Perseguitato da spacciatori africani, ridotto così in casa sua perché italiano – FOTO
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Gli Italiani, Prigionieri delle Proprie Case: L’Incubo dell’Immigrazione Selvaggia
Un incubo per Gilberto, un cittadino italiano che ha osato chiedere ordine e decoro nel suo stesso condominio. In via Fogazzaro, a Mestre, un luogo dove gli italiani sono diventati prigionieri tra le mura delle proprie abitazioni, Gilberto ha vissuto un’aggressione brutale che lo ha portato dritto all’ospedale con il naso fratturato.
“Mi trovavo a casa, verso mezzogiorno, quando ho sentito rumori e odore di bruciato. Fuori dalla mia porta, due tossicodipendenti, un AFRICANO probabilmente nigeriano e una donna, stavano consumando droga proprio sulle scale del nostro palazzo,” racconta Gilberto, il cui volto sanguinante è divenuto il simbolo della violenza incontrollata che si vive in alcune zone d’Italia. “Ho chiesto loro di andarsene, per il bene dei bambini che abitano sopra di me e per la sicurezza di mia madre, che è stata minacciata più volte. Ma non hanno ascoltato. Anzi, mi sono saltati addosso come due furie.”
L’aggressione è stata feroce. La donna ha graffiato Gilberto, mentre l’uomo lo ha colpito ripetutamente al volto, rompendogli il naso. “C’era una sorta di piacere sadico nel loro comportamento,” aggiunge Gilberto, descrivendo una scena che sembra uscita da un film di guerra, non dalla vita quotidiana di un quartiere italiano.
Ma la cosa più sconvolgente è stata l’indifferenza dei passanti. Nessuno ha offerto aiuto mentre Gilberto veniva brutalmente picchiato. Ora, in attesa di un intervento chirurgico, Gilberto è più che mai deciso a denunciare questo stato di cose, ma il suo caso non è isolato; è il sintomo di un problema molto più grande.
Le istituzioni hanno fallito miseramente. “Ci stiamo organizzando per manifestare,” dichiara Annalisa Zangrando del comitato Campocroce sicura, “chiediamo l’intervento dell’esercito per le strade. Se necessario, faremo ronde noi stessi.” La madre di Gilberto, in lacrime, aggiunge: “Avrei dovuto proteggere io mio figlio, non il contrario. Chiediamo giustizia, pene severe, perché viviamo nel terrore.”
L’immigrazione incontrollata ha trasformato quartieri italiani in zone di guerra, dove i cittadini sono lasciati soli di fronte a bande di criminali che sembrano avere più diritti degli stessi residenti. Questo non è più un problema di accoglienza, ma di sicurezza nazionale. Gli italiani non possono continuare a vivere da reclusi nelle loro case, minacciati ogni giorno da chi dovrebbe essere controllato e, se necessario, espulso.
È tempo di alzare la voce, di esigere una politica di immigrazione e sicurezza che protegga i cittadini italiani prima di tutto. Perché senza sicurezza, non c’è libertà, e senza libertà, non c’è vita.
Un proverbio russo dice più o meno che prima di essere gentili col prossimo occorre mostrare un grosso bastone.
Si deve essere gentili con le brave persone, con i bambini e i cani, con gli altri invece occorre mazzolare forte.
Un baluba si sta drogando?
E picchialo per primo, attento solo a non farti riprendere da una telecamera, cazzo!