni in tutta Italia contro dodici individui accusati di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Questi giovani, tra i 19 e i 24 anni, con un minore di 17, sono stati presi di mira non per atti concreti di violenza, ma per le loro idee, che per quanto possano essere estreme sono idee, in un chiaro attacco alla libertà di espressione.

L’azione, eseguita dal centro operativo per la sicurezza cibernetica della Polizia Postale Lombardia in collaborazione con la Digos, utilizza intercettazioni telefoniche e analisi di conversazioni sui social per giustificare un’azione repressiva contro gruppi Telegram come “Tricolore del sangue italico” e altri. L’accusa è di diffondere idee naziste e fasciste, ma la vera questione è l’uso della magistratura come strumento di un’agenda politica di sinistra, che mira a silenziare voci dissidenti.

La scoperta di materiale neonazista, come bandiere, volantini e copie di “Mein Kampf”, insieme a oggetti come tirapugni e armi ad aria compressa, è stata usata per giustificare un’operazione che sembra più una caccia alle streghe che una vera indagine su crimini concreti. Nonostante l’assenza di atti violenti, la magistratura ha deciso di agire, mostrando un chiaro pregiudizio ideologico.

Gli indagati, dai giovani studenti universitari a un minorenne ancora al liceo, riflettono una società in cui la diversità di pensiero è soffocata da una magistratura che si comporta più come un braccio armato dell’attivismo di sinistra che come garante della legge e della giustizia imparziale.

Questa operazione non solo mette in discussione la libertà di espressione, ma anche l’indipendenza e l’imparzialità della magistratura italiana, trasformando il paese in un luogo dove il conformismo ideologico è imposto, non scelto.

Chiediamo una riflessione seria su come la giustizia dovrebbe operare in una democrazia, dove il confronto delle idee, anche le più scomode, dovrebbe essere permesso e non criminalizzato. La magistratura dovrebbe difendere i principi democratici, non agire come una forza attivista per un’ideologia politica specifica.

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