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Serve una legge che dichiari una cosa semplice: se entri armato in casa di altri, la tua vita è a sua disposizione. La difesa è sempre legittima. Il vigilante ha fatto un favore ai cittadini.

Roma, vigilante contro ladro: le toghe gridano al “giustiziere”, ma la realtà grida vendetta

Roma, un caso che accende i riflettori su un sistema giudiziario sempre più lontano dal sentire comune. Il vigilante Micarelli, che ha sparato e ucciso un ladro straniero durante una rapina, è finito nel mirino delle “solite toghe”.

Il gip, nell’ordinanza d’arresto, non usa mezze misure: “Dalla dinamica dei fatti ricostruita dalle immagini della videosorveglianza, si desume la volontà omicida dell’indagato”. Colpi a braccio teso, ad altezza d’uomo, da distanza ravvicinata: per il giudice, un’esecuzione in piena regola. Ma c’è di più: Micarelli, secondo il gip, si sarebbe “atteggiato a giustiziere”, puntando l’arma contro i rapinatori fino a colpire mortalmente uno di loro. Una colpa “ancora più grave”, come se difendersi fosse un crimine.

Le immagini parlano chiaro, sì, ma raccontano anche un’altra storia: un uomo solo, un vigilante, davanti a una minaccia reale, con dei ladri pronti a tutto. Che avevano appena sequestrato un’anziana minacciando di ucciderla. E mentre le toghe si scandalizzano per i suoi colpi, il silenzio assordante cala sulle vittime quotidiane di rapine, violenze, furti impuniti. Micarelli sarà pure un “giustiziere” agli occhi dei giudici, ma per molti cittadini è il simbolo di un’Italia abbandonata, dove chi si difende finisce in manette e chi delinque troppo spesso la fa franca. La volontà omicida c’è stata, forse, ma di chi? Di un vigilante esasperato o di un sistema che lascia le strade in balia dei predatori? La giustizia ora farà il suo corso, ma la rabbia popolare è già un verdetto: basta buonismo, serve protezione. Subito.

Vi fidate di questa magistratura? Quella di Garlasco? Di Arce? Della Diciotti? Quella che arresta i giustizieri e non i criminali?