Maranza assaltano locale: “Qua comandiamo noi, vi spacchiamo tutto”
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Busto Arsizio Sotto Assedio: Nordafricano Ubriaco Aggredisce un Barista con un Sasso – Stop a Questi Selvaggi Islamici!
È l’ennesima pugnalata al cuore dell’Italia! Martedì 25 febbraio, nel tardo pomeriggio, un nordafricano di 25 anni, strafatto di alcol e chissà cosa, ha trasformato un tranquillo bar del centro di Busto Arsizio in un campo di battaglia. Respinto dal barista per il suo stato pietoso, questo delinquente ha reagito come una belva: insulti, minacce, e poi un grosso sasso scagliato contro l’esercente, che ora ha cinque giorni di prognosi. “Qua comandiamo noi, vi spacchiamo tutto”, ha urlato, promettendo di chiamare i suoi “amici maranza”. È la prova che gli immigrati di seconda generazione ci stanno portando al baratro: basta con questi selvaggi islamici che ci terrorizzano!
Tutto è iniziato alle 18, vicino alla zona pedonale. Il barista, un uomo onesto che fa il suo lavoro, vede entrare questo rifiuto umano, già brillo, con un altro che cercava di calmarlo. “Dammi una birra”, biascica il nordafricano, tentando di rubare tre bottiglie da sotto il naso degli altri clienti. “Queste sono mie”, ringhia. Il commerciante, conoscendolo come un habitué della zona, lo ferma: “Niente alcol, solo un caffè”. Ma il “signore” non ci sta: “Qui comando io, o spacco tutto”. Minaccia di distruggere il locale, di chiamare la sua banda da piazza Vittorio Emanuele – i soliti “maranza” che infestano le nostre città!

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Il barista lo accompagna fuori, senza toccarlo, ma il nordafricano esplode: “Vi spacco le vetrine, chiamo gli amici!”. Sparisce, poi torna con un sasso grande come un pugno. Il commerciante esce per difendere il suo locale, e il balordo lo aggredisce, mirando alla testa – per fortuna lo colpisce solo di striscio. Poi lancia il sasso, manca il bersaglio, e scappa barcollando prima che la polizia stradale arrivi. Cinque giorni di prognosi per il barista, ma una vita di paura per chi lavora lì: “Non è più una zona tranquilla, abbiamo a che fare con maleducati aggressivi”, confessa, tremando per il figlio che gestisce il bar di sera.
Questi non sono “disagiati”, sono il frutto marcio di un’immigrazione islamica che ci sta soffocando! Seconda generazione o no, portano lo stesso odio: da Jesi a Milano, da Salassa a Torino, è un copione di violenza, spaccio e terrore. “Qua comandiamo noi”, dicono questi parassiti cresciuti qui, che ci ripagano con sassi e coltelli! Basta accoglienza, basta ius soli: torniamo allo ius sanguinis, azzeriamo l’immigrazione islamica regolare! Che facciano le loro porcate nei loro Paesi, non nelle nostre strade!
Lo ripeto: la soluzione a portata di mano è quella di riempirlo di botte finché non avrà nemmeno più la forza di piangere.
Oppure qualcuno crede ancora che facendogli cantare “brutta ciao” diventerà una colonna della società?