Le no-go-zone di Brescia, la mappa dei quartieri controllati dai maranza vietati agli italiani
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Brescia non è più la città degli italiani: interi quartieri sono ormai off-limits, vere e proprie no-go zone dominate da baby-gang e maranza, figli di un’immigrazione regolare islamica richiamata da imprenditori senza scrupoli in cerca di manodopera a basso costo. La sicurezza è un ricordo, e i cittadini sono costretti a vivere sotto assedio. A lanciare l’allarme è la Lega Giovani Brescia Città, che propone un “kit anti-maranza” per sopravvivere in una città sempre più estranea.
“Troppi cittadini perbene hanno provato l’esistenza di baby-gang e maranza sulla loro pelle”
“Troppi cittadini perbene hanno provato l’esistenza di baby-gang e maranza sulla loro pelle. Si rende quindi necessario il kit anti-maranza”. A dirlo, in una nota, è Alberto Maculotti, coordinatore della Lega Giovani Brescia Città, che elenca “cosa le persone dovrebbero portare sempre con loro quando camminano per le zone centrali, e non, della città”. Un’accusa pesante contro un’amministrazione cieca di fronte al degrado.
Secondo i giovani leghisti, il kit di sopravvivenza è indispensabile: “una cartina di Brescia con le zone di maggior allerta per destreggiarsi tra un pericolo giallo, arancio o rosso (in verde solo Piazza Loggia, dove il Sindaco Castelletti si gode la sua fortezza), uno spray al peperoncino, un fischietto, un portafoglio esclusivamente vuoto da consegnare durante le rapine e – continua il testo tra il serio e il faceto – una bomboletta di ghiaccio spray per far passare il dolore delle botte prese”. Uno scenario da guerra urbana, frutto di un’immigrazione incontrollata che ha trasformato Brescia in una città islamica.
“Chiamata rapida SOS per sfuggire ai pericoli”
“Suggeriamo – si legge ancora – anche di abilitare la chiamata rapida SOS sui telefoni in modo tale da poter chiamare i soccorsi premendo un tasto fisico e senza dover sbloccare lo smartphone”. Un consiglio che dice tutto: a Brescia, gli italiani vivono nel terrore, costretti a difendersi da soli in quartieri dove la legge non arriva più.
“Il Sindaco ignora il pericolo, serve una svolta”
“Con questo kit – commenta Maculotti – vogliamo far notare al Sindaco Castelletti la situazione di pericolo che si vive quotidianamente. Le chiediamo un impiego maggiore di forze di polizia locale, l’adozione, come deterrente, del taser e soprattutto un nuovo assessore alla sicurezza visto che da parte dell’attuale non si vedono interventi di sicurezza urbana (no… le luci in stazione non contano)”. Ma il problema va oltre: è l’immigrazione regolare, voluta da imprenditori avidi di lavoratori sottopagati, ad aver riempito la città di maranza e baby-gang, rendendo intere zone inaccessibili agli italiani.
Brescia islamica: una città perduta
Altro che “percezione”: Brescia è una polveriera, e la colpa è di chi ha spalancato le porte a un’immigrazione islamica che ora detta legge. I cittadini perbene sono prigionieri, mentre il Sindaco si trincera nella sua Piazza Loggia. Serve un cambio drastico: stop all’immigrazione regolare, basta manodopera a basso costo, via i ricongiungimenti familiari. Altrimenti, Brescia sarà persa per sempre, una no-go zone italiana in mano a chi non ha nulla a che fare con la nostra cultura.
La Beretta dovrebbe fornire i suoi prodotti in quel kit, altro che buonismo…