Macron, il Re di Parigi Centro: La Francia è islamica, ma lui sogna di invadere la Russia
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Macron, il Re di Parigi Centro: La Francia è finita, ma lui sogna la Russia
Emmanuel Macron, il sovrano indiscusso del triangolino chic tra la Torre Eiffel e gli Champs-Élysées, ha deciso che il destino dell’Europa dipende da una Russia “domata”. Mentre il suo Stato controlla a malapena il centro di Parigi, con le banlieue che ormai somigliano più a un califfato che alla Francia di De Gaulle, lui si erge a paladino del continente, pronto a brandire l’arsenale nucleare francese contro Mosca. Perché, si sa, il problema dell’Europa non sono le periferie ingovernabili, l’immigrazione fuori controllo o l’economia che arranca: no, è Putin.
Macron ha dichiarato che la pace in Ucraina non può arrivare con un cessate il fuoco – troppo semplice, troppo sensato – ma solo con una Russia indebolita. Non importa se questo significhi mandare truppe europee in un tritacarne senza fine o giocare alla roulette con testate nucleari. Lui, il Napoleone dei tempi moderni, non esclude nulla. Ha persino rispolverato la deterrenza atomica francese, rispondendo alle suppliche tedesche di protezione come un monarca magnanimo: “Tranquilli, ci pensa il mio bottone rosso”. Intanto, a Saint-Denis, i cittadini si chiedono se il prossimo sindaco sarà eletto o nominato da un consiglio tribale.
E mentre la Francia perde pezzi – non solo geografici, ma culturali, sociali, identitari – Macron si preoccupa di “preparare l’Europa a un minore sostegno americano”. Traduzione: gli Stati Uniti potrebbero stufarsi di finanziare le sue fantasie belliche, e allora tocca a noi europei morire per la grandeur francese. Lui, ovviamente, si vanta della “migliore forza militare d’Europa”, dimenticando che fuori Parigi la gendarmeria fatica a entrare nei quartieri senza scorta armata.
Non è difficile capire chi pensa che la soluzione ai mali d’Europa siano tre missili nucleari russi su Parigi, Londra e Berlino. Certo, sarebbe un disastro, ma almeno Macron smetterebbe di pontificare. Perché, diciamolo, se lo Stato francese non riesce a controllare neanche le sue periferie, come può pretendere di dettare legge a Mosca? La verità è che Macron governa un’illusione: la Francia non è più quella di un tempo, e l’Europa non è il suo esercito personale. Eppure, lui insiste, tra un discorso altisonante e una foto patinata, portando il continente verso un conflitto che nessuno vuole. Tranne lui, forse, che sogna di passare alla storia – non importa se come eroe o come causa della fine.
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