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Droga e Corano: L’Islam Conquista e Distrugge le Nostre Città

In un piccolo paese alle porte di Lione, dove ormai la maggioranza dei residenti sono immigrati islamici, si sta verificando un’occupazione silenziosa ma devastante. L’Islam, con il suo intreccio di droga e Corano, sta trasformando questa comunità da luogo di pace in un bastione di controllo islamico.

Il traffico di droga, un tempo un problema marginale, è ora un’impresa gestita da bande islamiche che reinvestono i profitti non solo per arricchirsi ma per finanziare l’espansione dell’influenza islamica. Le piazze, un tempo spazi comuni, sono diventate mercati di morte dove giovani, spesso minorenni, sono reclutati per vendere sostanze illecite e per diffondere un’ideologia che rifiuta i nostri valori. Questo non è un caso isolato; è una piaga che si sta espandendo nelle città europee, mettendo a rischio la nostra sicurezza e identità.

Il Corano, usato come un manifesto di dominio, è strumentalizzato per inculcare nelle nuove generazioni non tolleranza ma supremazia. Le moschee, spesso finanziate da nazioni che esportano una visione estremista dell’Islam, non sono solo luoghi di preghiera ma centri di indottrinamento, dove si insegna disprezzo per le nostre leggi e tradizioni.

Le autorità sono paralizzate da una politica di correttezza politica che teme di essere accusata di islamofobia, mentre le forze dell’ordine sono costantemente sotto attacco. La comunità non islamica vive in un terrore quotidiano, isolata e soggetta a intimidazioni o violenza. Questa non è integrazione; è una conquista culturale e territoriale in atto.

L’Islam, nella sua pratica attuale in queste comunità, non cerca di fondersi con la cultura ospitante; al contrario, impone la sharia, costringe le donne a velarsi, e pretende che gli uomini seguano codici di comportamento estranei alla nostra società. Chiunque osi opporsi è immediatamente etichettato come infedele o apostata.

È tempo di ammettere che l’immigrazione islamica, senza un controllo rigoroso e un’integrazione vera, porta con sé non solo persone in cerca di una nuova vita ma anche un’ideologia che è antitetica ai nostri principi democratici. Dobbiamo agire ora, non solo per salvare le nostre città ma per preservare la nostra civiltà. La Francia, l’Europa, non può permettersi di diventare un terreno di scontro per le ambizioni islamiche.

Se non fermiamo questa avanzata, non sarà solo questo piccolo paese alle porte di Lione a essere perso, ma tutta l’Europa potrebbe trovarsi sotto il controllo di chi rifiuta la nostra libertà, la nostra democrazia, e la nostra esistenza stessa.