No all’esercito UE di Ursula e Tajani: sarebbe la fine dell’Italia

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By V marzo 4, 2025 19:55

No all’esercito UE di Ursula e Tajani: sarebbe la fine dell’Italia

È giusto, sacrosanto, potenziare il nostro esercito. La sicurezza di una nazione non è un lusso, ma una necessità. Tuttavia, il punto non è armarsi per combattere nemici immaginari, evocati come spettri da una propaganda bellicista che guarda lontano per non vedere il vicino. Il vero nemico non si trova a Mosca, né oltre qualche confine remoto. È già qui, a Milano, a Roma, nelle nostre città, e ha quasi la nostra cittadinanza. E non è solo una minaccia armata, ma un’ombra che si allunga silenziosa: la guerra demografica. Una guerra che stiamo perdendo. Le loro culle piene, le nostre vuote.

Parlare di “difesa comune” in salsa europea, come vorrebbe Ursula von der Leyen, è un’illusione pericolosa, come ricorda il senatore Borghi. L’idea di un esercito autonomo dell’Unione Europea, svincolato dagli Stati nazionali, non è una garanzia di sicurezza, ma un’arma contro i popoli. Le alleanze esistono, i coordinamenti pure, i trattati di difesa non mancano: NATO docet. Ma una forza armata senza Stato? È fantascienza distopica, non strategia. Sarebbe la cessione definitiva di sovranità, il colpo di grazia a ciò che resta dell’autonomia nazionale. Uno Stato senza moneta propria – e l’euro ce lo ricorda ogni giorno – e senza esercito non è più uno Stato. È una terra sottomessa, un vassallo che può essere piegato chiudendo le banche, manipolando lo spread o, se serve, mandando i soldati UE a Roma.

Non è un’iperbole, è storia. Loro stessi lo hanno scritto, nero su bianco, nel Manifesto di Ventotene, quel testo che per alcuni è un faro di europeismo e per altri un progetto di dominio mascherato da utopia. L’idea di un’Europa unita non nasce per proteggere i popoli, ma per controllarli, per uniformarli sotto un’unica bandiera che non tollera dissenso. Un esercito europeo, in questo contesto, non avrebbe la canna del fucile puntata verso Washington o Mosca. No, la punterebbe contro di noi, contro chiunque osasse alzare la testa e dire “no”.

Non è una difesa, è una minaccia.

La vera sfida non è militare, almeno non nel senso classico. È culturale, identitaria, demografica. Le nostre città cambiano volto, i nostri numeri si assottigliano, e mentre ci distraiamo con scenari di guerre fredde o calde, perdiamo terreno sotto i piedi. Potenziare l’esercito va bene, ma non per giocare a risiko con i grandi del mondo. Serve per difendere ciò che siamo, ciò che resta di noi, da un nemico che non arriva su carri armati, ma su barconi, nei flussi migratori mal gestiti, nelle politiche Ue che favoriscono l’integrazione a senso unico.

Non consegneremo mai la nostra sovranità a un’entità senza volto, né accetteremo che un esercito “comune” diventi lo strumento di una dittatura mascherata da progresso. La storia ci insegna che chi rinuncia a difendersi da solo finisce per non avere più nulla da difendere. E noi non siamo ancora pronti a sparire. Non lo saremo mai.

No all’esercito UE di Ursula e Tajani: sarebbe la fine dell’Italia ultima modifica: 2025-03-04T19:55:39+00:00 da V
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By V marzo 4, 2025 19:55
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1 Comment

  1. lorenzoblu marzo 4, 20:10

    gli eserciti non servono ad una mazza, i nostri cc polizia non servono ad un cazzo con la magistratura che abbiamo non sono neppure buoni a toglierci dai coglioni i negri di merda che sbarcano tutti i gironi grazie alla culona, invece la guardia di finanza è sempre pronta a romperci i cojones con tasse esose e da strozzini, basta fare una decina di bombe atoniche al costo di 10 milioni di euro e stai tranquillo se qualcuno ti assale tu lo ammazzi , ti ammazzi pure tu, e la si finisce con sta civilta’ di merda

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