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Gli Islamici che Odiano l’Italia: Gli Insulti della Vergogna a Capodanno e Non Solo

Milano è stata deturpata, violata, da coloro che abbiamo accolto, nutrito, e trattato con umanità. La notte di Capodanno, che dovrebbe essere un momento di gioia, di unione, si è trasformata in un incubo, grazie ai cosiddetti “migranti islamici di seconda generazione” che hanno mostrato il loro vero volto: quello dell’odio, del disprezzo, e della vergogna.

Piazza Duomo: Il Teatro dell’Infamia

In piazza Duomo, il cuore di Milano, giovani, nati e cresciuti in Italia, figli di immigrati islamici, hanno scelto di festeggiare il nuovo anno non con la gratitudine verso il paese che li ha ospitati, ma con insulti, gesti osceni, e bandiere straniere. “Vaffanculo Italia”, “Polizia di merda”, queste le parole che hanno risuonato tra i festeggiamenti, parole di veleno che hanno avvelenato la nostra aria. Questi “maranza”, come ormai li chiamano, arrampicati sulla statua di Vittorio Emanuele II, hanno mostrato il dito medio al nostro Paese, gridando “Allah akbar” mentre sventolavano bandiere di Tunisia, Palestina, e altre nazioni, come se Milano fosse una colonia da conquistare.

Una Notte di Degrado e Violenza

Ma non si è fermato lì. La violenza non ha conosciuto confini. Ragazze molestate, risse scatenate, e un generale senso di caos e disordine. La nostra Milano, la nostra piazza, trasformata in un campo di battaglia da coloro che, in teoria, avrebbero dovuto integrarsi, diventare italiani, ma che invece coltivano odio, separazione, e rifiuto dei nostri valori.

Una Società Minacciata

Questo non è un episodio isolato. È la manifestazione concreta di una realtà che si rifiuta di vedere: l’islamizzazione dell’Italia. Queste sono le “seconde generazioni” che, invece di abbracciare l’Italia, la nostra storia, la nostra cultura, preferiscono sputarci addosso. Dove l’integrazione avrebbe dovuto avvenire, vediamo solo radicalizzazione, una generazione che si sente più straniera che italiana, pronta a distruggere ciò che abbiamo costruito.

La Politica dell’Insabbiamento

E dove sono i nostri politici? La sinistra continua a chiudere gli occhi, a negare la realtà, a chiamare “integrazione” quello che è un chiaro rifiuto dei nostri valori. Parlano di “diversità” mentre le nostre strade si riempiono di odio. Il sindaco di Milano, un simbolo di questa politica cieca, non ha parole per condannare queste azioni, preferendo invece difendere una visione utopica di una società multiculturale che si sta dimostrando un fallimento.

Il Risveglio di un Popolo

Ma gli italiani non sono più ciechi. Non possiamo più ignorare chi ci odia, chi insulta la nostra nazione, chi non ha alcun desiderio di far parte di ciò che siamo. Questa è una chiamata alle armi, non fisiche, ma culturali, morali. È tempo di dire basta all’immigrazione incontrollata, alla tolleranza dell’intolleranza, alla distruzione della nostra identità. Quella notte vergognosa a Capodanno in Piazza Duomo è solo l’inizio, se non agiamo. È tempo di svegliarsi, di proteggere l’Italia dagli islamici che la odiano, che la disprezzano, che la insultano.

Gli insulti della vergogna non sono solo parole; sono il sintomo di una malattia che dobbiamo curare prima che ci distrugga.

L’Italia si trova di fronte a un pericolo immediato: l’infiltrazione di individui di fede islamica nelle forze dell’ordine. Immaginate un futuro dove i nostri difensori, coloro che giurano di proteggerci, avessero legami culturali o religiosi con gruppi che hanno mostrato ostilità verso il nostro paese. Questa non è solo una questione di integrazione, ma di sicurezza nazionale. Se oggi vediamo la giustizia piegarsi per paura di offendere, cosa accadrà quando saranno proprio questi correligionari a detenere il potere nelle nostre forze di polizia? L’Italia rischia di diventare un luogo dove la sicurezza dei cittadini è minata dall’interno, dove la fiducia nelle istituzioni di protezione è compromessa. È un allarme che non possiamo ignorare; la nostra sicurezza dipende dalla vigilanza e dalla purezza delle nostre forze di polizia.

Azzerare l’immigrazione islamica. Tornare allo ius sanguinis.