Uccide il marito ma è donna, niente arresto
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GIUSTIZIA ITALIANA ALLO SBANDO: DONNA CONFESSA DI AVER ACCOLTELLATO IL MARITO E RESTA LIBERA – È LA DERIVA ANTI-MASCHIO
Un uomo morto, nessuna prova di difesa, e lei è intoccabile: dove sono finiti diritto e uguaglianza?
Italia, 6 marzo 2025: una donna confessa di aver accoltellato a morte il marito, un uomo ridotto a un corpo senza vita, e la giustizia che fa? Niente. Nessun provvedimento cautelare, nessuna cella, nessuna restrizione. Sul corpo della confessata assassina? Non un graffio, non un segno di colluttazione, zero ferite a sostenere la sua versione di “aggressione subita”. Nessun precedente intervento delle forze dell’ordine, nessuna denuncia di maltrattamenti a carico del marito. Eppure, eccola lì: libera, mentre il sangue di un uomo macchia le cronache e la giustizia italiana si genuflette a una deriva anti-maschio che puzza di ingiustizia e ipocrisia. È uno scandalo: fino a quando gli uomini saranno vittime di un sistema che li considera colpevoli a prescindere?
Un uomo morto, una donna intoccabile: i fatti parlano da soli
La storia è agghiacciante: lei ammette di aver preso un coltello e di averlo piantato nel marito, togliendogli la vita. Lui, steso a terra, non può più parlare, difendersi, raccontare la sua versione. Lei dice: “Mi ha aggredita”. Ma dov’è la prova? Il suo corpo è immacolato: niente lividi, niente tagli, niente che dimostri una lotta per la sopravvivenza. Le forze dell’ordine non hanno mai messo piede in quella casa prima d’ora, nessuna chiamata al 112, nessuna denuncia di violenze pregresse. Eppure, la giustizia tace: nessun arresto, nessun braccialetto elettronico, nessuna misura cautelare. Come può una confessione di omicidio non portare a un’immediata restrizione, se non c’è uno straccio di prova a giustificarla?
La deriva anti-maschio: un uomo vale meno di zero
Nessuna ferita, nessuna storia di maltrattamenti, solo una confessione di morte data con un coltello, e lei è libera di girare. Se fosse stato un uomo a uccidere la moglie, gridando “mi ha aggredito” senza un segno sul corpo, starebbe già marcendo in cella. Perché questa disparità? Perché un uomo morto non merita giustizia, mentre una donna che confessa è intoccabile?
Lo Stato italiano: un colabrodo di ipocrisia
E lo Stato che fa? Niente. La Procura non ordina misure, i giudici non fiatano. Dove sono i PM che dovrebbero tutelare la legge? Dove sono le forze dell’ordine che corrono per un immigrato in una RSA, ma tacciono davanti a un omicidio confessato? Il governo blatera di sicurezza, ma lascia che un uomo venga accoltellato e la sua assassina confessa passeggi senza catene. È una vergogna: non serve un codice penale speciale per immigrati, ma uno uguale per tutti, uomini e donne. Come può una famiglia italiana sentirsi al sicuro, se un marito viene ammazzato e la giustizia alza le spalle solo perché l’assassina è donna?
E’ possibile conoscere il nome dell’autore di questa cazzata immane?